Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
GRASSO
Silvana Giarre (Catania) 3 giugno 1952. Scrittrice. Tra i suoi libri: Nebbie di Ddraunàra (Einaudi 1993), Ninna nanna del lupo (Einaudi, 1995), L’albero di Giuda (Einaudi, 1997), Disìo (Rizzoli, 2005), Pazza è la luna (Einaudi, 2007). «Apprezzata come filologo classico» (Felice Cavallaro), «persegue con costanza e coraggio il cammino della complessità, vuoi linguistica vuoi di contenuto» (Romana Petri) • «Sono sfuggita a un aborto. I miei genitori vivevano in una casa popolare e mia
madre si procurò un aborto con 48 ore di prezzemolo nell’utero. Quando poi in maniera rudimentale credette di essersi liberata di me si
accorse invece al sesto mese che ero rimasta abbandonata da qualche parte.
Ebbene, essendo due gemelle almeno di una si era liberata... Mia madre era una
donna intelligente ma povera, disgraziata, reputò la mia nascita un’imboscata e per questo non mi guardò mai. Sono vedova da anni, vivo da sola. Per quanti uomini abbia conosciuto
nessun amante riesce a saziarmi come lo scirocco nelle notti di luna calante
che ti rende cieco e ti toglie la vita e anche un mostro ti sembra Ulisse» (da un’intervista di Alain Elkann)
• Nel 2006 vince il premio Grinzane-Cavour per il libro Disìo • Dal luglio 2007 assessore alla Cultura del Comune di Catania, ha denunciato la
scomparsa di 150 opere dal Museo Civico, cento prestate a tempo indeterminato a
enti, aziende, uffici e 51 svanite nel nulla, tra cui «un Rembrandt del quale resta solo un foglietto sbiadito con una imprecisa
descrizione del soggetto: Monaco che tiene in mano una...» (Corriere della Sera) • Grandissimo successo su YouTube per il video di una sua intervista trasmessa da
una tv locale dove in qualche minuto di intensa oratoria mulinava una sega
piccola e tozza (“serracco”, in siciliano) minacciando di tagliare qualche testa se in 10 mesi non fosse
stato realizzato un grande museo di Castell’Ursino. «Parlo correntemente greco e latino, ho due lauree, scrivo libri tradotti in
quasi tutto il mondo. Eppure dopo quel video mi hanno paragonato a Vanna
Marchi. Potrei querelare»
• Nel 2008 il suo racconto Manca solo la domenica diventa uno spettacolo di e con Licia Maglietta.