Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
GNOCCHI
Gene (Eugenio Ghiozzi) Fidenza (Parma) 1 marzo 1955. Attore. Comico. Scrittore.
Cantante ecc. «Sono un teorico di questa filosofia: “Piuttosto che fare una cosa bene, meglio farne tante male”» • La famiglia aveva un allevamento di tacchini americani. «Mio padre era una persona stranissima. Era stato sindacalista e funzionario
comunista, ma votò contro la linea togliattiana nel 1960. Poi, a un certo punto, in mezzo a tante
difficoltà economiche, si è messo a vendere vino, con sei figli non era certo facile tirare avanti la
famiglia. Appeso alla parete c’era un calendario pieno di cifre, mio padre vi segnava le bottiglie che riusciva
a vendere, i guadagni e le molte uscite, ma in mezzo a tutti quei segni aveva
trovato lo spazio per segnare i nostri compleanni»
• Laureato in Legge, esercitò a Fidenza la professione di avvocato. Nell’88 debutto come cabarettista allo Zelig di Milano. In televisione dall’89 con Emilio su Italiauno. Poi, tra l’altro, Striscia la notizia (con Tullio Solenghi), Dillo a Wally, Mai dire gol, Quelli che il calcio (lo lascia nel 2007: «Mi sentivo arrivato alla fine della corsa e dopo tanti anni mi sembrava giusto
fare dell’altro»). Nel 2004 è a Sanremo con Simona Ventura. Da ultimo Artù (il giovedì in seconda serata su Raidue). Scrive tutti i giorni sulla prima pagina della
Gazzetta dello Sport (Rompipallone) • «Di tutti i comici televisivi, Gene Gnocchi è il più intellettuale e surreale, quello che ha la capacità più spiccata di sovvertire il senso o di indicare l’insensatezza del mondo. Non è un satirico, non fa imitazioni, non naviga nella rete fitta di citazioni
reciproche di cui si nutre la televisione contemporanea. Non descrive tipi
sociali più o meno buffi, non gioca con le parole. Racconta un mondo che all’inizio appare dimesso, quotidiano, privo di ogni interesse, vagamente
autobiografico, e progressivamente ne approfondisce le miserie e le sciocchezze
trasformando la piccola stupidità di ogni giorno in un monumento all’assurdo, in un abbagliante poema dell’incongruenza» (Ugo Volli)
• «Dà il suo meglio allorché riesce a mischiare il sacro e il profano, il crudo e il cotto, l’alto e il basso, come nella sua rubrica “culturale” sull’inserto domenicale del Sole 24 Ore: mentre per i palati fini risulta cheap la
partecipazione a Quelli che il calcio. Gnocchi è un personaggio articolato: colto, informato, curioso di calcio e rock’n’roll, attento alla fenomenologia culturale, capace di fare satira su libri e
premi letterari, insomma, non è solo l’autore immortale del “cul de Sac”, come in franco-padano si chiama il vicolo cieco tattico in cui ci ha cacciati
nel 1994 la fortuna di Arrigo. Quando è al meglio, dietro quel volto serissimo, Gene incenerisce velleità politiche e demenze letterarie, trombonismi culturali e loffiaggini pubbliche» (Edmondo Berselli)
• «A me la televisione piace, la faccio volentieri, mi trovo bene, non ho la puzza
sotto il naso. L’ideale è non restare fermo, non fare sempre le stesse cose, cercare stimoli nuovi. Certo
è sempre più difficile, perché negli ultimi anni è cambiato il modo di far televisione, soprattutto con questa irruzione del
personaggio della strada che diventa una star» • «Scrivo libri, perché ho sempre scritto, perché scrivo continuamente, racconti, poesie, piccoli testi. Ogni tanto faccio vedere
quello che scrivo a qualcuno e, se piace, si trasforma in un libro» (ad Ernesto Assante) • è anche poeta: «Leggendo la sua prima raccolta di poesie, Sistemazione provvisoria del buio (Einaudi 2001), ci si renderà facilmente conto della distanza che esiste non solo tra lui e tanti “autori di volumi” sfornati dal mondo dello spettacolo, ma anche tra Gnocchi e Gnocchi (quello da
guardare e quello da leggere)» (Paolo Di Stefano) • «La scrittura comica è molto, molto più difficile dell’altra perché i registri sono vari. Oggi si parla tanto di scrittori pulp, di cattivi, ma
Campanile era centomila volte più cattivo di loro, però con una leggerezza e una grazia di tocco che questi scrittori pulp non sanno
nemmeno cosa sia. Soltanto ridere ti mette davanti ai grandi interrogativi
della vita» (a Raffaella Silipo) • Un passato di calciatore. Giocava nell’Alessandria: «Era il 1972, avevo diciassette anni e mi avevano comprato dal Piacenza. A dire
la verità avevo già passato le visite mediche al Milan e pensavo che sarei andato là, invece il Piacenza mi dirottò all’Alessandria che stava in C con l’ambizione di salire di nuovo in B. Io ero un trequartista, giocavo dietro alle
punte, il mio numero nella squadra Primavera dove giocavo era il 10, qualche
volta l’8. Erano i numeri che nell’Alessandria aveva avuto Rivera, soprattutto il 10. Io ero bravino ma il
confronto finiva lì. Giocai un anno, mai in prima squadra dove c’erano Pozzani, Salvadori, Manueli. Avevano comprato Mammì, quello che segnò il famoso gol alla Juve sul campo allagato di Catanzaro. L’allenatore era Pippo Marchioro e sopra tutti c’era quel gran personaggio del presidente Sacco. Io studiavo: seconda liceo
classico al Plana, era durissima riuscirci allenandomi tutti i giorni, infatti
fu l’unica volta che conclusi l’anno con una materia a settembre, matematica. Insomma tra scuola e calcio
faticai ad andare bene e a fine stagione mi mandarono al Guastalla, in quarta
serie»
• Lanciato un appello per avere «cinque minuti di gloria», nel 2007 fu tesserato dal Parma, che però non ha mai trovato la tranquillità necessaria a permettergli l’agognato debutto in serie A. Continua a giocare, con classe, nella Nazionale
attori • Libri: Una lieve imprecisione (Garzanti, 1991), Stati di Famiglia (Einaudi, 1993), Sistemazione provvisoria nel buio (Einaudi, 2001). Come attore si è visto anche al cinema, in Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica (Lina Wertmüller, 1996) e Cuori al verde (Giuseppe Piccioni, 1996). è ancora attivo con i suoi spettacoli teatrali, gli ultimi sono The legend is back - Part 2 e Ragionamenti sulla poesia ma anche no • Fratello del dj radiofonico e inviato di Striscia la notizia Charlie Gnocchi. Sposato con Gianna (stanno insieme dalla IV ginnasio),
consulente dell’Adiconsum, tre figli. [bev]