Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

FERRERO

Paolo Pomaretto (Torino) 17 novembre 1960. Politico. Segretario di Rifondazione
Comunista. Nel 2006 eletto alla Camera (Rc). Ministro per la Solidarietà sociale (Welfare) nel Prodi II (2006-2008). «Mi definirei un comunista riformato, non stalinista» • «Ha lavorato alla Fiat di Villar Perosa, per quasi un anno, nel 1979, come
operaio generico (aveva appena conseguito il diploma di perito elettronico)
addetto ai turni di notte. Poi è arrivata la cassa integrazione a zero ore che l’ha portato - full time - alla politica. Prima sul versante extraparlamentare di
Democrazia proletaria, quindi in Rifondazione comunista, con un passaggio nel
sindacato, alla Fiom e alla Cgil piemontese all’epoca guidata da Fausto Bertinotti» (Roberto Maina)
• Da ministro, causò forti polemiche nel settembre 2007 il suo invito agli immigrati, clandestini
compresi, a scendere in piazza contro il governo per i loro diritti. «Nel biennio in cui è stato ministro della Solidarietà sociale, Paolino ha riempito le cronache con le sue strampalaggini. Indossando
per la prima volta la cravatta, si presentò alla seduta inaugurale del Consiglio dei ministri ed esordì: “Siamo uno contro venticinque”. Con questo, notificò che avrebbe fatto il bastiancontrario in nome del proletariato. Considerava
infatti i suoi colleghi del centrosinistra una congrega di ex dc,
socialdemocratici, infiltrati del grande capitale. E inanellò un niet dietro l’altro» (Giancarlo Perna). «Ero abituato a uno stipendio di duemila euro al mese. I soldi in più in questi due anni di ministro li ho destinati al mutuo: cinquanta metri
quadrati a Pinerolo, tasso fisso però. Ho mantenuto il medesimo stile di vita. Ho solo messo la cravatta, che prima
non portavo. Ho mangiato tutti i giorni in ufficio. Tutti i giorni della
verdura in un piatto di plastica. Mi ero ripromesso di non abituarmi a nessun
comfort»
• Nell’aprile 2008 fu a capo di quelli che, delusi per la batosta elettorale (la
Sinistra-l’Arcobaleno, alleanza di cui faceva parte Rc, non superò lo sbarramento né alla Camera né al Senato), fecero fuori il segretario Franco Giordano (uomo di Bertinotti). Nel luglio 2008 fu eletto segretario fra molte polemiche, battendo il favorito
Nichi Vendola, candidato bertinottiano: «Una vittoria di misura sul governatore della Puglia Nichi Vendola (con 142 voti
a favore e 134 no), che segna la definitiva “chiusura di ogni collaborazione organica con il Pd”, e lascia forti tensioni all’interno del partito. Il paradosso più eclatante: un partito che imputa alla sua dirigenza di aver portato
Rifondazione nel governo Prodi, e poi elegge come nuovo segretario Paolo
Ferrero, ovvero l’unico suo iscritto che di quel governo sia stato ministro» (Sebastiano Messina). «La vittoria di Ferrero è comica, con le minoranze che si sono coalizzate cercando di teorizzare la
possibile sopravvivenza di un’idea di comunismo nel ventunesimo secolo» (Alberto Asor Rosa)
• Nel 2007 pubblicò un libro sull’immigrazione, Fa più rumore l’albero che cade che la foresta che cresce (Claudiana) • Valdese, fu alla guida della Federazione giovanile evangelica italiana: «La matrice evangelica sta prima e quella politica viene dopo...» • Nel 1997 sposò Enrica Rochon, conosciuta a 17 anni, che gli ha dato due figli, nel 2005 la
separazione • Nel 2007 riuscì a far entrare la sua cagnetta Lulù alla Fiera del libro di Torino. Si preoccupò di non essere immortalato dai fotografi presenti: «Non vorrete per caso farmi fare la figura dell’eccentrico?».