Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
FABIANI
Fabiano Tarquinia (Viterbo) 17 maggio 1930. Manager. Presidente dell’Acea. Dal settembre al dicembre 2007 fu consigliere d’amministrazione Rai (nominato dal ministro del Tesoro Tommaso Padoa-Schioppa in
sostituzione di Angelo Maria Pietroni), nomina cancellata dal Consiglio di
Stato • «Figlio della sinistra cattolica e democristiana, da giovane ha respirato la
stessa aria di Giuseppe Dossetti e Amintore Fanfani. Ettore Bernabei lo trovò alla Rai, dov’era entrato nel 1955 per concorso, e lo fece direttore del Telegiornale unico. C’era la guerra del Vietnam e lui, che proprio accomodante già allora non era, e aveva le sue idee, non interpretava il proprio ruolo in modo
sufficientemente filoamericano, per le esigenze del governo dell’epoca. Dovette quindi fare le valigie. Traslocò all’Iri, poi alle Autostrade e alla Finmeccanica. Lì è rimasto per più di dieci anni, l’ultimo dei grandi Boiardi di Stato a uscire di scena. Ironia della sorte,
lasciando in eredità l’unica grande azienda italiana a tecnologia avanzata (che allora non navigava in
buone acque), e proprio mentre a palazzo Chigi c’era Romano Prodi. Lo stesso Prodi che il 21 aprile del 1996 aveva festeggiato a
casa di Fabiani la vittoria elettorale, e che appena un anno dopo, dall’altro capo del telefono, ascoltava “algido” l’amico che gli presentava le dimissioni dalla Finmeccanica. Un episodio che pesò nei rapporti fra i due, ma non al punto da lasciare strascichi indelebili: “Non abbiamo mai rotto, siamo sempre rimasti amici”, dice Fabiani quando qualcuno tira fuori quel ricordo» (Sergio Rizzo)
• Due soprannomi: «Il primo è l’Etrusco, che gli deriva dalla nascita a Tarquinia, 60 chilometri da Roma, antica
colonia della misteriosa etnia. Fabiani è il classico etrusco delle terrecotte: faccia a uovo, naso aquilino, occhi
sporgenti. L’altro è Spazzoletta, allusione al taglio scimitarrico dei capelli che li fanno
somigliare ad aculei di carciofo» (Giancarlo Perna) • «La sua è la storia di un “arci-italiano”, di un personaggio che ha sempre saputo galleggiare ai piani più alti del potere. Nella Prima e nella Seconda Repubblica. Grazie a una speciale
sapienza nel gestire rapporti, nel frequentare la terrazza e l’ombrellone giusti. A Roma come a Capalbio. Nel salotto di Sandra Verusio o sull’arenile dell’“Ultima spiaggia” con Claudio Petruccioli e Francesco Rutelli» (Fabio Martini)
• Sposato con Lilli, factotum dell’ufficio stampa di Bruno Vespa a Porta a Porta. Tra gli invitati al matrimonio di Matteo, ultimo dei quattro figli, con Irene
Grazioli (1° dicembre 2007): Piero Fassino e Anna Serafini, Eugenio Scalfari, Alfredo
Reichlin, Mario D’Urso, Giorgio Van Straten, Davide Croff (imbarazzo dei vip perché nello stesso giorno si celebrò il matrimonio di Benedetta Geronzi, figlia di Cesare). [avj]