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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

FAVA Giovanni Claudio Catania 15 aprile 1957. Giornalista (L’espresso, l’Unità). Scrittore. Sceneggiatore

FAVA Giovanni Claudio Catania 15 aprile 1957. Giornalista (L’espresso, l’Unità). Scrittore. Sceneggiatore. Politico. Deputato del Parlamento Europeo. Laureato in Giurisprudenza • Tra i romanzi: Nel nome del padre (1996), Il mio nome è Caino (1997), La notte in cui Victor non cantò (1999), tutti editi da Baldini e Castoldi. La sceneggiatura di maggior successo è I cento passi, insieme a Monica Zappelli e Marco Tullio Giordana • Figlio del giornalista Pippo Fava, direttore del mensile I Siciliani ammazzato dalla mafia (cinque proiettili sparati alla testa davanti all’ingresso del Teatro Stabile di Catania la sera del 5 gennaio 1984). Sull’assassinio del padre ha scritto un testo teatrale, L’istruttoria (2006), per farlo ha usato gli atti del processo: duecentotrentaquattro udienze, duecentosessanta testi oculari ascoltati, seimila pagine di verbali • Dal 1999 al 2001 fu segretario regionale dei Ds in Sicilia: «Fatti i suoi “cento passi” ha gettato la spugna, dimettendosi dalla segreteria regionale Ds. Pesante il capo d’accusa dei vecchi feudatari: aveva contribuito al crollo dell’ultimo governo regionale di centrosinistra, agevolando di conseguenza il trasloco di Cuffaro nel Polo» (Il Foglio) • Eletto alla Camera nel 1992 (Rete), all’Europarlamento nel 1999 e 2004 (Ds/Ulivo). Relatore della commissione d’inchiesta sui voli segreti della Cia voluta dall’assemblea di Strasburgo. Da questa esperienza nacque il libro Quei bravi ragazzi (Sperling & Kupfer, 2007) • Nel marzo 2007 denunciò Mario Ciancio Sanfilippo, editore de La Sicilia, per «danni patrimoniali e morali» chiedendo un milione di euro: «Da anni manipola o sopprime consapevolmente tutte le informazioni legate alla mia attività parlamentare e istituzionale. I miei elettori non vengono informati su quel che faccio, ma io ho campagne elettorali da pagare, segreterie, e non c’è mai un ritorno, una notizia che dia conto...». Ciancio: «è vero. Il suo nome non lo pubblico perché mi insulta ogni minuto. Nessuno mi può obbligare a farlo. E se il giudice mi condanna presento appello... Ma tutto ciò accade per ragioni personali». Nello stesso anno sceneggiatore della fiction Il capo dei capi (racconta la storia di Totò Riina). L’allora ministro Mastella voleva sospenderla perché diseducativa: «Ne fa un eroe. Non l’ho vista, ma lo so per certo». Fava rispose: «Non è un film western con buoni circondati da un’aura di santità e cattivi rozzi e stupidi. I mafiosi vanno descritti per come sono, cercando di capire che esiste anche una seduzione del male, con capacità di agganciare le anime dei ragazzini» • Nel 2008 si candidò per il Senato come capolista della Sinistra l’Arcobaleno in Sicilia ma il partito non superò la soglia di sbarramento • Dopo le dimissioni di Mussi è diventato il nuovo coordinatore nazionale di Sinistra democratica •Sposato con la sceneggiatrice Monica Zappelli, un figlio.