Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
EPIFANI
Guglielmo Roma 24 marzo 1950. Sindacalista. Segretario generale della Cgil (dal 2002, al
posto di Sergio Cofferati, resterà in carica fino al 2010). «Prima di iscrivermi al Psi, mi consigliai con il mio sacerdote. Per fortuna non
ho seguito il suo consiglio». [avc]
Ultime Ipercritico sul Partito democratico nell’ultimo congresso dei Ds (aprile 2007 a Firenze), accusò il governo Prodi di «malessere sociale e calo dei consensi». Non votò alle primarie • Assieme ai segretari di Cisl e Uil [«“I tre porcellini”, come ama chiamarli in privato Massimo D’Alema» (Stefano Livadiotti)] nel dicembre 2007 si oppose alla trattativa con Air
France per la vendita di Alitalia. «Epifani è rimasto vittima della cultura del soccorso pubblico, ancora fortemente presente
nella Cgil. Evidentemente, l’esito della precedente tentazione statalista - ricordate la pressante richiesta
della Fiom di far intervenire Finmeccanica nel capitale Fiat quando l’azienda era in crisi? - non ha insegnato nulla. E la Cgil, in accordo con gli
altri sindacati, ha pensato ancora una volta che la salvezza per Alitalia
passasse per l’intervento pubblico, in questo caso di Fintecna» (Enrico Marro). Nel settembre 2008, sollecitato da Veltroni, impedì al segretario confederale della Cgil Trasporti, Fabrizio Solari, di firmare l’accordo con Cai (vedi BERLUSCONI Silvio). Salvo ricredersi dopo pochi giorni,
quando risultò chiaro che il fallimento di Alitalia sarebbe stato imputato soprattutto al
sindacato e al Pd
• Abbandonò dopo un quarto d’ora il tavolo delle trattative sulla pubblica amministrazione indetto per il 28
maggio 2008 dal ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta (perché non erano stati convocati anche i sindacati del pubblico impiego), poi tornò sui suoi passi • è stato protagonista di frequenti contrasti con la Fiom, il sindacato dei
metalmeccanici, per tradizione la categoria più a sinistra. Giorgio Cremaschi (segreteria Fiom) creò anche una corrente per fare opposizione nella confederazione alla sua linea,
ritenuta moderata. Alla Conferenza di organizzazione del 1 giugno 2008 la linea
di Epifani ha ottenuto una maggioranza dell’80% sul documento conclusivo. L’opposizione, guidata da Gianni Rinaldini (Fiom), si è astenuta e si è attestata intorno 17%. L’ala radicale di Giorgio Cremaschi (Rete 28 aprile) ha votato contro,
raccogliendo poco più del 2%
• Da ultimo lo scontro sulla riforma del modello contrattuale, con le tute blu che
respingono il suo appello per l’unità del sindacato e bocciano la piattaforma di Cgil, Cisl e Uil • Nonostante le smentite («Il segretario è qui e se volete qui resterà»), il suo obiettivo «resta la candidatura alle Europee del 2009, benedetta da Veltroni. Un anno in
anticipo rispetto alla scadenza del mandato sindacale» (Renzo Rosati).
Vita Figlio di Giuseppe, funzionario di un ente previdenziale, primo sindaco di
Cannara (sotto Assisi) nel dopoguerra: «Si era laureato in francese, casa nostra era piena di libri francesi, io ho
cominciato a leggere da quelli. Aveva combattuto a Rodi. Un giorno andò a trovare certi parenti nel Salernitano e rimase lì tre mesi, bloccato dall’8 settembre con l’Italia divisa in due. Così conobbe mia madre Filomena, a Montecorvino, e dopo la guerra si sposarono» • A tre anni si trasferisce con la famiglia a Milano, torna a Roma per frequentare
il liceo classico Orazio poi la laurea in Filosofia con una tesi su Anna
Kuliscioff. «Facevo il ricercatore. Poi Piero Boni, che era l’aggiunto di Lama, mi chiese di raccogliere gli scritti di Bruno Buozzi.
