Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
FERRAGAMO
Wanda (Miletti) Bonito (Avellino) 23 dicembre 1921. Imprenditore. Vedova di Salvatore
Ferragamo (1898-1960) che «in visita ai parenti rimasti a Bonito, conobbe quella che in pochi minuti capì sarebbe diventata sua moglie. Lui aveva già quarant’anni, ventitrè più di quella ragazzina, figlia del medico condotto e sindaco del paese, su cui
aveva messo gli occhi. Ma non aveva avuto dubbi: subito dopo averle stretto la
mano, si era girato verso la sorella che lo accompagnava e, in inglese, per non
farsi capire, aveva detto: “Questa ragazza diventerà mia moglie”. Successe proprio così, tre mesi dopo. Per conquistarla, nel caso ce ne fosse stato bisogno, le mandò mazzi di fiori (prima le tuberose, poi le rose rosse) e confezionò per lei, dopo averle preso le misure, un paio di scarponcini in camoscio nero
con il tacco di 7 centimetri. Alla morte di Salvatore, nel 1960, priva di
qualsivoglia esperienza manageriale, è stata lei che ha preso in mano le redini dell’azienda e ha consentito non solo che sopravvivesse, ma che si ingrandisse» (Donatella Bogo)
• Sei figli (Ferruccio, Leonardo, Massimo, Fiamma, Giovanna, Fulvia). «Salvatore morì in luglio; il più piccolo dei nostri sei figli, Massimo, aveva due anni. Vivevamo nell’agio, avrei potuto crescere i miei figli senza preoccupazioni e senza farmi
carico dell’azienda. Ma pensavo alle maestranze che lavoravano per noi, e conoscevo i
progetti di Salvatore, non volevo tradirli. Così il primo di settembre la fabbrica riaprì regolarmente; gli operai ancora non sapevano che Salvatore era morto».
[awz]