Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
FAVINO
Pierfrancesco Roma 24 agosto 1969. Attore. David di Donatello e Nastro d’argento per Romanzo criminale (2005). Da ultimo visto in Saturno contro (Ferzan Ozpetek, 2007), Le Cronache di Narnia: il Principe Caspian (2008), Pane e libertà (Alberto Negrin, 2008, nel ruolo di Giuseppe Di Vittorio, storico segretario
della Cgil) e nel film-tv Liberi di giocare (2007). Una parte in Night at the museum (la statua di Cristoforo Colombo che di notte prende vita) e in Miracle at St. Anna (Spike Lee, 2008). «Se una donna dice: “Questo fa sangue”, mi fa piacere» • «Interprete di tanto cinema d’autore (Romanzo criminale, El Alamein, Da zero a dieci, Amatemi, L’ultimo bacio), fa il grande salto come protagonista nella fiction Bartali - L’intramontabile di Alberto Negrin (2006) che ricostruisce la storia umana e sportiva del rivale
storico di Fausto Coppi. Favino ha pedalato (“più di cinquemila chilometri e sono sopravvissuto”), ha studiato i filmati, letto articoli e rivisto materiale d’archivio. Poi ha seguito il consiglio del suo mito, Sergio Castellitto (“Se mi chiedono: ‘Da grande chi vorresti diventare?’, rispondo: Castellitto”), “di leggere tutto e dimenticare tutto: di portare sullo schermo il ‘mio’ Bartali. Un uomo concreto. Tenace”» (Silvia Fumarola)
• Genitori pugliesi (padre di Foggia, madre di Candela), quarto figlio dopo tre
femmine, «ieri, ragazzo di Monteverde Vecchio che ingoiava l’asfalto a cavallo di un motorino rosso fuoco e si struggeva, furioso d’amore. Oggi, uomo perbene capace di sorprenderti, con quella faccia un po’ così, ingenua e malvagia, eroica e cialtronesca. Con quell’aspetto che con i vari Clooney c’entra molto poco, ma che molto piace. Con quel modo apparentemente naturale,
eppure studiato nei minimi dettagli e sofferto (“molto”) che ha nell’interpretare un ruolo» (Micaela Urbano)
• A 18 anni comunicò al padre che voleva fare l’attore, e quello commentò: «Solo un coglione può fare una scelta del genere». Replica di Favino: «Da qualcuno devo aver preso» • «Dopo il liceo mi sono iscritto all’Accademia d’arte drammatica. Era l’unica cosa che volevo fare nella vita». Maestri? «Nomi come Orazio Costa, Mario Ferrero. E poi Ronconi, con cui ho lavorato
quattro anni. Ma anche dopo sono stato fortunato. Ho lavorato con registi come
Gabriele Muccino, Tornatore, Placido, Bellocchio, Ozpetek» • «Girai Amico mio, una serie tv sui medici (1993). Fu allora che qualcuno cominciò a riconoscermi per strada, e che mi resi conto del meccanismo televisivo: sei
tu che decidi di entrare in casa della gente, quindi è giusto che la gente della tua immagine faccia quello che gli pare. Questo non
era in sintonia con quello che desideravo» • Sta con la collega Anna Ferzetti. Una figlia, Greta • Tifoso della Roma: «I miei idoli erano Bruno Conti e Roberto Pruzzo».