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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

DE RITA

Giuseppe Roma 27 luglio 1932. Sociologo. Presidente del Censis (Centro studi
investimenti sociali), inventore del Rapporto che ogni anno svela agli
operatori e alla stampa le tendenze profonde della società italiana. Editorialista del Corriere della Sera • «Nel dicembre 1955 entrava alla Svimez per fondarne la sezione sociologica.
Cominciava così il suo viaggio di mezzo secolo attraverso l’Italia. Tra le molte parole da lui inventate e imposte al lessico pubblico -
sommerso, localismo, macchie di leopardo - ce ne sono due che lo riguardano e
in cui si è riconosciuto: “Nel 1976 a un convegno ecclesiale fui chiamato ‘il monaco delle cose’. Il Riformista mi ha definito ‘arcitaliano’. Mi sta bene. Amo leggere l’Italia dal di dentro. E non sono mai stato così lontano dalla politica. Senza interlocutori”» (Aldo Cazzullo)
• Tra i più acuti editorialisti del Corriere della Sera • Nel 2007 definì come «poltiglia di massa» e «mucillagine» la società italiana, «insieme inconcludente di elementi individuali, senza nessuna coesione, di
soggettività esasperate e senza scopo» (Marina Cavallieri) • «Odio l’uso del sondaggio indiscriminato, bisogna entrare nella società e cercare di capire, annusare... Nel 1968 scoprii l’economia sommersa a Prato, Valenza, Biella, Fermo, Arzignano... Negli anni
Settanta mi sono accorto che questi localismi tenevano in piedi l’economia italiana» • Sposato con Maria Luisa Bari, 8 figli: «Sei maschi e due femmine. Il punto più delicato è stato quando i figli crescevano e io non potevo guadagnare di più. Furono duri gli anni tra il 60 e l’80. Però mia moglie e io abbiamo fatto funzionare la famiglia grazie a una casa che
avevo comperato dopo la lunga missione internazionale in Persia. Così non c’era il problema dell’affitto. