Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

DEL PIERO

Alessandro Conegliano (Treviso) 9 novembre 1974. Calciatore. Della Juventus (recordman di
gol e presenze). «Sul caminetto di Coverciano ci sono due liste: i quindici giocatori con più presenze in nazionale e i quindici che hanno segnato in più, e io sono l’unico ad essere presente in tutte e due».



Ultime Ha vinto la classifica cannonieri in B e in A (doppietta riuscita l’ultima volta a Paolo Rossi nel 1977/1978), trascinando la Juventus dalla serie
cadetta dove era precipitata causa Calciopoli alla Champions League. Ha
partecipato agli Europei del 2008 riprendendo una tradizione di delusioni
azzurre che sperava fosse finita con la vittoria ai Mondiali 2006: subentrato
sullo 0-2 contro l’Olanda, titolare contro la Romania (1-1), non combinò nulla e vide dalla panchina tutta la sfida con la Francia. Entrato ai
supplementari nel quarto di finale contro la Spagna, sarebbe stato il quinto
rigorista ma l’errore di Di Natale e la trasfomazione di Fabregas posero fine al match prima
che arrivasse il suo turno dal dischetto. Carriera azzurra che sembrava a quel
punto conclusa, è stato invece convocato da Lippi, primo capitano della sua seconda avventura
sulla panchina della nazionale.
è stato premiato a Montecarlo col Golden Foot (miglior over 29 del mondo). Ha
pubblicato l’autobiografia 10+ (Mondadori). Ha recitato al fianco di Lino Banfi ne L’allenatore nel pallone 2. Il 22 ottobre 2007 è nato il figlio Tobias. [ash]


Vita Figlio di Gino, operaio dell’Enel che gli mise l’impianto di illuminazione nel campetto dietro casa in cui giocava da bambino, e
della casalinga Bruna: «A 7 o 8 anni, quando gli amici venivano a chiamarlo, lo facevo scendere solo con
la promessa che avrebbe giocato in porta per non sudare troppo. Lui non lo
faceva. Mi misi il cuore in pace quando Stefano, suo fratello più grande, mi disse che il portiere non era proprio il ruolo più adatto a lui» • Il fratello Stefano (Conegliano 29 ottobre 1965), che gli ha fatto da manager
per l’ultimo contratto firmato con la Juve (2007), giocò nella primavera della Sampdoria: «In paese spiegano che a marcare la differenza sia stato il carattere: “Bravi tutti e due, però Stefano camminava mentre Alex divorava il campo”» (Antonio Barillà) • «Da San Vendemiano vola al Padova e poi all’Under 21, non ancora diciottenne, e infine alla Juve. Consigliato da Causio,
soffiato da Boniperti al Milan con 5 miliardi ed esaltato da Trapattoni, a suo
modo: “Se chiudo gli occhi, mi sembra di rivedere Paolo Rossi”. Avendo gli occhi chiusi, non aveva visto benissimo. Altri paragoni, nel tempo,
si sono rivelati appena più vicini al vero: Platini, Baggio... ma i fuoriclasse assomigliano solo a se
stessi. Lui, bianconero a 18 anni e qualche mese, confessava la sua passione
sfrenata per Michel: “L’ho studiato in tutti i suoi movimenti. Un giorno lascerò la maglietta fuori dai pantaloncini e magari gli assomiglierò un po’”. Il 12 settembre 1993 Alessandro Del Piero fa il suo esordio con la Juve a
Foggia: un quarto d’ora per Ravanelli. Tre giorni dopo, il piccolo genio mette il piedino in Europa:
giusto 60 secondi perditempo in Juve-Lokomotiv Mosca. Quattro giorni dopo,
contro la Reggiana dispone sempre di una manciata di minuti ma stavolta li
sfrutta: passaggio del suo amico del cuore dai tempi di Padova, Angelo Di
Livio, palla che rimbalza e tiro al volo di sinistro. Inizia così la sua serie di prodezze in bianconero, che così lunghe, nel calcio della rincorsa al soldo, pochi avrebbero pronosticato» (Fabio Bianchi)
• Con la Juventus ha vinto 7 scudetti (1995, 1997, 1998, 2002, 2003, 2005, 2006,
gli ultimi due revocati causa “Moggiopoli”), una Champions League (1996, finalista nel 1997, 1998, 2003), una coppa
Intercontinentale (1996, suo il gol decisivo nell’1-0 a Tokyo contro il River Plate), una Supercoppa europea (1996) ecc. Con la
Nazionale ha vinto i Mondiali 2006 (in gol nella semifinale vinta 2-0 contro la
Germania, realizzò uno dei rigori che decisero la finale con la Francia), vicecampione d’Europa nel 2000 (è opinione comune che l’Italia fu sconfitta 2-1 in finale dalla Francia per due suoi gol falliti sull’1-0 per gli azzurri). Unico italiano ad aver vinto la classifica cannonieri
della Champions League (1997/98), nel 1996 fu premiato col Bravo (miglior under
23 d’Europa). Quarto nella classifica del Pallone d’oro 1995 e 1996, 10° nel 2002, 13° nel 2003, 16° nel 1998, 20° nel 1997, nomination anche nel 2001
• Nel 1995, in Champions League, fece una serie di gol con tiri a rientrare
(Borussia Dortmund, Steaua Bucarest, Rangers Glasgow), tanto che ancora oggi si
parla di “gol alla Del Piero”. Un grave infortunio ad un ginocchio subìto l’8 novembre 1998 a Udine lo tenne per molti mesi lontano dai campi di gioco
costringendolo a un faticoso recupero (per un paio d’anni fu considerato un giocatore finito) • Massimo Moratti ha confidato che a un certo punto pensò di portarlo all’Inter: «Me lo consigliò Ronaldo, lo voleva al suo fianco: inutile comprare tanti giocatori, basta
prendere Del Piero e saremo fortissimi. Però non fu possibile imbastire la trattativa» • Da qualche anno festeggia i gol facendo la linguaccia • Successo dello spot per un’acqua minerale in cui compare insieme alla miss Italia Cristina Chiabotto, alla “suora” Pia Velsi, a un passerotto (voce di Jacopo Sarno) • è sposato con Sonia Amoruso (Torino 16 agosto 1975): «Un bar del centro, lui che entra e tutti lo riconoscono, chiaro. Lei che è lì, pausa di lavoro. Perché a due passi si guadagna da vivere facendo la commessa in un negozio di
abbigliamento “firmato”. Lei che guarda il calciatore famoso, come tutti, come tutte. Lui che incrocia
lo sguardo curioso di quella morettina dolce e un po’ vergognosa. Beh, si sa come va a finire. Si scambiano i numeri di telefono, si
incontrano. Una specie di favola dei tempi moderni, il principe del calcio che
va a prendere la sua Cenerentola in Ferrari, mica sul cavallo bianco. Lui
comincia a portarla in trasferta, in Champions. Sonia Amoruso è simpatica, semplice, la ragazza acqua e sapone che Ale il tranquillo sognava da
sempre. è premuroso, mai oppressivo. In aereo si siedono uno lontano dall’altra, perché funziona così. Ma gli sguardi volano. Il 12 giugno 2005 si sposano. Don Ciotti officia la
funzione in una chiesetta sperduta sulla prima collina torinese» (Paolo Forcolin)
• Nel 2008 14° nella classifica di France Football sui calciatori più pagati del mondo (4,2 milioni di stipendio, 6,5 di contratti pubblicitari, 0,3
di premi), primo degli italiani davanti a Fabio Cannavaro, Francesco Totti e
Luca Toni.



