Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
FALQUI
Antonello Roma 6 novembre 1925. Regista. Figlio del critico letterario Enrico Falqui
(1901-1974). «Il varietà non è morto: è che non lo sanno fare» • Con Il Musichiere, Studio Uno, Canzonissima ecc. fece la storia dello spettacolo leggero televisivo: «Avevo studiato regia al Centro sperimentale di cinematografia, e con Mike
Bongiorno mettemmo in piedi un programma che si chiamava Arrivi e partenze. Poi l’anno dopo fu la volta di Ottovolante. Insomma, non me lo chiesi: cominciai e continuai a farlo. Ma mi è sempre piaciuto il varietà, da ragazzino marinavo la scuola per andare al cinema Bernini, era in via
Borgognona, a vedere Renato Rascel, il Woody Allen italiano» • «Non ero spendaccione, rispettavo i budget dell’epoca. Certo, la Rai di Bernabei ci faceva viaggiare per il mondo, ma è così che portavamo a casa Lola Falana o le gemelle Kessler. No, i varietà sono scomparsi con l’avvento della Fininvest. Per la Rai è cominciata la corsa al ribasso, la colpa è in buona parte di Silvio Berlusconi» • «Berlusconi editore l’ho conosciuto bene. Nell’83 mi offrì 3 miliardi di lire per fare due varietà l’anno e la supervisione sulle tre reti per l’intrattenimento. Mi sembrava un capofficina, teso a inzeppare di spot gli show.
Le interruzioni pubblicitarie avrebbero ucciso il varietà e io non volevo esserne complice. E per questo odio l’Auditel» • «L’Auditel ha rovinato tutto, gli spettatori sono stati consegnati alla pubblicità. Ma ve l’immaginate la Canzonissima di Scala, Panelli e Manfredi misurata dall’Auditel? No, meglio l’indice di gradimento: con le telefonate si capiva che il pubblico gradiva Mina e
Alberto Lupo a Teatro 10. Oggi, chi accende su Domenica In viene contato dall’Auditel per 6 ore» • «Non è più nato qualcuno con la classe, la capacità d’improvvisazione, lo spirito, la cultura, il fascino, di Walter Chiari, le donne
lo adoravano. E Paolo Panelli? Con quell’umorismo surreale, raffinato, intelligente?» • «Fiorello è il migliore, anche se la Rai lo sottovaluta. è un grande improvvisatore: sa cantare, ballare, intrattenere. Si avvicina a
Walter Chiari (che era però più colto e bello). Bonolis? è l’uomo senza pause. Vince con i pacchi, ma è insopportabile la sua verbosità (mi urta il “vecchio conio”). Scotti? è simpatico, potrei quasi equipararlo a Mario Riva. Fabio Fazio è bravo, spiritoso, ma non so quanto simpatico. Pippo Baudo? Non è raffinato. Fa bene il “nazionalpopolare” ma se ne vergogna».
[avz]