Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
GINO E MICHELE
(Gino Vignali e Michele Mozzati). Coppia di scrittori e autori televisivi e teatrali. Direttori dell’agenda-libro Smemoranda. Responsabili del locale Zelig di Milano e dell’omonima trasmissione televisiva. «Se qualcuno fa ancora una battuta sul trapianto di capelli, spariamo» • L’incontro durante l’università, tra gli anni Sessanta e Settanta, quando fondarono assieme il gruppo di
cabaret I bachi da seta, poi una lunga ascesa, fino al successo del programma
da loro creato, arrivato alla vetrina della prima serata di Canale 5. «In teatro hanno lavorato tra gli altri con Gabriele Salvatores, Paolo Rossi e
Aldo, Giovanni e Giacomo. In televisione sono esplosi con
Zelig, ma a ben prima risalgono la loro esperienza, i loro successi. Avendo essi
firmato numerose trasmissioni fondamentali tra cui Drive in, Emilio, la sitcom Vicini di casa, Su la testa con Paolo Rossi e Comici. Tra i numerosi libri, molti di satira, scritti da Gino e Michele, si possono
ricordare il romanzo Neppure un rigo in cronaca (Rizzoli) e la serie di Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano, che ha trovato ideale continuazione nella raccolta Le cicale. La coppia aveva esordito nel 1976 conducendo per hobby a Radio Popolare la
trasmissione Do you remember sixtyeight?, che sdrammatizzava (già allora, e non è bastato) i luoghi comuni della sinistra ex sessantottina» (La Stampa) • «Fortunati e meritevoli imprenditori dell’ingegno, certamente e giustamente doviziosi, hanno scelto di fermarsi, nei gusti
e nell’immagine, alla nostalgia degli anni che oggi paiono impossibili, quando, con la
fantasia, era al potere anche la sobrietà, ed essere squattrinati e soprattutto sembrarlo era massimamente democratico e
chic: entrambi milanesi ma con formazione diversa, di studi ma anche di giochi
di quartiere, diversi per carattere, uno creativo casinista ed estroverso,
Michele, l’altro bocconiano, sintetico, ordinato, Gino, amici da sempre, non lavorano mai
insieme: “Ognuno fa la sua parte e se possibile ci evitiamo”» (Natalia Aspesi) • «Con la nostra raccolta di battute abbiamo aperto gli occhi agli editori italiani
e al pubblico: mentre nelle librerie all’estero il settore umorismo spesso occupava un intero piano, da noi semplicemente
non esisteva». Nel 2002 hanno creato la casa editrice Kowalski, oggi marchio Feltrinelli.
Dopo la crisi che ha colpito il genere umoristico negli ultimi anni, la
Kowalski ha cominciato a pubblicare narrativa di genere, saggistica e
manualistica.
Mozzati Michele Milano 15 maggio 1950. Dei due è quello più alto, con i baffi. «“La satira autentica, quella che nasce dalla pancia, oggi non esiste quasi più. Io stesso, che la praticavo, non avendo più un credo mi incazzo troppo con tutto ma non abbastanza da essere un anarchico.
Direi che oggi né Grillo né Luttazzi né Sabina Guzzanti fanno più satira”. E che cosa fanno allora? “Il loro primo obiettivo, un po’ come per Michele Serra, non è far ridere provocando, ma far riflettere sulla politica e sulla società. Non dico che non fanno un buon lavoro, dico solo che non fanno satira, sono
opinionisti, leader di movimenti”. Nessuna eccezione? “Forse l’eccezione è Benigni, che prima di leggere Dante riesce ancora a farmi scompisciare dalle
risate prendendo in giro il mondo della politica... Ecco, sì, l’eccezione è lui”» (Paolo Di Stefano) • Si dice ecologista convinto, usa regolarmente la Vespa, a Milano «il mezzo di circolazione perfetto». Una moglie, due figli • Interista. Giocatore «scarsissimo ma mai domo» di Risiko, lo abbandonò anni fa a favore del Fantacalcio. Fumatore.
Vignali Gino (Luigi) Milano 7 luglio 1949. Dei due quello più basso, con la barba. «Per essere veramente efficaci nella satira bisogna essere giovani. Perché la satira richiede forza fisica, un’energia naturale per infuriarsi. Con gli anni subentrano la saggezza e la
malinconia, o almeno la voglia di divagare» • Su Anche le formiche, nel loro piccolo, si incazzano (il primo della serie, uscito nel 1991, vendette 700 mila copie): «Io e Michele raccoglievamo battute per fare un referendum tra addetti ed
eleggere la migliore. La cosa ebbe un successo tale che andammo alla Mondadori
a proporre un libro, ma fu rifiutato e così accantonammo il progetto. Oreste del Buono invece, con l’intuizione e il gusto che aveva, ci disse: lo porto io da Einaudi... Lui
dirigeva allora i Tascabili. Giulio Einaudi disse che se doveva essere un libro
popolare, allora voleva che una donna delle pulizie ne desse un parere. Dopo
una settimana riferì che la signora non aveva riso per niente. Uscimmo tra Proust e Balzac quasi in
clandestinità, perché ci fu una rivolta degli agenti di vendita...» (da un’intervista di Paolo Di Stefano) • Sposato, ha un figlio • Interista. Fumatore: «Non sono come Michele, sono capace di arrivare fino a sera senza fumare. E poi
mi piace fumare da solo, ho i miei riti, con il caffè, con la cioccolata...».