Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
DESSÌ
Daniela Genova 14 maggio 1957. Soprano. «Primadonna amatissima» (Alberto Mattioli), «lunga e fulgida carriera» (Leonetta Bentivoglio). Nel 2008 cantò per la prima volta nella Norma di Bellini, la più mitica di tutte le parti sopranili dell’opera italiana (regia di Federico Tiezzi, direttore Evelino Pidò). Alla prima di Bologna un telefonino, «forse a causa di una claque un po’ ingombrante», squillò beffardo proprio nel momento in cui attaccava “Casta diva”. Reagì con eleganza • Sempre nel 2008 Tosca con la regia di Robert Carsen, sul podio Daniele Callegari • «Ho cominciato a 17 anni, per questo oggi ho un repertorio vasto, che spazia da
Monteverdi a Prokofiev» • «Il mio primo Così fan tutte l’ho cantato alla Scala nell’83 e poi in tournée in Russia. E da quel felice debutto sono arrivate le scritture per altri
teatri, a partire dalla Staatsoper di Vienna» • «L’opera che canterà sempre? “Tosca. Perché mi ci identifico: Tosca, c’est moi”; il primo requisito di un grande cantante? “Almeno tre: pazienza, calma e serenità. Se ti agiti canti male”; il cantante di ieri che ammira di più? “Scontato: Maria Callas”; e quello di oggi? “Mariella Devia. Ha una tecnica straordinaria”» • È sposata col tenore Fabio Armiliato: «Il pregio principale del suo partner? “L’onestà”. E il difetto? “Russa moltissimo”» • «Quando canto mi immedesimo totalmente nel personaggio; in quel momento sono
Cio-Cio-San, Aida, e non Daniela Dessì; così guardo anche Fabio. E questo aiuta: mi dico “guarda che coraggio, che nobiltà”: È Radames, È il mio eroe anche se dimentica i vestiti in giro per casa o lascia aperto il
tubetto del dentifricio» (a Paola Enrico) • «Difficile incontrare due impostazioni vocali e interpretative così omogenee e così bene affiatate. Non possono che attrarsi, scaldarsi l’un l’altra» (Dino Villatico) • Insieme hanno cantato il medley di arie pucciniane usato da Vanessa Ferrari per
accompagnare l’esercizio di corpo libero alle Olimpiadi di Pechino.