Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
FOLLINI
Marco (Giuseppe) Roma 26 settembre 1954. Politico. Senatore del Partito democratico.
Democristiano di lungo corso, ha conosciuto Moro a 14 anni (due ore di
colloquio, Moro gli dava del lei), iscrivendosi al partito e proclamandosi
doroteo. Nel maggio 77 diventa segretario del Movimento giovanile (Ceccarelli: «vennero Moro, Andreotti e Zaccagnini. Gli aspetti per così dire pratici della promozione folliniana furono sbrigati da Pisanu. Una volta a
Roma, Follini ebbe l’autista e uno stanzone in un palazzo a largo Arenula. Cominciava quella che si
dice una brillante carriera»). Nel 1986 entra nel Consiglio d’am­ministra­zione della Rai, dove rimane fino al 1993. Sciolta la Dc, va con Casini prima
nel Ccd (di cui assume la presidenza) e poi nell’Udc di cui diventa segretario nel 2002. Deputato per la prima volta nel 1996
(con il centrodestra), poi rieletto, sempre nel centrodestra, nel 2001, viene
nominato vicepresidente del Consiglio da Berlusconi il 2 dicembre del 2004.
Quando quell’esecutivo va in crisi e si forma poi il Berlusconi III, però, Follini si rifiuta di farne parte: ormai da tempo fa la fronda alla politica
personalistica del Cavaliere e si batte per un ritorno a una politica delle
mediazioni, sottratta al prevalere delle singole personalità e regolata da una riforma elettorale basata sul proporzionale classico, con le
preferenze. Quando, nello scorcio finale della XIV legislatura, Casini persuade
Berlusconi a varare la riforma elettorale detta più tardi “porcellum” (vedi CALDEROLI Roberto), Follini si dimette da segretario dell’Udc («immaginavo una legge in cui la furbizia e la virtù si tenessero in equilibrio, e non una situazione in cui l’una schiacciasse l’altra»)
• Il primo distacco da Casini si fa risalire al 2001: Follini, memore della
passata esperienza in Rai, chiese il ministero delle Comunicazioni e Casini
manovrò per non farglielo avere. Il distacco definitivo avvenne nel corso della XV
legislatura: eletto senatore, contrasta la leadership di Casini, a suo dire
troppo succube di Berlusconi, vota no al referendum costituzionale del giugno
2006 (contro le indicazioni del partito), dichiara che l’Udc deve proclamare chiusa l’esperienza della Casa delle Libertà (estate 2006), esce poi dal gruppo dell’Udc (ottobre) e fonda un nuovo partito, l’Italia di mezzo, che poi confluirà nel Pd. Infine, quando Prodi, messo in crisi sulla politica estera, chiede
nuovamente la fiducia, vota a favore entrando stabilmente a far parte della
maggioranza di centrosinistra. Viene infatti inserito nel gruppo dei 45 che,
nel maggio 2007, deve elaborare le linee guida del Partito democratico e, dopo
l’elezione a segretario di Veltroni, è nominato Responsabile nazionale delle politiche dell’informazione. Ricandidato al Senato nelle politiche del 2008, viene eletto in
Campania
• «Follini è il prodotto più singolare e solitario di questi mutamenti e di queste contaminazioni: cattolico
ma laico in politica, moderato ma liberale in economia, progressista ma nemico
giurato dell’estremismo» (Antonio Polito - Nicola Rossi) • Nel libro di Pasquale Chessa Guerra civile. 1943-1945-1948. Una storia fotografica (Mondadori 2005) appare una foto del padre Vittorio, scattata il 28 aprile 1945
a Piacenza: «è il giorno della Liberazione. Addossato a un muro, riverso, c’è un repubblichino appena fucilato; e ai piedi di quel cadavere, come davanti a
un trofeo di caccia, una dozzina di partigiani armati. Il secondo a destra è il padre». Follini: «A 16 anni gli era scattata la molla di andarsene in montagna. Suo padre, cioè mio nonno, era un ufficiale e dopo aver combattuto in Africa con Rommel, finì in un campo di prigionia in America. Mio padre fece la scelta opposta: si
arruolò in una brigata di “Giustizia e Libertà”». Vittorio Follini, scomparso nel 2003, fu più tardi vicequestore di Piacenza, giornalista dell’Ap e collaboratore di Moro
• Ha pubblicato vari libri dedicati alla storia democristiana: Il tarlo della politica (Rusconi 1988), L’arcipelago democristiano (Laterza 1990), C’era una volta la Dc (Il Mulino 1994), La Dc (Il Mulino 2000). Ultimi libri: Uno contro tutti (Marsilio 2007, con Carlo Puca), La volpe e il leone (Sellerio 2008) • Ha firmato il cosiddetto “patto generazionale” (vedi JOSI Luca), un impegno a ritirarsi al compimento dei 60 anni • Soprannominato Harry Potter, per via degli occhiali tondi e dei grandi occhi
apparentemente sempre stupiti • Sposato con l’architetto Elisabetta Spitz, direttore dell’Agenzia del Demanio. Il fatto che fosse confermata a quella carica proprio nei
giorni in cui Follini abbandonava definitivamente il centrodestra per votare la
fiducia a Prodi ha dato luogo a ogni sorta di chiacchiere. Hanno una figlia. [azr]