Critica «La gente immaginava di veder crescere con lui un fuoriclasse immenso come
Maradona, mentre appartiene a una categoria meno raffinata, i campioni che
quando sono al 100 per cento inventano cose che non riescono a tutti,
altrimenti faticano a brillare. Lo hanno fregato gli inizi. Non segnava
moltissimo ma i gol erano capolavori degni di Raffaello più che del Pinturicchio, cui lo accostò l’avvocato Agnelli. Quel tocco al volo per battere la Fiorentina in una storica
rimonta nell’inverno del 1994. La rete storica di Tokyo per l’Intercontinentale contro il River Plate. “Se fa queste cose a vent’anni, che gli vedremo fare a 25?” ci chiedevamo. Prima che arrivasse a quella età lo bloccò l’infortunio, a Udine. Un giorno ne parlammo con un chirurgo. “Non lo scriva ma non sarà mai più lo stesso, è già molto se tornerà a correre senza zoppicare”. Si sbagliò. è tornato a giocare con sprazzi dei vecchi tempi. Pretendono una continuità di mirabilie, lo confrontano con l’attaccante che segnò 21 gol nel 1997/98, senza interrogarsi se l’anomalia non fosse in quel campionato, perché prima non aveva toccato i dieci gol. L’attesa è rimasta quella di quando l’Avvocato disse che era come aspettare Godot e Umberto Agnelli lo definì “cocco di mamma”» (Roberto Beccantini)
• «Quando si era bloccato in campionato, quando gli era venuta per due anni l’allergia al gol e tutti dicevano che era finito, al massimo poteva diventare un
grandissimo fornitore di assist, se ne uscì fuori con un gol di testa al Parma. E il 18 febbraio 2001 a Bari, gli era
appena morto il padre, di tumore, dopo una lunga malattia, lui fece una corsa
lunga e rabbiosa, piena di pianto, quasi da invasato. è stata l’unica volta che ha fatto uscire un po’ di dolore. Forse è questo il suo problema, lui non suda, trattiene. Calpestatelo pure nell’anima. Vi risponderà che preferisce “stare solo”. E che la sua rinascita interiore è cominciata proprio dopo gli Europei del 2000, quando si mangiò due gol in finale. “Ci rimasi molto male e mi assunsi la responsabilità di quella disfatta. è lì che ho cominciato a pensare che dovevo concentrarmi più sulla Nazionale e riuscire a riprendermi quello che avevo perduto”. Non si ricordano sue reazione bestiali. Bottiglie scagliate? Sedie rotte? Lui è così, gentile e civile» (Emanuela Audisio)
• «è un esempio, è come vorremmo fosse il fidanzato di nostra figlia, è quello che non sa gestire la pace della squadra, ma va comunque a portarla» (Mario Sconcerti) • «Il calcio non mi fa più sognare; a volte penso che nemmeno mi piaccia più. Però Del Piero mi fa sognare, e io sogno, e so che molti di quei sogni si
avvereranno, perché è un fuoriclasse, è un eroe» (Sandro Veronesi) • «è un genio nel fare scene madri con la dirigenza: ma come, un tale affronto a me,
la proposta di un contratto risibile all’uomo della fedeltà assoluta, alla bandiera juventina, all’uomo zebra! Sicché alla fine i dirigenti bianconeri cedono sempre e gli allungano il contratto» (Edmondo Berselli).


Frasi «Il Mondiale mi ha lasciato una serenità disarmante, ha chiuso un cerchio, è stato il lieto fine del mio kolossal» • «Tra Pelè e Maradona scelgo l’argentino, aveva un modo di giocare più simile al mio» • «Capita di sbagliare, l’importante è capirlo. Ho tifato vent’anni per i cowboy dei film western e solo ora mi rendo conto che forse invadere
gli indiani e sparargli contro non era una bella cosa».



Politica Secondo Il Foglio politicamente è «un Dc veneto doc», «tendenza Casini». Gioca a golf.