Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
GIOLITTI
Antonio Roma 12 febbraio 1915. Politico. Deputato dal 1946 al 1976 (prima Pci, poi
Psi), ministro del Bilancio nel Moro I (1963-1964), Colombo (1970-1972), Rumor
IV e V (1973-1974). Commissario europeo dal 1977 all’85, senatore dall’87 al 1992. Nominato cavaliere di Gran Croce da Napolitano (assieme ad altri
quattro membri dell’Assemblea costituente che scrisse la Costituzione) • Nipote di Giovanni Giolitti (1842-1928), primo ministro nell’Italia liberale. «Arrestato sotto il fascismo, ferito poi da partigiano, lasciò il Pci il 19 luglio 1957 scrivendo così: “Cari compagni, mi sento autorizzato a rivolgermi ancora a voi con questo
appellativo perché le idee e i propositi che mi spingono a presentarvi con questa lettera le mie
dimissioni dal Partito comunista italiano nulla rinnegano del mio passato...”. Aveva condannato l’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956, Giolitti, aprendo una falla che comportò, senza essere una scissione, una delle diaspore più importanti nella storia dei comunisti italiani. “L’avvenire dirà se è giusta la via che ora scelgo”, scrisse mentre restava a sinistra da socialista. “Ma intanto la storia sta a dimostrare che se si sbarra la strada alle idee nuove
si preclude ogni prospettiva di conquista del potere”, avvisò. L’avvenire, è forse il caso di dire, si è pronunciato» (Maurizio Caprara)
• Vedovo, tre figli.