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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

DI STEFANO

Francesco (Francescantonio) Massa d’Albe (L’Aquila) 1953. Editore televisivo. «È sulla piazza editoriale dal 1999, quando, capitalizzando 12 miliardi dalla sua
precedente attività di syndication (come si legge sulle sue biografie), partecipò alla gara pubblica per l’assegnazione delle frequenze televisive nazionali. Europa 7 vinse la gara al
posto di Retequattro e Di Stefano preparò il suo piano: 700 dipendenti, un centro di produzione di 20 mila metri quadrati
con 8 studi. Ma da allora la tv non ha mai ottenuto il suo posto. E basta
leggere il sito www.europa7.it (“la tv che non c’È”) per capire come Di Stefano sia infuriato con tutti i governi,
indipendentemente dai colori politici: D’Alema, Amato, Berlusconi, Prodi» (Paolo Conti). «La colpa È di tutte le istituzioni, di tutti i governi, di tutti i ministri che si sono
succeduti in questi anni. Sono tutti ugualmente colpevoli di questa ingiustizia»
• «Faceva il contadino sulle terre paterne intorno ad Avezzano. Pochi ettari e
molta fatica per coltivare patate e ortaggi, gli stessi con i quali Di Stefano
ha tentato la sua prima intrapresa con un’azienda di succhi di frutta. Durò poco. Come l’università alla facoltà di Medicina a Roma: solo 12 gli esami sostenuti e senza mai frequentare. Il
fatto È che a quei tempi (primi anni Settanta) Di Stefano aveva altre passioni: la
velocità, che lo spinge troppo spesso sulla pista di Vallelunga; la politica e la
Democrazia cristiana, nel cui movimento giovanile sostiene Marco Follini (lo
stesso che in questi anni di battaglia non ha mai voluto riceverlo) contro Pier
Ferdinando Casini; ma soprattutto ci sono le radio e le tv libere a scaldare il
suo cuore. Alla fine sarà proprio l’amore per l’etere a trionfare. Abbandonate le baruffe del Biancofiore marsicano, con una
trentina di milioni di lire messi insieme anche con l’aiuto della famiglia, Di Stefano fonda nel 1976 prima una radio poi una tv. Fa
di tutto: mette in piedi gli studi, organizza programmi, pianta tralicci,
raccoglie pubblicità. Pionierismo puro, ma arrivano anche i primi guadagni. La Marsica però gli sta stretta e Di Stefano cerca uno sbocco a Roma dove nell’83 rileva Tvr Voxon, proprietaria di una radio e di una tv. Prezzo: 1 miliardo
700 milioni di lire, pagato con i ricavi avezzanesi e con un finanziamento del
Banco di Roma. Fu un periodo d’oro, con i fatturati pubblicitari che toccano i 6 miliardi di lire l’anno. Nel 94, dopo avere acquistato l’emittente toscana Teleregione, Di Stefano fa un altro salto organizzando un
circuito di 14 tv che dalla Lombardia alla Sicilia raccoglie il meglio dell’emittenza locale. I fatturati lievitano ancora fino a 20 miliardi di lire, con
Di Stefano che rifornisce il circuito di pubblicità, ma anche con programmi da lui stesso prodotti con la sua Centro Europa 7, la
stessa società che si assicurerà la concessione pubblica nazionale. Il più grande successo È il Seven show, che ha dato i natali a comici come Teo Mammuccari e Max Giusti.
Ma non produce solo comici: alimenta il circuito anche con tanti film, cartoni
animati e trasmissioni di informazione che vedono sfilare personaggi come
Fausto Bertinotti e Oscar Luigi Scalfaro, uno dei pochi che in questi anni ha
speso parole in suo favore. È con questo background che il signor Nessuno arriva all’appuntamento del 1999 per la gara per le frequenze» (Primo Di Nicola)
• Nel gennaio 2008 la Corte europea ha riconosciuto i suoi diritti a vedersi
assegnare le frequenze di Retequattro necessarie a trasmettere Europa 7. A fine
maggio il Consiglio di Stato ha stabilito che il governo deve pronunciarsi
sulla richiesta di Europa 7 e che Retequattro può continuare a trasmettere • «“Ho investito in questa disastrosa avventura in tutti questi anni oltre 120
milioni di euro”, racconta. E i soldi dove li ha presi? “Risorse personali, risorse familiari e guadagni dalle mie precedenti attività”, dice [...] “Aspettando le frequenze, abbiamo tirato avanti producendo format, affittando le
sale di registrazione [...] Se non mi daranno le frequenze, però, chiederemo un adeguato risarcimento“» (Paolo Foschi)
• «“Avevo chiesto 800 milioni di euro fino al 2004, quando presentai il ricorso, se
avessi ottenuto le frequenze che mi spettano. In caso contrario, tre miliardi
di euro”. Ma se fosse costretto a scegliere, soldi o frequenze, che cosa sceglierebbe? “Non scelgo. Ho diritto ad avere sia il risarcimento sia le frequenze”. E la sua tv sarebbe pronta a trasmettere? “Siamo pronti dal 99. Abbiamo gli studi più grandi d’Italia, anzi d’Europa”» (a Giovanni Valentini)
• Il circuito televisivo già esistente prima della richiesta di concessione si È via via ridimensionato ed oggi conta cinque emittenti (Tvq, Canale 55, Rtc
Telecalabria, Tvr Voxson, Teleregione Toscana) che coprono poco più di cinque regioni • Sposato, due figli. [atp]