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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GENTILINI

Giancarlo Vittorio Veneto (Treviso) 3 agosto 1929. Politico. Antesignano della tolleranza
zero verso clandestini e delinquenti. Ex sindaco di Treviso (1994-2003). Dal
2004 vicesindaco (ma nel cuore si sente sempre il titolare). Alle comunali del
2008 la Lista “Gentilini per Treviso” è stata la più votata (20%). «Io farei il dittatore» • Ha rifiutato di candidarsi al Parlamento europeo «perché buttarsi in politica significa piegarsi a compromessi e io sono un uomo dalla
schiena dritta» • «Ex avvocato in pensione, è “lo sceriffo”, una leggenda vivente nel Nordest, più popolare di Cacciari, più amato di Bossi, che con i sindaci ci va cauto dopo aver definito Formentini “il nostro De Gaulle”, più che mai cauto con questo stizzoso spaccamontagne che un giorno lo chiamò per dirgli che Pontida “xè una storia da mona”» (Giancarlo Dotto) • «Non è mai uscito dalla sua città» (Marisa Fumagalli) • «Sono anni che le spara grosse. Un giorno barrisce che i clandestini vanno
deportati “con i vagoni piombati” (con un occhio benevolo solo per le prostitute “navi scuola della gioventù”), un altro sbuffa che lo scrittore Comisso “in fondo el gera reciòn”, un altro ancora avverte gli ulivisti che saranno fatti fuori come i conigli
con “un colpo secco alla nuca per non farli soffrire”. E sono anni che, mentre le sinistre insorgono scandalizzate, le destre la
buttano sullo scherzo: è fatto così, non va preso sul serio, fa solo delle battute...» (Gian Antonio Stella)
• Da ultimo ha invocato una «pulizia etnica contro i culattoni» (poi ammorbidita in «tabula rasa»), ordinato alla polizia municipale di arrestare le donne con il burqa e ammesso
che «il ventennio» di amministrazione leghista a Treviso gli ricorda «il passato, la maschia gioventù che lavorava, faceva il suo dovere e obbediva alle leggi» • «Tutte le volte partono gli inviati dei giornali, escono titoloni in prima
pagina, la sinistra e i filosofi si indignano. Senonché, nella realtà, a Treviso nessuno ha mai sparato a nessun immigrato, neanche dopo che due
clandestini hanno sgozzato e seviziato i due vecchi guardiani della villa di
Gorgo. E invece a Castelgarden, appena fuori dalla città, c’è la moschea, e Treviso dà lavoro a centomila stranieri e ha persino fatto il gemellaggio con Timisoara.
Perciò Gentilini è come Bossi, le spara grosse perché se no non si diverte» (Dell’Arti)
• «La stampa nazionale tratta Gentilini come una macchietta, ma sbaglia: Gentilini è molto amato dalla popolazione, conquista la maggioranza da solo. Lui ha una
precisa idea di Treviso: deve superare in ricchezza Verona, Vicenza, Padova,
disoccupazione zero, stazione ferroviaria pulita come e più delle altre piazze, niente islamici in bivacco davanti alle chiese, gli alpini
sono la nostra gloria militare, tutte le nostre battaglie, vinte o perse, sono
il nostro onore, guai a chi tocca la tradizione, i lavoratori stranieri possono
entrare ma senza portare con sé pezzi delle loro civiltà» (Ferdinando Camon
). [bcz]