Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
GIORGIA
(Giorgia Todrani) Roma 26 aprile 1971. Cantante. 5 milioni di dischi venduti.
Sue canzoni più famose: E poi (1994), Vivo per lei (1995), Come saprei (1995, vincitrice del Festival di Sanremo), Strano il mio destino (1996), Mangio troppa cioccolata (1997), Di sole e d’azzurro (2001, seconda a Sanremo), Gocce di memoria (2003), Spirito ribelle (2003), Poche parole (2008, con Mina). Molti i duetti e le collaborazioni (Bocelli, Pavarotti, Pino
Daniele, Elio e le storie tese, Beppe Grillo ecc.). Nel 2007 l’ultimo album Stonata. «Provo invidia quando ascolto qualcuno che canta meglio di me». «Un’italiana meglio di me? Non c’è» • Cominciò nella band (gli Io vorrei la pelle nera) in cui cantava il padre Giulio (nome d’arte Alan Soul). Doveva chiamarsi Georgia, in onore della Georgia on my mind di Ray Charles, ma nel 1971 all’anagfrafe i nomi stranieri erano vietati: «Per molto tempo mi hanno fatto credere che la canzone fosse stata scritta per
me. A 11 anni. Mia madre mi fa: “Ma mica ci hai creduto davvero?”. Fu un trauma» • «A 8 anni circa registrai il 45 giri Chiamatemi Andrea. Papà mi portava in giro per tv private: Teletuscolo, Telestudio... quella roba lì. Dopo una prova fallita, il mio maestro di canto disse a mio padre: “Con questa bambina c’è poco da fare. Non sa cantare”» • «I Duran Duran erano banditi dalle mura domestiche. Studiavo i loro testi su Tv
Sorrisi e canzoni a casa di mia nonna. Lì, provavo pure a cantare pezzi di Stevie Wonder e un po’ di roba soul. Dei vicini di casa mi sentirono e dissero ai miei: “Oh, ma Giorgia ha una voce incredibile!”. In quel periodo cominciai a esibirmi in giro per locali romani. La vera svolta
fu un’altra. Quando accettai di cantare Come saprei nel 1995. Dopo quella vittoria sanremese è cambiato tutto. Se non avessi partecipato avrei continuato l’università. Volevo insegnare lingue. Mi chiamò Celso Valli, che lavorava con Eros Ramazzotti e disse che avevano un pezzo per
me. Mi spedì la cassetta» • «Con la voce che si ritrova può spararle grosse e restare sempre in piedi. Girare un video in mutande e non
apparire mai volgare. Imboccare la strada del peccato e conservare l’aria perbene della maestrina dalla penna rossa. Un talento, questo, che la
condanna alla perfezione, la più rognosa delle pene che una cantante debba scontare» (Ilaria Bellantoni) • «è dotata, su questo non c’è dubbio. Il suo è un mondo di contrasti: semplicità quasi popolaresca, e tormenti da giovane Werther, fragilità e aggressività, timidezza ed erotica sfrontatezza. è un’interprete sofisticata, ma quando parla alla gente vuol fare quella che in fondo
è come tutti, una ragazza normale. Angelo e diavolo, e in mezzo c’è la cantante, quella che molti dicono essere l’unica erede delle grandi del passato» (Gino Castaldo)
• «Se ripenso a ciò che ho fatto mi rendo conto che avrei anche potuto essere travolta, consumata
da certe scelte. Come quella di ritornare a Sanremo dopo averlo vinto perché la gente era stata carina con me» • Nel 2006 votò Rifondazione. Si rifiutò di cantare al Live 8 perché finanziato da Clear Channel, «uno sponsor di Bush». «Da un po’ di tempo è nel pieno di un trip ambientalista: finito un pacchetto di sigarette lo smonta,
per differenziare il cartoncino dalla stagnola. I filtri dei mozziconi, poi,
sono raccolti a parte. In una canzone (Libera la mente) dell’ultimo disco (Stonata) ha infilato una citazione di Beppe Grillo. Un’altra l’ha intitolata Mal di terra (il ritornello è ...soldi-potere-plastica-rumore)» (Vittorio Zincone) • Ebbe una lunga storia col collega Alex Baroni (1966-2002, morto a causa di un
incidente stradale) a cui ha dedicato l’album Le cose non vanno mai come credi. [bef]