Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
GIONTA
Valentino Torre Annunziata (Napoli) 14 gennaio 1953. Camorrista, boss del clan omonimo di
Torre Annunziata (confederato, in rapporto di subordinazione, al clan Nuvoletta
di Marano, referente in Campania della mafia siciliana). Detenuto dall’8 giugno 1985, attualmente nel carcere di Novara, in 41 bis dal dicembre 2007
(dopo due anni di regime ordinario, è stato ripristinato l’isolamento diurno in seguito alla ripresa della faida in Torre Annunziata)
• Ex picciotto del contrabbandiere di sigarette Michele Zaza, affiliato a Cosa
Nostra, costituisce il suo clan dopo la sconfitta della Nuova Camorra
Organizzata (cosiddetto “clan dei Valentini”). Attività principali: controllo del pesce, estorsioni, traffico di droga (acquistata a
Milano o in Sicilia per 50 milioni di lire al chilo, veniva rivenduta a 75
milioni) • Viene arrestato l’8 giugno 1985 in una tenuta di Marano, roccaforte dei Nuvoletta. Due giorni dopo
Giancarlo Siani, corrispondente a Torre Annunziata per Il Mattino, in un
articolo solleva il dubbio che l’arresto sia avvenuto a causa di un tradimento dei Nuvoletta medesimi. Il 23
settembre successivo (quattro giorni dopo avere compiuto il suo ventiseiesimo
compleanno), il giornalista viene ammazzato, sotto casa, nel quartiere
residenziale del Vomero. Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva Angelo Nuvoletta, mentre Gionta (accusato di
concorso morale, per avere rafforzato il proposito criminoso dei Nuvoletta), è stato assolto in via definitiva il 23 giugno 2004
• Condannato per: associazione camorristica (tre volte), traffico di cocaina;
corruzione (almeno due appalti di edilizia scolastica e rete fognante del
Quadrilatero delle carceri, rione di Torre Annunziata, dove abitava lo stesso
Gionta, nell’estate del 1990, valore di 33 miliardi il primo e 11 miliardi 800 milioni il
secondo); concorso in estorsione ai danni dei grossisti del mercato ittico di
Torre Annunziata, costretti a versare somme variabili tra i 2 e i 15 milioni
(in Torre Annunziata negli anni 1985-86); ergastolo, per concorso nell’omicidio di Francesco Generoso (Boscotrecase,10 giugno 1984); ergastolo, per
concorso nell’omicidio di Edoardo Di Ronza, già appartenente al suo stesso clan, poi collaboratore di giustizia (Torre
Annunziata, 3 novembre 1989). Ritenuto anche responsabile per un episodio di
scambio di voti, prosciolto poi perché il reato si era prescritto
• La moglie, Gemma Donnarumma, sottoposta alla misura di prevenzione della
sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno in Torre Annunziata, deve
chiedere il permesso al Tribunale per andare a trovare o il marito detenuto a
Novara o il figlio detenuto a Nuoro (salvo l’obbligo di immediato ritorno). [Paola Bellone]