Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
FRECCERO
Carlo Savona 5 agosto 1947. Autore e dirigente televisivo. Ex direttore di Raidue
(agosto 1996-febbraio 2002), poi cinque anni pagato per non fare niente («colpa del berlusconismo, ma non solo»), alla fine ha fatto causa alla Rai. Breve ritorno in Rai nell’ottobre 2005 tra gli autori di Rockpolitick. Dal luglio 2007 presidente di
RaiSat: «È come se proponessero a Kakà di giocare nell’Avellino». Direttore di Raiquattro, nuovo canale digitale della Rai
• Prima era stato direttore dei programmi di Italia 1, assistente del presidente
a Rete 4, direttore de La Cinq e di Italia 1, consulente di Raiuno. «Ho iniziato col cinema parecchi anni fa quando da ricercatore di Filosofia a
Milano scrissi trecento riassunti di film per un’enciclopedia di Berlusconi e lui, stupito dalla velocità del lavoro, mi assunse a Canale 5» • «La sua fama di innovatore televisivo comincia in Mediaset che però allora si chiamava Fininvest. A Parigi, alla Cinq (sempre per conto di
Berlusconi), il genio non funziona e il giovane creativo deluso ripara in
Italia. A capo di Raidue, Enzo Siciliano presidente, viene accolto come
salvatore della Patria. Il primo anno qualche novità la tenta per davvero e il Macao demenziale di Gianni Boncompagni e Alba Parietti diventa il tormentone
nazionale. Poi, l’affloscio» (Pietrangelo Buttafuoco) • «Diventato direttore, l’8 agosto 1996 coniò uno slogan per la sua Raidue: “L’innovazione e la memoria”. Ha tenuto fede al suo motto. Il programma per cui sarà ricordato È Anima mia, un vero cult: partito il 24 gennaio 1997, in prima serata, con Fabio Fazio,
Claudio Baglioni e Sabina Ciuffini, È stato un trionfo (oltre 6 milioni, fino a 7 milioni e mezzo nell’ultima puntata), ma soprattutto per la critica tutta favorevole. A rimpiazzare Anima mia ci pensò Pippo Chennedy show, per l’occasione Dandini&Co lasciarono la terza rete per Raidue. Lontani dai 6 milioni, il programma fu
però un discreto successo. Ma non tutto È stato felice: la storia di Carosello di Marco Giusti, con Ambra in versione intellettuale, non andò secondo le previsioni. Piovvero le critiche: improvvisazione. E Macao? Da tv del vuoto a unico programma intelligente (Enzo Siciliano dixit). Lo show
con Alba Parietti diventò una sorta di Quelli della notte versione giovane e gli ascolti potevano considerarsi soddisfacenti. Dopo la
pausa estiva, il declino. E un’ingloriosa chiusura forzata (gennaio 1998) per mancanza di telespettatori» (Maria Volpe) • «Appena arriva a dirigere una rete assesta un paio di mazzate in giro. All’inizio il sangue sgorga copioso, la circolazione di idee e di articoli sui
giornali È esuberante. Il salasso rinvigorisce gli ascolti e le opinioni degli opinion
leader. Poi però inizia la coagulazione: audience e simpatie si rapprendono, la televisione
cicatrizza le novità e comincia la fase di rigetto: l’ordine della tv (l’ordine dei politici, l’ordine dei cassieri, insomma l’ordine) deve sopravvivere al disordine. E la televisione sopravvive a Freccero» (Gualtiero Peirce)
• «Ho lasciato Berlusconi il 5 maggio 1992. All’inizio della mia direzione di Italia 1 misi in onda sia Gianfranco Funari che
Giuliano Ferrara: erano programmi che affrontavano le magagne di Tangentopoli
con l’obiettivo di controprogrammare la Rai 3 di Angelo Guglielmi. Berlusconi ci vide
la possibilità di un inizio di commistione tra politica e televisione. Non ero d’accordo. E da quel momento ho incontrato solo qualche volta Fedele Confalonieri
a qualche convegno. Quando una storia finisce, finisce»
• Tiene corsi di teorie e tecniche del linguaggio televisivo all’Università Roma Tre, e all’Università degli studi di Genova. Autore di diversi saggi scientifico-divulgativi • Dal 2007 “Chief advisor” (non retribuito) per la Cultura del sindaco di Genova Marta Vincenzi • Dal 14 luglio 2008 direttore di Raiquattro, canale free del digidale terrestre. Nonostante non sappia assolutamente usare il computer, dichiara: «Una rete per un pubblico giovane, che naviga su Internet, sensibile alle
suggestioni della moderna comunicazione. La moltiplicazione dei canali e l’interattività producono, accanto a quello passivo della tv generalista, un nuovo pubblico:
sono giocolieri, utenti televisivi provenienti dal web, che mandano filmati,
fanno a loro modo giornalismo. Raiquattro vuole intercettarli e trasformare gli
spettatori in autori: il web sarà una fonte formidabile»
• «Una tv fatta con “gli scarti” della tv normale È il notevole paradosso inventato da Carlo Freccero per la sua nuova Raiquattro.
Freccero sa benissimo che con quello che non va in onda sui soliti canali si può costruire la migliore tv del mondo. E ci gioca, quindi, con il concetto: ma per
mille motivi È ben lontano dall’impresa vera, quella che nessuno, ai piani alti Rai, gli consentirà mai. Quello che È proibito dire È che mai e poi mai i dirigenti alle prese con i conti dell’Auditel rischieranno davvero di creare altrove un prodotto accattivante» (Antonio Dipollina)
• «Carlo Freccero, avendo il complesso della cultura, È costretto a inventarsi ascendenze situazioniste e a convincersi che la
televisione sia un derivato del mass mediologo Guy Debord» (Pierluigi Battista) • Attore in Il segreto del successo (Massimo Martelli 2003) e Volevo solo dormirle addosso (Eugenio Cappuccio 2004), dove interpreta un direttore televisivo licenziato •Sposato con Daniela. [bas]