Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
ELKANN
John Jacob Philip (detto Jaki)New York (Stati Uniti) 1 aprile 1976. Industriale. Presidente dell’Ifi, dell’Ifil e dell’Editrice La Stampa. Erede designato di Gianni Agnelli alla guida dell’impero Fiat. «Ognuno vive nel mondo che gli è dato. Io, a differenza di mio nonno, non ho fatto la guerra, perché la guerra non c’era. E non ho fatto la Dolce Vita, perché la Dolce Vita non c’è più» • «Quando alla fine del 1997, scomparso Giovanni Alberto Agnelli, l’Avvocato lo designa erede con una decisione “presa immediatamente per far sentire anche simbolicamente la continuità”, è un ragazzo alto e magro, con il viso che conserva i tratti delicati e incerti
dell’adolescenza. I fotografi, prima di allora, lo avevano colto allo stadio, accanto
al nonno. Giacca a vento rossa, capelli un po’ scomposti. Troppo giovane per entrare nel consiglio d’amministrazione del più grande gruppo industriale italiano? Risponde Giovanni Agnelli: “No. Io, nel 1943, avevo la stessa età”. John, detto “Jaki” o “Yaki”, primogenito di Margherita Agnelli, pittrice che sceglie soprattutto soggetti
religiosi, e dello scrittore Alain Elkann, ha ancora il viso da ragazzo, e per
i fotografi è ormai l’icona del “principino”. “è figlio di artisti, ma è un giovane normalissimo, sensibile e semplice”, dice Fratel Igino, direttore del collegio universitario torinese San Giuseppe,
dove John, quando era studente al Politecnico, ha soggiornato per tre anni. “Di lui ho capito molto in due occasioni. Quando è arrivato qui, accompagnato dalla madre. Noi abbiamo una regola: tutti gli
studenti per un anno rinunciano all’auto. Per un Agnelli, è una ‘legge’ un po’ strana. E lui? Ha detto: benissimo, ed è andato solo in motorino, un vecchio ciclomotore”. Il secondo episodio racconta dei legami profondi con il nonno. “La prima delle tante volte che l’Avvocato è venuto a trovarlo, mi ha chiesto di vedere la sua stanza. Non c’è problema, gli ho risposto, ma è un po’ austera, nessun lusso ... E lui: ah, va benissimo. Guardi, è molto, molto meglio della mia stanzetta da ufficiale”. Chi lo conosce bene dice che, dal nonno, Jaki ha ricevuto non solo lo scettro,
e in fondo anche l’onere, della “continuità” di famiglia. Ancor prima ha ereditato le passioni, aspetti del carattere, e
perfino la “erre” che rende così simili le voci. Tutti conoscono il suo entusiasmo per le automobili, la vela,
lo sci, il tennis e il calcio. “Sono diventato tifoso a tal punto — ha detto — che quando vado a Londra con i miei fratelli, li porto alla pizzeria Juventus”. Meno nota è invece la sua predilezione per uno sport che riporta al passato da ufficiale
dell’Avvocato: per anni ha tirato di sciabola, confermando l’iscrizione all’esclusivo circolo della scherma» (Sergio Bocconi)
• «Mia nonna Marella passava l’inverno nella casa di St. Moritz, e il nonno la raggiungeva spesso. Facevamo
colazione insieme, uscivamo a passeggio. Soprattutto, andavamo a sciare. E lui
ci stimolava ad affrontare i rischi: scegliere il versante più difficile, spingerci in zone che non conoscevamo» (ad Aldo Cazzullo) • «Al nonno, John “obbedisce” sempre, senza esitazioni, pur consegnandogli negli anni la certezza di un
nipote dalla personalità tutt’altro che subalterna. Quando l’Avvocato gli fa capire di volerlo vicino, Jaki ci riflette un po’, ma non dice di no. Il ragazzo è cosmopolita da sempre: nasce a New York, vive in Gran Bretagna, Brasile e