Pubblicammo un libro, mi proposero di occuparmi della casa editrice del
sindacato. A 27 anni scelsi il sindacato di cui mi ero, se si può dire, innamorato. In quegli anni l’u
niversità tra l’altro era un disastro: alle lezioni di De Felice andavano in venti» • Primo incarico politico nel 1979, segretario generale aggiunto dei poligrafici,
nell’83 ne divenne segretario generale. Dal 1991 nella segreteria confederale
(chiamato da Bruno Trentin), l’anno successivo fu eletto segretario generale aggiunto della Cgil (al posto di
Ottaviano Del Turco). Nel 1994 diventò vicesegretario • «Ci tiene a dire che nel Psi stava “con Antonio Giolitti” e “quando Craxi vinse, noi che eravamo vicini agli intellettuali di Mondoperaio
perdemmo”. Ma qualche tempo dopo, a metà degli anni Ottanta, era difficile essere socialisti di prima linea senza essere
craxiani. Nell’84, quando Bettino Craxi strappa con il famoso decreto di San Valentino (taglio di tre punti della scala mobile — ndr), la Cgil si spacca: il segretario comunista Lama da una parte, l’aggiunto socialista Del Turco dall’altra. Ricorda Giuliano Cazzola, allora in segreteria: “Dopo la rottura con i comunisti, Del Turco iniziò a ricucire con Lama per salvare la baracca della Cgil e in quella occasione
Epifani fece una moderata fronda, in sintonia con chi nel Psi voleva che la
rottura in Cgil si acuisse”. Racconta Del Turco: “Allora venne attribuita ad Epifani la tentazione di un rapporto privilegiato con
Craxi per poter acquisire meriti in vista della mia successione, ma considero
questa illazione priva di fondamento”. Epifani continua la sua ascesa in Cgil, guida il sindacato poligrafici, “l’aristocrazia operaia dei tipografi”, ed è durante questa esperienza in prima linea che sfoggia le sue virtù più apprezzate: equilibrio, capacità di mediazione. Paradossalmente smarrisce la proverbiale calma con un
personaggio felpato come Gianni Letta: “Lui era amministratore delegato e insieme direttore del Tempo. Chiesi che si
dimettesse, avevo dietro la delegazione operaia che faceva il tifo...”. In quegli anni Epifani fa bene, piace, al punto che gli arriva una proposta
importante: gli chiedono di fare l’amministratore delegato in Rizzoli e lui dice “no”, perché “il primo valore di chi fa sindacato, è l’autonomia”. Lo stile Epifani piace, tanto è vero che quando il Psi si liquefa e lui si iscrive ai Ds (“un approdo naturale”), D’Alema gli propone di diventare responsabile dell’Organizzazione. Lui resta in Cgil e, dopo 8 anni da vice, ne diventa il capo» (La Stampa)
• Dal 1994 al 2002 è stato vicesegretario di Sergio Cofferati. Nel settembre 2002 eletto Segretario
generale. Riconfermato nel marzo 2006 • Fino al 2007 guadagnava 3.500 euro netti al mese, poco più degli altri maggiori sindacalisti italiani: Raffaele Bonanni 3.430 euro, Luigi
Angeletti 3.300 (l’Espresso) • Implacabile avversario di Berlusconi, fu ovviamente più morbido con Prodi. Ma si scontrò con il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa sulla riforma delle pensioni: «Se si pensa di affrontare il tema della previdenza con la calcolatrice in mano
non va bene» • è sposato con Giusi De Luca, medico (attualmente dirigente di secondo livello
dell’INAIL), conosciuta sui banchi del liceo. Non ha figli, è molto legato a quelli del fratello, uno dei quali è impegnato con il contingente italiano in Iraq • «Quando lascerò la Cgil ricomincerò laddove avevo interrotto 30 anni fa. Farò l’insegnante di Storia».
Religione «La fede se n’è andata nel passaggio tra il liceo e l’università. Del resto la scelta di iscrivermi alla facoltà di Filosofia era già il segno di una ricerca diversa. Oggi mi definisco agnostico, senza la visione
del soprannaturale».
Tifo Interista. Diceva prima che “Moggiopoli” sconvolgesse le gerarchie del calcio italiano: «Il tifoso interista è il più simpatico che c’è al mondo, perché è insieme sognatore e deluso, un po’ come succede nella vita. Si resta delusi ogni volta, e ogni volta si torna a
sperare».
Vizi «Ama la musica classica (la sua opera preferita è Turandot), però ascolta anche jazz e suona musica leggera. Malgrado inizi la giornata
sfogliando un giornale sportivo, la vera passione di Epifani sono i libri di
saggistica, la poesia (ama molto Mario Luzi), la pittura (ha la casa tappezzata
di quadri di Ennio Calabria) e la Francia» (Agostino Gramigna e Vittorio Zincone) • Ha una casa a Parigi • Sua poesia preferita: La morte dei poveri (Baudelaire, I fiori del male). [avd]