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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

FORMIGONI

Roberto Lecco 30 marzo 1947. Per i suoi collaboratori “il Celeste”. Politico (Forza Italia/Pdl). Nel 1995, 2000, 2005 eletto presidente della
Regione Lombardia. «Buttiglione fa il filosofo, ma è laureato in Legge. Sono io quello laureato in Filosofia». [azz]


Ultime Il Governance Poll di Ipr Marketing l’ha messo in testa alla classifica dei governatori più amati • Ha capeggiato il movimento contro la cessione dell’Alitalia ad Air France che avrebbe provocato il ridimensionamento dell’aeroporto di Milano Malpensa: «Mi sembra una scelta folle, concepibile solo da una compagnia come Air France
che ha interesse strategico a sviluppare i propri hub di Parigi e Amsterdam
avendo poi una piccola propaggine al sud, a Roma, e togliendo di mezzo il
proprio concorrente più importante, che è Malpensa. I francesi ritengono di sviluppare l’aeroporto di Fiumicino, abbandonando Malpensa e penalizzandola per almeno un
paio di anni, il tempo di cui noi avremo bisogno per riorganizzare gli
aeroporti del Nord prescindendo da Alitalia. Che Air France persegua questo
interesse è comprensibile, ma che Alitalia si metta in mano al proprio nemico storico
autolimitandosi a diventare una compagnia regionale, e al massimo che serve metà del paese, il centro-sud d’Italia, questo appare inaccettabile» (sulla vicenda Alitalia vedi anche PADOA-SCHIOPPA Tommaso e BERLUSCONI Silvio)
• è stato eletto al Senato (Pdl). Ha fatto di tutto per ottenere un importante
incarico di governo dopo le elezioni del 2008. Berlusconi lo ha persuaso a
restare in Lombardia, dove le possibilità di una vittoria leghista sarebbero state assai elevate.



Vita Padre ingegnere, madre insegnante-casalinga: «La mia era una famiglia unita e serena, con due genitori amorevoli e severi
quanto basta, una sorella e un fratello più piccoli. I miei genitori sono morti nel 2000, a distanza di sei giorni uno dall’altro» • «Hanno detto che mio padre era un assassino, ma non è vero. Nel dopoguerra fu accusato di aver partecipato all’uccisione di quattro partigiani a Missaglia, un paese della Brianza dove era
podestà e dove lavorava come ingegnere responsabile della cementeria. Non era andato in
guerra proprio perché faceva un lavoro di utilità bellica. Alla fine del 1944 c’erano stati scontri cruenti tra partigiani e fascisti che finirono con la
fucilazione di quattro ragazzi del paese. Mio padre fu processato: ma, prima
della conclusione, venne prosciolto con l’amnistia voluta da Togliatti. Ho studiato attentamente le carte del processo e
ho visto che, in ogni caso, la sua posizione si stava risolvendo e sarebbe
stato sicuramente assolto. Lo interrogai e lui negò sempre, con grande calma e quindi con grande convincimento, qualsiasi
partecipazione a episodi di violenza. Perciò io sono sicuro, come può essere sicuro un figlio, della sua innocenza. Del resto mio padre non rinnegava
il fatto di essere stato fascista. Votò per il Movimento sociale finché non ebbe l’occasione di votare per me. Ed era noto che da ragazzo aveva partecipato alla
marcia su Roma. A questo proposito c’è persino un particolare divertente. Riguarda l’uso che un adolescente può fare di un fatto serio e drammatico, come la marcia su Roma. Nel 1922 mio padre
aveva solo 18 anni e per lui fu probabilmente poco più di una scampagnata, perché dopo qualche giorno era già tornato a casa. Ma io ne approfittai nella polemica per le prime libertà. Dicevo: “Non rompere le scatole. Tu alla mia età hai fatto la marcia su Roma e io non posso neanche avere le chiavi di casa”. Aprì la strada a tutte le altre libertà, comprese quelle dei miei fratelli, che essendo più piccoli, godevano gratis i frutti delle mie fatiche di emancipazione. Erano gli
anni del liceo e, come tutti i ragazzi, io volevo le ali. Fuori di metafora
feci anche un corso di pilota di aerei e arrivai a guidare un piper insieme al
mio compagno di classe Roberto Castelli» (da un’intervista di Stefania Rossini)
• «Verso i vent’anni la mia vita cambiò. Avevo già aderito alla Gioventù studentesca, l’organizzazione cattolica dell’epoca, ma vivevo anch’io lo spirito del tempo, pieno di ansie e anelito al mutamento. Don Giussani ci
dimostrò che si poteva cambiare il mondo essendo cristiani. Ci fece capire che non
avremmo dovuto rinunciare a niente, ma che anzi avremmo approfondito la
dimensione del tutto. Aveva un carisma assoluto. Era capace di dedicare ore
intere al colloquio con uno solo di noi. Non ho più incontrato una persona così umanamente completa e travolgente»
• Dal 1967 con Comunione e liberazione, ne fu a lungo il leader. Laurea alla
Cattolica di Milano con una tesi sugli Studi giovanili di Marx, nel 1976 fondò il Movimento popolare, emanazione politica di Cl. Con la Democrazia cristiana
fu eletto nel 1984 e 1989 al Parlamento europeo, nel 1987 e 1992 alla Camera
(rieletto nel 1994 col Ppi). Sottosegretario all’Ambiente nel governo Ciampi (1993-1994), nel 2006 fu eletto al Senato (rinunciò) • è molto alto. [baa]


