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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GATTI Daniele Milano 6 novembre 1961. Direttore d’orchestra • Direttore dell’Orchestre National de France (debutto a Bayreuth il 25 luglio 2008 con Parsifal) e della Royal Philharmonic Orchestra di Londra (1996-2009)

GATTI Daniele Milano 6 novembre 1961. Direttore d’orchestra • Direttore dell’Orchestre National de France (debutto a Bayreuth il 25 luglio 2008 con Parsifal) e della Royal Philharmonic Orchestra di Londra (1996-2009). Ex direttore musicale del Teatro Comunale di Bologna (1997-2007) e dell’Accademia di Santa Cecilia (1992-1997). Direttore ospite principale della Royal Opera House di Londra. Nel 2008 ha diretto tra l’altro Wozzeck (di Berg, alla Scala), Parsifal (Wagner, all’Auditorium di Roma), ricevendo quasi sempre critiche entusiaste • «L’umanità di Carlo Maria Giulini. Da ragazzo trovai il suo numero sull’elenco telefonico, lo chiamai e lui mi ricevette a casa sua, concedendomi il suo tempo. Come interprete ho poi riscoperto recentemente Arturo Toscanini: più invecchio e più lo apprezzo. E quindi Claudio Abbado: negli anni in cui ero studente del conservatorio a Milano c’era il festival Stravinskij, quello dedicato a Berg, un altro a Musorgskij, e poi a Debussy; per un giovane come me un’illuminazione dopo l’altra. Grazie a lui mi sono avvicinato al mondo di Mahler. Abbado è una persona che sa essere anche disponibile. Lo stesso accadeva con Giuseppe Sinopoli: ci sentivamo al telefono ogni tanto e mi dava qualche prezioso consiglio. Gli anni di Muti alla Scala li ho vissuti un po’ meno perché già lavoravo: anche lui, comunque, ha lasciato delle interpretazioni che mi hanno molto colpito» (da un’intervista di Riccardo Lenzi) • «Io non ho avuto mai problemi con le prime donne: tutto sta nel fare chiarezza prima dell’inizio della cooperazione. Non c’è nessuno al servizio di qualcun altro: siamo tutti al servizio della musica. Puntare sempre sulla qualità, è il mio segreto. E sui giusti criteri interpretativi, sulla profondità delle letture. Non soltanto preparare uno spettacolo tecnicamente perfetto, ma percepire la profondità di un’idea, di un messaggio musicale» • «Non si può bacchettare il pubblico su ogni cosa, per come si veste, perché talora esprime il suo dissenso, perché qualche volta si dimentica il telefonino acceso. Ci si lamenta che la musica classica è poco frequentata, ma mi pare che si sta facendo di tutto per rendere la vita difficile a chi ci prova» • «Da un po’ di tempo odio prendere l’aereo così mi sono comprato un fuoristrada potente e in un anno ci ho fatto 40.000 km. Preferisco prendermi un giorno in più piuttosto che fare due scali. E poi telefono, ascolto musica, vado in trattoria... è un altro modo di viaggiare. Tempo fa avevo Falstaff a Dresda e Simone a Vienna: finivo Simone alle 22, prendevo tre lattine di Coca-Cola, due panini coi wurstel e via in Porsche. Alle 4 andavo a dormire a Dresda; dopo lo spettacolo tornavo a Vienna» (da un’intervista di Alfredo Gasponi).