Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
FORLANI
Arnaldo Pesaro (Pesaro e Urbino) 8 dicembre 1925. Politico. Laurea in Legge, giornalista
professionista, deputato della Democrazia cristiana dal 1958 al 1994, nel 1969
divenne segretario del partito (rieletto nel 1989). Dall’ottobre 1980 al maggio 1981 fu presidente del Consiglio (è il periodo in cui scoppiò lo scandalo della P2). Ministro degli Esteri nell’Andreotti III, IV e V (1976-1979), vicepresidente del Consiglio nel Craxi I e II
(1983-1987). «Si può aver ragione ma sbagliare lo stesso»
• Padre agricoltore, mamma maestra. Ai bei tempi perennemente in gessato. Furbo,
prudente, è la “F” del Caf che dominò gli anni Ottanta (Craxi-Andreotti-Forlani). Il 16 maggio 1992 mancò il Quirinale per soli 39 voti, «fronda andreottiana, pare» (Sebastiano Messina): «Ero totalmente disinteressato all’esito finale. Dovetti presentarmi candidato in quanto segretario della Dc ma le
assicuro che non ho sofferto lo stress degli scrutini, forse un po’ patirono i miei familiari» (ad Alessandra Longo)
• Fu processato per la maxitangente Enimont insieme a tutti i segretari del
vecchio pentapartito nell’ambito dell’inchiesta Mani pulite (vedi DI PIETRO Antonio): tristemente memorabile la sua
deposizione in tribunale (17 dicembre 1993), pallido, quasi incapace di aprir
bocca, un filo di saliva all’angolo delle labbra • «Condannato definitivamente nel 1998 a due anni e quattro mesi, appena possibile
Forlani ha chiesto l’affido ponendo tra le opzioni, si scrisse, la guardiania di una chiesa, la cura
di una biblioteca, la Comunità di Sant’Egidio o la Caritas. Quest’ultima istituzione si è presa in carico l’ex leader della Dc, che pur con tutti i limiti del rango e dell’ufficio svolto, resta una delle figure più distaccate (e pigre) e civili, comunque, della Prima Repubblica. Così, fino all’ottobre del 2003 il democristiano che la penna arguta e fiorentina di Gianfranco
Piazzesi aveva illustrato come “Il Coniglio Mannaro” si è diviso fra la sua casa dell’Eur-Laurentino e la sede centrale dell’organizzazione benefica della Chiesa cattolica occupandosi di relazioni
internazionali, progetti di legge e pubblicazioni» (Filippo Ceccarelli)
• «Con garbo doroteo rispondeva ai cronisti e con lo stesso garbo non diceva nulla
di interessante. Gli si faceva presente: “Segretario, non sta dicendo niente...”. E lui, sempre con garbo, magari con un sorriso: “Ah, sapessi, carissimo: io potrei andare avanti così per ore”» (Stefano Di Michele) • Padre putativo di Pier Ferdinando Casini (prima discepolo, poi collaboratore,
poi portavoce), alle elezioni politiche del 2008 gli aveva consigliato di «mettere da parte certe forme di orgoglio personale, certe bizze» e di entrare nel Pdl • Sposato, tre figli, tra i quali Alessandro (Roma 12 marzo 1959), nel 2001
eletto al Senato col Biancofiore, nel 2006 alla Camera con l’Udc, nel 2008 candidato ancora con l’Udc ma non eletto • Interista e buon mediano in gioventù. [azw]