Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
GIULIANO
Erminia Napoli 31 dicembre 1955. Camorrista, reggente del clan omonimo dopo che erano
finiti in carcere i fratelli Luigi, Salvatore e Carmine (Nunzio, il
primogenito, ucciso nel 2005, si era dissociato nel 1989). Detenuta nel carcere
di Rebibbia dal 23 dicembre 2000, al 41 bis dal maggio 2002. Condannata in
primo grado il 19 aprile 2006 a dieci anni di reclusione, per associazione
camorristica, nel ruolo di capo del clan Giuliano (l’accusa aveva chiesto quindici anni)
• Detta “Celeste” per il colore degli occhi • Capelli tinti biondo platino, quando fu arrestata (a casa della figlia, a
Forcella, dove viveva), la sua prima preoccupazione fu chiedere ai carabinieri,
che l’accontentarono, di poter chiamare il suo parrucchiere per farsi pettinare. La
trovarono nascosta dentro un cunicolo ricavato dietro la colonna del forno
della cucina, con indosso una tuta leopardata attillata • «Gestiva gli indotti economici e legali del clan. Nel 2004 furono confiscati ai
Giuliano i beni nati dall’attività imprenditoriale, ventotto milioni di euro, il vero polmone economico del clan.
Avevano un insieme di catene di negozi, a Napoli e provincia, e un’azienda titolare di un marchio divenuto notissimo, attraverso l’abilità d’impresa e la protezione militare ed economica del clan. Un marchio che ha una
rete in franchising composta da cinquantasei punti vendita in Italia e a Tokyo,
Bucarest, Lisbona e Tunisi» (Roberto Saviano). [Paola Bellone]