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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

ELKANN

Lapo New York (Stati Uniti) 7 ottobre 1977. Imprenditore. Con Giovanni Accongiagioco
e Andrea Tessitore ha creato Italia Independent (occhiali, mobili, orologi,
abbigliamento). Nel 2008 ha lanciato i jeans Care Label. Dal 27 marzo 2008 Global Special Ambassador alle Nazioni Unite dell’ospedale israeliano di Tel Hashomer. Nel 2007 fu l’unico italiano tra i 30 giovani “futuri potenti” del globo selezionati da Vanity Fair Usa; Vogue America l’ha eletto «uomo più elegante del mondo» • «Puoi avere tutto: successo, soldi, donne, ma alla fine dentro di te non stare
bene. Questa è la realtà dei fatti» • Secondo figlio di Margherita Agnelli e Alain Elkann. «Un padre molto presente, che mi ha sempre dato e aiutato, senza giudicare. Gli
voglio un bene dell’anima. Come d’altronde a mio fratello, mia sorella e mia nonna. Persone straordinarie cui mi
sento vicinissimo. Mia madre? Non la vedo e non la sento mai» • Nipote dell’Avvocato, cui somiglia più di ogni cugino, è stato responsabile dello sviluppo immagine di tutti i marchi del gruppo del
Lingotto collezionando «un successo dietro l’altro, dalle felpe con il marchio Fiat che hanno ridato orgoglio a un simbolo
spento, alla saga di spot irriverenti con la squadra giamaicana di bob, fino
alla riuscitissima pubblicità della Punto che corre libera su una strada deserta, inseguendo la canzone di
Vasco Rossi, “e va bene così, senza parole”. Ha lanciato frasi che sono diventate cult, come quella della “macchina figa”, ha promosso idee e progetti anche rivoluzionari come quello della “Punto unica, con la bandiera sul tetto o la foto della fidanzata sulla portiera”, in mezzo a qualche congiuntivo sbagliato» (Pierangelo Sapegno, La Stampa)
• «Non è un amministratore brillante, non ha grandi doti intellettuali e le uniche cose
che ha inventato sono la felpa con la scritta “Fiat” e gli occhiali da mille euro» (Andrea De Benedetti, il manifesto) • «Chi pensava che si sarebbe fermato agli occhiali in carbonio, non conosce il
rampollo di casa Agnelli. Nella sua maison parigina, due settimane fa (marzo 2008 - ndr) ha stupito tutti presentando la prima collezione Italia Independent.
Ovviamente hi-tech, con abbondante uso di carbonio, kevlar, nylon balistico,
fibre composite. Materiali riservati agli astronauti. E non è detto che prima o poi Elkann non decida di vestire anche loro. Il giovane
creativo ha iniziato infatti a pensare seriamente allo spazio. Lì, ha raccontato a Parigi, gli piacerebbe aprire il suo primo flagship store. Un
po’ difficile da raggiungere. Ma davvero molto glamour» (Carlo Cinelli, Federico De Rosa)
• Vittima di un’overdose di cocaina, la mattina del 10 ottobre 2005 fu trovato rantolante da una
Patrizia (Donato Brocco per l’anagrafe) nella cui casa aveva trascorso la notte. Fino a quel momento s’era occupato dello sviluppo immagine di tutti i marchi del gruppo Fiat,
facendosi le ossa nel marketing: prima alla Ferrari, poi alla Maserati, infine
nell’ufficio relazioni esterne della casa madre. Dopo l’incidente del 10 ottobre, venne allontanato da tutti gli incarichi e spedito in
Arizona a disintossicarsi. Da allora ha vissuto preferibilmente nella sua casa
di New York
• «Lapo Elkann tornerà mai in Fiat? “Con Lapo sono stato estremamente chiaro: io credo che debba formarsi al di fuori
