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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GERVASO

Roberto Roma 9 luglio 1937. Scrittore. Giornalista. Laurea in Lettere moderne. Scrive
su Mattino e Messaggero. Iniziò al Corriere della Sera. Da dodici anni conduce su Rete4 Peste e corna & gocce di storia, breve editoriale su fatti di costume o di attualità. Quaranta libri tradotti anche all’estero. Grande intervistatore (domande e risposte brevissime). Divulgatore di
biografie storiche (Cagliostro, Casanova, Claretta, Nerone ecc.). Celebre per i suoi aforismi • «Vivevo a Torino con i miei genitori e con mia sorella e ho conosciuto, non dico
la fame, ma il bisogno, gli stenti, che mi sono stati di grande insegnamento e
hanno contribuito a plasmare il mio carattere. A scuola me la sono sempre
cavata, ma la mia pagella era più irta di sei e di sette che di otto, di nove, di dieci. Un po’ meglio sono andato all’università, ma mi sono laureato a ventotto anni. E non perché battessi la fiacca, ma perché, a ventitré, con il viatico di Montanelli, entrai al Corriere della Sera. Ero reduce da un
infelice viaggio negli Stati Uniti dove, con una borsa di studio Fulbright,
avrei dovuto fermarmi due anni. Ma dopo soli tre mesi mi buscai un devastante
esaurimento nervoso e dovetti rientrare in Italia. Al Corriere della Sera feci
per un anno e mezzo il cronista di nera. Avevo i nervi a pezzi e atroci coliche
renali, ma strinsi i denti e i pugni e mai cedetti alla tentazione di piantare
tutto, di dire addio al giornalismo. Montanelli che — come me — ciclicamente soffriva di depressione, mi fu molto vicino. Quando si rese conto
che non ce la facevo, ottenne il mio trasferimento a Roma, dove lui viveva con
la moglie Colette. Io mi acquartierai a casa di mio nonno e delle mie quattro
zie finché non mi emancipai e con i diritti d’autore del primo libro,
L’Italia dei secoli bui, scritto a quattro mani con il grande Maestro, affittai una bellissima mansarda
dietro piazza Navona. Più tardi conobbi Vittoria e ci sposammo. Lasciai il Corriere della Sera e scrissi
su molti altri giornali, feci tanta radio e tanta televisione. Erano gli anni
Settanta, la contestazione aveva lasciato nella società rovinosi strascichi di permissivismo e, insieme, d’intolleranza. Chi non militava a sinistra, era, ipso facto, di destra. E chi era
di destra, non era un liberale, un conservatore, un moderato. Chi era di
destra, era un fascista. Io, e non per eroismo, ma per temperamento, non
abiurai la mia fede politica e questo mi valse le censure e gli anatemi di
molti colleghi»
• Con Montanelli ha scritto i primi sei volumi della Storia d’Italia (Rizzoli). Da ultimo per Mondadori Italiani pecore anarchiche (2003), Eros e coppia (2005), Ve li racconto io. A tu per tu con i protagonisti del Novecento (2006) • Presidente onorario dell’Esda (European sexual dysfunction alliance) • Il suo nome era nella lista della P2 e Berlusconi sostiene che fu proprio lui a
presentargli Licio Gelli • Indossa sempre e solo il papillon • Dalla moglie Vittoria ha avuto una figlia, Veronica (Roma 13 gennaio 1974),
giornalista a Mediaset.