Critica «Ama descriversi come un generale giovane ma carico di medaglie. è vero solo per le medaglie» (Enrico Arosio) • «Servo del padrone, fascista, integralista. Gliene hanno dette di tutti i colori.
Per i gruppettari era un nemico ideale. Un cattolico che non faceva finta di
non esserlo, che sbandierava la sua verginità. Eppure era un ragazzo come tutti gli altri, con gli stessi miti, le stesse
abitudini. Organizzava movimenti giovanili, viveva in una specie di comune,
leggeva i classici del marxismo. Ma era il leader di Comunione e liberazione, l’unico movimento giovanile che, nel vuoto lasciato dai partiti, osava opporsi all’attivismo dei gruppi extra-parlamentari» (Claudio Sabelli Fioretti)
• «Ha capito in anticipo sulla concorrenza che dal palcoscenico della Lombardia,
nel ruolo di governatore della prima regione d’Italia (9 milioni di abitanti), avrebbe avuto grandissima visibilità. Sono anni che ambisce a un ruolo sempre più eminente. Gli effetti a volte sono stati discutibili: come nello sbandieramento
del voto di castità» (Maurizio Tortorella) • «Anche soltanto affidandosi alla memoria, viene in mente che fece della sua
popolarità una questione internazionale fondando il Milan club al Parlamento europeo. E
che fece della sua caratura politica una questione intercontinentale stringendo
rapporti con Saddam Hussein, sicuramente non illeciti [risvolti corruttivi di “Oil-for-Food”: “Arek Aziz, l’ex primo ministro (cristiano) del regime di Saddam Hussein, ha testimoniato
sotto giuramento che ‘il governatore della Lombardia Formigoni ha ricevuto assegnazioni di petrolio’, fino a un anno prima della guerra, perché il governo di Bagdad ‘intendeva concedere il greggio alle persone considerate sue amiche’, in quanto tenevano un atteggiamento politicamente positivo nei confronti dell’Iraq’” (Paolo Biondani), sicuramente imprudenti. E che fece della gestione del suo corpo una questione pubblica e scandalosa,
annunciandosi vergine come Rosy Bindi in tempi in cui si raccoglievano i frutti
scintillanti della rivoluzione sessuale degli anni Settanta. E che però in tempi diversi, più recenti e meno spavaldi, sciorinò il cambiamento di rotta sotto forma di fotomodella, tal signorina Emanuela
Talenti, che per qualche settimana (campagna elettorale per le Regionali del
2000) si qualificò come fidanzata di Formigoni e successivamente (dopo l’elezione di Formigoni, neo presidente e neo single) come ex fidanzata di
Formigoni» (Mattia Feltri)
• «Paura di gettarsi nel vuoto non ne ha. Basti ricordare cosa gli combinarono
quelli di Canale 5 quando, con la scusa di un’intervista, lo caricarono su un elicottero. Sul più bello, mentre sorvolavano il Lago di Como davanti a Lecco, videro un uomo
cadere in acqua da una barca: “Aiuto! Aiuto!”. “SuperBobo” non ci pensò un attimo: “Imbragatemi: mi calo io”. E finì scaricato, dopo mille peripezie, nella piscina di una villa dove due molossi
presero a ringhiargli contro mentre dall’alto calava una scritta: “Sei su
Scherzi a parte”» (Gian Antonio Stella) • «Io non sono mai stato fidanzato con nessuno» (CdS Magazine). [bab]