della Fiat. Noi gli abbiamo dato tutto l’incoraggiamento possibile e l’appoggio mio e istituzionale. Si deve fare i muscoli altrove”» (Sergio Marchionne a Pino Allievi) • «Nella vita si fanno sbagli o si prendono cose per colmare vuoti che si hanno
dentro, ognuno lo fa come meglio o peggio crede. Dopo l’importante è capire perché si è arrivati fino a quel punto. Interrogarsi e guardare avanti. Anche se alcune
cose non mi tornano: io facevo uso di cocaina ma quella notte era stata
mescolata con un’altra sostanza, l’eroina, che io non avevo mai preso. Non sto facendo distinzioni, non ci sono
droghe buone e droghe cattive, sto solo riflettendo sul fatto che l’eroina stava per uccidermi e non avevo deciso io di prenderla»
• Una sua intervista al New York Times del febbraio 2007 alimentò l’idea di un complotto della vecchia dirigenza juventina (che aveva duramente
criticato prima dello scoppio dello scandalo che nell’estate 2006 avrebbe portato alla retrocessione in B del club): «Io e Moggi avevamo appena litigato, quel fotografo subito in ospedale mi è sembrato un po’ strano». La sua portavoce: «La supposizione è in realtà frutto, come sostiene lo stesso autore dell’intervista, di un’ipotesi che Lapo Elkann avrebbe ventilato e che il giornalista stesso non ha
riprodotto tra virgolette»
• «Io non sono ricco. Venire da una famiglia ricca non vuol dire essere ricco. Lo
sarò il giorno in cui avrò molti soldi ottenuti con il mio lavoro. Del resto, non ho mai chiesto niente a
nessuno. Quando ho voluto il primo motorino, ho venduto i miei vestiti più belli ai compagni di liceo a Parigi. Conosco l’obiezione: i vestiti te li comprava la mamma. Va bene, però io me ne privavo» • «Mi sento più vicino alla figura di un artista che a quella di un business-man. Non sono un
materialista. Ho avuto la fortuna di non pensare al sostentamento e grazie a
questo, credo, ho maturato una sorta di distacco... Coi soldi non ci compro
cose... li spendo in viaggi. Che se mi togli il viaggio, allora sì che mi togli l’aria, e la vita...» • Ama più la destra o la sinistra? «In Italia nessuna delle due». Negli Usa «tifo per Obama perché ha gli occhi puliti» • «Mio padre è nato da un francese ebreo ashkenazita e da un’italiana ebrea sefardita. Mia madre è diventata cristiana ortodossa. Io sono un po’ cattolico e un po’ ebreo. Prego lo stesso Dio dentro una sinagoga e dentro una chiesa. Per quanto
riguarda gli ambienti, invece, mi trovo decisamente più a mio agio con gli ebrei. Gli ebrei sono un team, una squadra. Insieme sanno
far girare le cose» (a Stefania Rossini) • Una lunga storia con l’attrice Martina Stella: «L’unica che ho amato: a New York sono uscito con Lindsay Lohan solo perché mi ricordava lei» • Un’amicizia con Sharon Stone. «Quando Lapo ebbe l’overdose di droga, mi angustiai per lui e rimasi in contatto con la sua famiglia
durante tutta la crisi. Lo incoraggiai a cambiare e lui decise di cambiare vita. Oggi sono molto
orgogliosa» (l’attrice americana a Wwd, bibbia della moda Usa). «Con lei ho potuto sempre trovare una persona con cui parlare discretamente di
tutto». Nel febbraio 2008 presentò la nuova marca di jeans Care Label decidendo di devolvere il 20% dei profitti
all’associazione contro l’Aids presieduta dalla protagonista di
Basic Instinct • Appassionato di pallavolo («uno sport bello, ancora pulito, basato su un sano entusiasmo e un’onesta competizione sul campo»), ha cercato di sfruttare la sua notorietà per aiutare il presidente della Sparking Milano a caccia di sponsor • «Se avessi una figlia la chiamerei Italia». [auy]