Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
FANTONI
Sergio Roma 7 agosto 1930. Attore. Regista. Esordio giovanissimo nella compagnia
Morelli-Stoppa, ebbe grande popolarità grazie alla tv nel 1959 con lo sceneggiato Ottocento di Anton Giulio Majano. Da ultimo visto in teatro nello spettacolo È tutta colpa di Garibaldi (di e con Gioele Dix), di cui È stato anche regista. Ha diretto Processo a Dio di Stefano Massini, con Ottavia Piccolo. Tra i suoi film: Senso (Visconti 1954), I delfini (Maselli,1960), Intrigo a Stoccolma (Robson 1963), Il colonnello von Ryan (Robson 1965) Il ventre dell’architetto (Greenaway 1987) • «Nel gennaio 1997 Fantoni annunciò che per salvarsi la vita avrebbe dovuto affrontare un’operazione. Pagando un prezzo altissimo: non avrebbe potuto più recitare. Era stato colpito da una “malattia professionale”. Aveva debuttato giovanissimo con Luchino Visconti e la sua vita teatrale s’era svolta in un orizzonte da attore borghese di rango. Fino all’incontro con Cristina Pezzoli nel 94: con lei aveva recitato in un’edizione sontuosa di Come le foglie di Giacosa. Quando Fantoni le disse della sua malattia, la giovane regista
rimase — com’È ovvio - sconvolta. Dolore e rabbia furono sul punto di travolgerla. Ma Cristina
Pezzoli ebbe un’idea “cinica”: propose a Fantoni di registrare prima dell’operazione L’ultimo nastro di Krapp, un testo del 1958 che sembra scritto prefigurando un fatto vero: come se
Beckett avesse saputo che ciò che stava scrivendo lo scriveva per un attore come Fantoni. Lui È lì, in scena, coi baffi bianchi, col panciotto slacciato, zitto e tutt’al più mugugnante, che balbetta le poche parole che il dramma prevede egli dica dal
vivo, e il nastro va: il nastro della sua vita, dei ricordi, dei fallimenti. La
vita non c’È più. Non c’È più la voce. Non ci sono che quelle poche parole metalliche, non ci sono che i
balbettii d’un attore in sfibrante lotta con il tempo» (Franco Cordelli).
[awb]