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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GILARDI

Piero Torino 3 agosto 1942. Artista • «L’arte non può essere consolatoria, ma deve essere un elemento della vita della gente, una
vita che oggi le nuove tecnologie stanno cambiando profondamente giorno per
giorno» • «Grazie ai suoi coloratissimi Tappeti-Natura, che riproducevano giocosamente
piante e frutti, divenne famoso poco più che ventenne, all’epoca dell’Arte Povera. Poi attraversò la stagione dell’animazione e dei “movimenti”, sempre pronto a colorare con le sue sculture di gommapiuma manifestazioni e
cortei (“ma per un po’ di anni - ricorda - ho anche collaborato con i servizi psichiatrici di Torino,
avevo un atelier con una decina di pazienti, alcuni dei quali schizofrenici”). Ora che ha superato i sessanta, anche se i suoi lavori sono esposti come
classici in importanti musei d’arte contemporanea, non rinuncia a mettersi in gioco, ed è tra i paladini della “tecno-arte”, ossia di quella tendenza internazionale che sposa gesto artistico e nuove
tecnologie» (Rocco Moliterni)
• I suoi primi tappeti in poliuretano espanso, con barriere coralline, greti di
fiume, prati fioriti e boschi di larici e betulle immersi nei suoni dell’estate e dell’inverno, affrontavano direttamente la necessità di togliere l’arte dal suo piedistallo, collocandola radicalmente a terra, facendone una
superficie calpestabile, qualcosa da porre non più solo dinanzi agli occhi, ma addirittura sotto i piedi. «Le sue installazioni sono sempre più spesso “interattive”, i visitatori d’una mostra o di un museo si trovano a far parte in qualche modo essi stessi dell’“opera”.
Vitigni danzanti, che ha realizzato per la prima volta una decina di anni fa, è una sorta di vigna-labirinto in cui toccando le foglie delle piante queste si
animano e si mettono a ballare a un ritmo di musica techno. Nel frattempo un
video ti dà la sensazione di essere quasi “aspirato” dalle piante. Un po’ di anni fa creò invece i Sassi parlanti (a Milano si videro alla rassegna Techne), sembravano sassi veri, ma se li
toccavi partivano suoni e rumori. Per un’altra mostra alla Triennale, sempre a Milano, studiò un marchingegno in cui mettevi le mani e alcuni sensori elettronici disegnavano
percorsi colorati collegati al battito cardiaco. Sulla stessa lunghezza d’onda Gilardi ha recentemtenrte progettato il Pav, un Parco d’Arte vivente, che ha proposto come strumento di riqualificazione di periferie
urbane: “Mi interessava affrontare in chiave tecnologica il rapporto tra arte e natura.
Si tratta di un parco che è anche un percorso tra atelier e installazioni, in cui il visitatore diventa
protagonista dell’esperienza artistica”. Il progetto è sulla scrivania di vari assessori, in attesa che lo finanzino. Al trapianto di
cellule staminali è dedicato il progetto
Mitopoiesis, uno spettacolo in cui si mescolano biotecnologie, danza e arte: “Io ho pensato alle scenografie . Si tratta di una collaborazione con l’associazione Arslab, che in passato ha dato vita a varie rassegne dedicate al
rapporto tra arte, scienza e tecnologia”. A Torino si ricorda ancora la Mole con i capelli, perché, in occasione di Arslab 2, una delle installazioni regalava, con tubi di
plastica animati dal vento, una sorta di capigliatura azzurra al più famoso monumento dell’Antonelli» (Moliterni) • «Se devo dire quali sono le mie radici, le vedo nel teatro popolare e nel teatro
barocco» (a Paolo Vagheggi). [Lauretta Colonnelli]