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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GINZBURG

Carlo Torino 1939. Storico. Già all’Università di Bologna, Harvard, Yale, Princeton, Università della California, Los Angeles, dal 2006 cattedra di Storia delle culture
europee alla Normale di Pisa. Figlio di Leone (1909-1944) e della scrittrice
Natalia Ginzburg (nata Levi 1916-1991) • Il suo fine come storico è «districare l’intreccio di vero, falso, finto, che è la trama del nostro stare al mondo». Storce il naso davanti all’etichetta di fondatore della microstoria (ricerca che parte dalla descrizione e dall’analisi dell’individuale e delle anomalie, con la possibilità di proporre una diversa gerarchia delle rilevanze: lo storico usa
immaginazione, uno sguardo ravvicinato e un approccio multidisciplinare, che
rifiuta la consueta opposizione tra cultura alta e bassa, per immergersi in un
microuniverso dal quale avere una nuova comprensione della storia: «Sotto la lente del microscopio si può mettere un’ala di libellula, o un pezzetto di pelle d’elefante. è lo sguardo che conta; le domande che facciamo. Io penso che la microstoria
ponga sempre, in maniera esplicita o implicita, un problema di
generalizzazione. Si parte da un caso circoscritto (tutti i casi, grandi o
piccoli, lo sono) per capire qualcosa di più generale. Magari si tratta di un caso anomalo: ma ogni anomalia contiene in sé la norma. Non è vero l’inverso»).
Da sempre impegnato nella ricerca metodologica, ha paragonato il suo lavoro a
quello dell’investigatore. Tra i suoi libri I benandanti. Stregoneria e culti agrari tra Cinquecento e Seicento (Einaudi, 1966), Il formaggio e i vermi (Einaudi, 1976), Miti emblemi spie (Einaudi, 1986), Il giudice e lo storico (Einaudi, 1991, sul caso Sofri), Occhiacci di legno (Feltrinelli, 1998), Il filo e le tracce. Vero falso finto (Feltrinelli, 2006). Collabora con le riviste Past and Present, Annales, Quaderni storici • «Non penso certo che la verità sia facile da raggiungere, ma credo che ogni studioso debba fare i conti con il
coinvolgimento soggettivo, psicologico, scientifico o di altro genere, e
malgrado questo riuscire a raggiungere la verità senza virgolette» (da un’intervista di Angiola Codacci-Pisanelli). [bdy]