Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
GEMMA Giuliano Roma 2 settembre 1938. Attore. Nastro d’argento alla carriera nel 2008. Nei primi film noto come Montgomery Wood
GEMMA Giuliano Roma 2 settembre 1938. Attore. Nastro d’argento alla carriera nel 2008. Nei primi film noto come Montgomery Wood. «Ex simbolo del western all’italiana» (Valerio Cappelli), da ultimo visto soprattutto in tv: è stato il colonnello Fioravanti de Il capitano, Navarro Valls in Pope John Paul II, Tito in Pompei ecc. • «Fu il primo italiano a non usare controfigure, un po’ per risparmiare sul cachet un po’ perché impazziva per i salti, le scazzottate e i cavalli montati a pelo come un Apache» (Francesco Specchia) • «Nasco saltimbanco. A 14 anni ero alto 1 e 80, facevo ginnastica però faticavo troppo sugli anelli e mollai per andare al Cral Mattatoio di pugilato a Testaccio. Non avevo abbastanza grinta, non ero pronto psicologicamente, quando salivo sul ring l’emozione del pubblico mi tagliava le gambe. E mi spostai sui tuffi. Al cinema cominciai da stuntman, non so quante volte sono caduto da cavallo. La mia prima battuta come attore nel 1958, per Venezia, la luna e tu con Alberto Sordi, mi chiamava Brando perché diceva che somigliavo a Marlon Brando. Devo molto a Duccio Tessari. Dopo Messalina, lo reincontrai a Porta Portese, ero in divisa, mi chiese: “Che film stai girando?”. “Un film che dura 16 mesi, sto facendo il militare’. Mi fece tingere i capelli di biondo platino e mi prese per Arrivano i titani, ero un figlio di Giove, aveva bisogno di un atleta. Da lì è cominciata la mia carriera. Un dollaro bucato e Una pistola per Ringo hanno avuto successo in tutto il mondo. Per non restare prigioniero del personaggio, ho avuto il coraggio di recitare in film con compensi molto bassi. Per Corbari, la storia di un partigiano, chiesi solo i diritti per l’estero. Nessuno ci credeva. Invece lo vendetti bene. Nel Gattopardo faccio un’apparizione, Visconti mi disse che era troppo lungo e tagliò una mia scena con Delon. L’unico intellettuale che si prese il rischio di farmi lavorare fu Zurlini nel Deserto dei tartari (per questo film vinse il David di Donatello come miglior attore - ndr). Poi venne Il prefetto di ferro, Monicelli con Speriamo che sia femmina. Non ho rimpianti. Non ho fatto gavetta, ho girato 80 film, sono andato in Costa d’Avorio con una decina di colleghi e tutti venivano da me, io ero a disagio. Arrivano i titani passa ogni anno in tv» • Sposato con la giornalista Daniela “Baba” Richerme (Torino 11 marzo 1959), due figlie: Vera (vedi) e Giuliana. Scultore, preferisce il bronzo lucidato.