Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
GATTI Guglielmo Brescia 21 luglio 1964. Studente. Condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Brescia per aver ucciso a mazzate sulla testa gli zii Aldo Donegani e Luisa De Leo, scomparsi il 30 luglio 2005 (teste ritrovate in un bosco a Provaglio d’Iseo il 22 gennaio e il 25 novembre 2006) • «Studioso, capace di eccellere in tutte le materie» (la maestra Domenica Tassi della scuola elementare “Colombo”), primo della classe al liceo («il punto di riferimento per tutti, soprattutto in matematica», raccontò un compagno), interruppe gli studi di ingegneria per volontà del padre, che gli impose di fare il militare (alpino in Alto Adige)
GATTI Guglielmo Brescia 21 luglio 1964. Studente. Condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Brescia per aver ucciso a mazzate sulla testa gli zii Aldo Donegani e Luisa De Leo, scomparsi il 30 luglio 2005 (teste ritrovate in un bosco a Provaglio d’Iseo il 22 gennaio e il 25 novembre 2006) • «Studioso, capace di eccellere in tutte le materie» (la maestra Domenica Tassi della scuola elementare “Colombo”), primo della classe al liceo («il punto di riferimento per tutti, soprattutto in matematica», raccontò un compagno), interruppe gli studi di ingegneria per volontà del padre, che gli impose di fare il militare (alpino in Alto Adige). Madre gravemente malata e padre non in ottime condizioni, finita la naja prese ad accudire i genitori pre riprendere gli studi solo dopo la loro morte (giugno 2005) • Ha ammesso: «Una volta ho visto mia zia dalla finestra dare un bacio in bocca a un’altra donna... Un bacio come nei film. Non si preoccupavano di nascondersi. Ospitavano altre coppie, mi facevano squallore e tristezza» • Si dichiara innocente: «Lo scontrino trovato appallottolato sulla sua libreria, per tre confezioni di sedani rinvenuti accanto ai resti degli zii in fondo al passo del Vivione? “Non è mio e poi io non compro certa verdura”. L’avvistamento da parte di una famigliola in vacanza sui tornanti del Vivione? “In quel posto non ci sono mai stato. Si tratta di mitomani”. Le tracce di sangue in casa? “La prima volta che sono venuti i carabinieri non c’erano, poi sono saltate fuori. Magari le hanno portate con le loro stesse scarpe”» (Enrico Bonerandi).