Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
FORGIOLI
Attilio Salò (Brescia) 17 marzo 1933. Pittore • «Se sto bene faccio dipinti grandi, se no, piccoli; io in fondo faccio solo
paesaggi, i miei soggetti sono spesso mentali, come nel caso dell’aereo» • «Forgioli comincia con delle immagini di campi di concentramento, a fine anni
Cinquanta, e allora legge Majakovskij e Brecht; inoltre gli piace la pittura di
Morlotti e, in genere, l’informale, ma quale? Piuttosto la versione naturalista di Arcangeli che quella
densa di sensuali significati proposta da Testori; capisce la pittura di Van
Gogh, e quella di Bonnard, e considera la prima meno sapiente, meno colta dell’altra, e colta del resto appare a Forgioli la sua stessa arte. Una ventina di
anni fa dipingeva isole, nodi di colore al centro della tela e attorno il
vuoto; era questo suo singolare senso dello spazio a colpire: pittura come di
un nucleo, con una tavolozza spesso fredda» (Carlo Arturo Quintavalle)
• «Il tema delle isole è legato ai miei viaggi in Sicilia, alla luce, io sono nato sul lago di Garda, a
Salò, luce pure lì. Nei miei quadri c’è sempre un rapporto fra pieno e vuoto, del resto nel lago c’è sempre un vuoto e al centro sono le cose» • Dipinge anche montagne, fiori, piante, animali, bistecche, jeans slavati,
frutta. «Uso una sola tavolozza per ogni quadro, così il colore dell’altro dipinto non mi condiziona, le tavolozze alla fine le butta via la
portinaia» • Studio a Milano, quarto piano in via Fiori Chiari, nella stesso palazzo dello
studio di Piero Manzoni, che però stava al pian terreno. [Lauretta Colonnelli]