Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
DEL TURCO
Ottaviano Collelongo (L’Aquila) 7 novembre 1944. Politico. Ex presidente della Regione Abruzzo (2005-2008) • «Voi quando siete nel sindacato, siete dei rompicoglioni, quando uscite dal sindacato siete
solo dei coglioni» (Bettino Craxi) • Sindacalista, dal 1983 al 1992 fu segretario aggiunto della Cgil. Già segretario del Partito socialista (1993-1994), nel 1994 fu eletto alla Camera,
nel 1996 e 2001 al Senato (Ulivo/Girasole), nel 2004 al Parlamento europeo.
Presidente della commissione Antimafia nella XIII legislatura (1996-2001),
ministro delle Finanze nell’Amato II (2000-2001) • Figlio del bracciante Giovanni: «La casa della mia infanzia, a Collelongo, in Abruzzo, era anche Camera del
lavoro e sezione socialista. In un angolo dello stanzone c’erano sacchi di grano, lenticchie e fagioli. I braccianti pagavano così la tessera del partito e della Cgil. Mio padre si definiva nennianostalinista.
La mia famiglia era numerosa. Sono l’ottavo figlio, Ottaviano appunto. I primi ebbero nomi normali, Angelo,
Francesco, Elvira, Fausto. Poi mio padre è impazzito: Quintiliano, Pratilina, Alfiere. Mi sono fermato alla terza media.
Quando sono diventato ministro qualcuno ha storto il naso. “Non si vergogna? Ha solo la terza media”. Una volta l’autodidatta veniva ammirato. Oggi viene snobbato. Nenni era il mio mito
politico. Io sono sempre stato un autonomista. Mi ha sempre infastidito essere
definito “di destra”. Adesso poi che alcuni socialisti sono andati realmente con la destra!» (a Claudio Sabelli Fioretti)
• Nel 2008 indagato dalla magistratura di Pescara per abuso d’ufficio a causa di una delibera che autorizzava una transazione di 14 milioni di
euro alla Deutsche Bank, soldi girati al gruppo sanitario Villa Pini (i fondi
erano bloccati a causa del deficit sanitario regionale e per una controversia
sulle prestazioni erogate) • è stato arrestato il 14 luglio 2008 insieme ad altre nove persone, assessori e
funzionari della regione Abruzzo, con l’accusa di associazione a delinquere, truffa, corruzione e concussione, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Pescara su presunte tangenti nella sanità abruzzese. Il principale accusatore è Vincenzo Angelini, imprenditore nel campo della sanità, che ha raccontato che Del Turco avrebbe intascato tangenti per circa 6 milioni
di euro «per spaccare lo Sdi di Boselli e per portare nel Pd otto senatori». «I soldi al governatore, 5 milioni e 800 mila euro pagati a rate fino al febbraio
del 2008, li portava il re delle cliniche: un tipo accorto, questo Angelini,
perché infilava sempre nel taschino un registratore digitale sul quale incideva i
colloqui con Del Turco e con il suo entourage. Tutto schedato, compresi i
tabulati del Telepass con i passaggi della sua auto al casello di Pescina. Il
re delle cliniche, passato in pochi mesi dal ruolo del grande corruttore a
quello della gola profonda, ha dunque rivoltato il tavolo facendo nomi e
cognomi alla procura della Repubblica di Pescara, ha raccontato che dopo aver
pagato la bellezza di 15 milioni di euro di tangenti a lui non era stato
permesso di rientrare di tutto il credito vantato con la regione: 150 milioni
di euro, maturati tra il 2005 e il 2007» (Dino Martirano)
• «Inutile girarci attorno. Una carriera così, passando indenne e anzi avanzando in mezzo a tante bufere, significa anche
mediazioni di incerto profilo, compromessi non sempre commendevoli, magari pure
una certa quantità di pelo sullo stomaco. Mai pensato che fosse una mammoletta, Del Turco, mai
creduto che della sua immagine si potesse fare un santino. Nemmeno quando, al
congresso di Rimini del Psi, correva l’anno 1987, fu il primo socialista di peso a conquistare i titoli dei giornali
denunciando l’esistenza, nel partito, di una questione morale che non era possibile liquidare
soltanto come odiosa propaganda nemica. Ma che, con tutta la sua dichiarata e
sincera fedeltà di vecchio autonomista a Bettino Craxi, il personaggio fosse diverso, e
parecchio, dal cliché a torto o a ragione incollato addosso al socialista cosiddetto rampante dell’età craxiana, questo lo riconoscevano un po’ tutti, avversari compresi. Uno così, vero o falso che fosse, ti dava e ha continuato a darti l’impressione di vivere di politica, sì, ma con un reddito non troppo distante dal tuo. Collelongo, per cominciare. Del
Turco, buon frequentatore di salotti romani, avrà pure esagerato a rappresentare la sua famiglia come il Quarto Stato di Pellizza
da Volpedo, e la sua casa avita come l’incrocio tra una modestissima abitazione familiare, una sezione socialista e una
Camera del Lavoro, ma certo il fatto che ci andasse tutte le volte che poteva,
e si portasse appresso compagni, amici e giornalisti a mangiare polenta,
salsicce e spuntature di maiale, negli Ottanta una qualche impressione la
faceva» (Paolo Franchi)
• Tre giorni dopo il suo arresto, si è dimesso da governatore dell’Abruzzo e si è autosospeso dal Pd. Dopo 28 giorni di carcere, gli sono stati concessi gli
arresti domiciliari a Collelungo • Due figli (Manuela e Guido) • Dipinge: «I suoi quadri sono belli. Uno, una natura morta, l’ho appeso in uno dei miei salotti, il salotto piccolo, in una grande parete. Lui
pensa di essere molto bravo. E mi ha sempre detto: “Sono un ottimo pittore perché sono un pessimo politico”» (Francesco Cossiga) • Tifa Lazio.