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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

FERRANDI

Mario Milano 12 dicembre 1955. Ex terrorista di Prima linea. Il capo del gruppo
diventato famoso perché, P 38 in mano, sparava ad altezza d’uomo in via De Amicis quando venne ammazzato il vicebrigadiere di polizia
Antonio Custra (Milano 14 maggio 1977, vedi GRECCHI Walter). «Portavamo le armi alle manifestazioni ed io ero il capo di quella struttura. Di
quello che accadde porto tutta la responsabilità». Adesso collauda motori nell’officina «di un compagno»: «Ho passato anni tostissimi e per mantenermi facevo anche l’imbianchino» (Piero Colaprico)
• Solo nella primavera del 2007 la figlia di Custra, Antonia, nata un mese e
mezzo dopo che il padre era stato ucciso, seppe di Ferrandi: «Finalmente ho un nome da odiare. Vorrei incontrarlo e dirgli che ha distrutto
tre vite: papà, mamma, la mia». Ferrandi rispose. «È un uomo di 51 anni, È stato in galera fino al 91. Ha aiutato per cinque anni don Mazzi a liberare il
parco Lambro dagli spacciatori. Ha telefonato a Zurlo (il giornalista con cui aveva accettato di parlare Antonia Custra - ndr), gli ha detto: “Sono pronto. È terrificante, È uno schiaffo violentissimo, durissimo. Ma non voglio attenuarlo. Antonia Custra
ha detto che vuole la faccia dell’assassino di suo padre per poterla odiare. Io gliela consegno. Andrò da lei quando vorrà” [...] Antonia ha letto sul Giornale le parole di Ferrandi, parole da cui si
capisce che anche a lui È passata la voglia di vivere, che anche lui si tiene su a forza di
antidepressivi. Ha fatto sapere d’aver smesso tutt’a un tratto di odiare. Al Corriere della Sera, che l’ha chiamata, ha risposto così: “Siamo tutti e due vittime della stessa tragedia”» (Giorgio Dell’Arti)
• Ebbero un breve colloquio telefonico davanti alle telecamere della Rai e alla
fine s’incontrarono, proprio a Milano. «Era molto imbarazzato, poi dopo un po’ si È sciolto. Gli dovevo addirittura far coraggio io, sembrava una persona morta
dentro. Abbiamo parlato molto. Non ero mai stata a Milano, mi sono fatta
portare in via De Amicis, che avevo visto solo in quelle foto che tutti
conoscono. Ho provato un dolore che mi ha tolto il respiro, ma a un certo punto
ho sentito che mio padre mi era accanto» (Enrico Bonerandi).