Francia. Conclude le superiori a Parigi, presso il liceo Victor Duruy, una
delle scuole più severe della capitale d’Oltralpe: vi insegnò Filosofia anche Simone de Beauvoir nel 1929. Per la laurea però la scelta è il Politecnico a Torino. Vive al collegio universitario, spesso l’Avvocato lo vuole con sé. Anche per poche ore. Come quando lo porta allo stadio in Germania. Partenza
alle 19, rientro alle 24. Ad attenderlo c’è Fratel Igino. Nel frattempo scorre il tirocinio pratico. L’apprendistato prevede un mese da operaio alla Magneti Marelli in Gran Bretagna,
un mese in Polonia, esperienze in divisioni del gruppo, perfino uno stage da “venditore” di auto al concessionario di Lille. Il cammino prende però presto una direzione inattesa: nel 1997, dopo la morte del figlio di Umberto,
Giovannino, l’Avvocato lo designa erede. Entra nel board Fiat e in quello della “cassaforte” di famiglia, la Giovanni Agnelli & C. Nel luglio 2002, dopo un’esperienza come auditor in General Electric, entra nell’area sviluppo e strategie del Lingotto»
• Un anno e mezzo dopo la morte di Gianni Agnelli (24 gennaio 2003), gli eredi
trovarono l’accordo sulle tre disposizioni testamentarie che l’Avvocato aveva scritto negli ultimi vent’anni della sua vita: la quota maggioritaria della società di controllo della Fiat alla vedova Marella Caracciolo, con una parte superiore
alle altre, e ai nipoti Jaki, Lapo e Ginevra; tutti gli immobili, tra cui
quelli di Torino e Roma, a Margherita. Nel 2007 la madre rimise in discussione
l’accordo (vedi AGNELLI Margherita)
• A due settimane dalla scomparsa di Umberto Agnelli e dopo le nomine a
vicepresidente della Fiat e della Giovanni Agnelli & C. (di cui è fiduciario di circa il 30 per cento, quota di maggioranza relativa), nel giugno
2004 entrò ventottenne in Ifil, la holding operativa del gruppo. Nel 2007 ebbe la
presidenza dell’Ifi, finanziaria della famiglia che controlla l’Ifil e, a cascata, la Fiat: «Sette anni prima del nonno Giovanni Agnelli in un’immaginaria sovrapposizione di curricula» (Massimo Sideri). Nel maggio 2008 ottenne anche la presidenza dell’Ifil. «Il percorso è completato, John Elkann è più che pronto. Ha dimostrato una dedizione senza limiti al lavoro e ha mantenuto
le promesse con totale soddisfazione non solo mia» (Gianluigi Gabetti)
• «Maturo, serio, responsabile, riflessivo, determinato: chi lo conosce lo descrive
così. Quasi un po’ noioso, dunque, quanto il nonno era charmant» (Paola Pilati) • Nel 2006 guidò in prima persona la ristrutturazione della Juventus, assumendo, insieme al
fratello Lapo, una posizione contraria al duo Moggi-Giraudo molto prima che
scoppiasse lo scandalo. Alle prime notizie provenienti dai giudici di Napoli,
rilasciò una dichiarazione in tv in cui fece capire che entro 48 ore i due sarebbero
stati estromessi dalla società • è sposato con Lavinia Borromeo (nozze a Stresa il 4 settembre 2004), dalla quale
ha avuto i figli Leone (27 agosto 2006, «un giorno fantastico, oggi è nato un altro juventino») e Oceano (11 novembre 2007, il nome in onore del santo festeggiato il giorno
delle nozze dei genitori). «Per me la famiglia è intesa come nucleo di affetti. Persone che sono unite dal piacere di restare
insieme, non da vincoli o da obblighi. In una casa stai bene se puoi uscirne.
Deve essere una libera scelta». [aux]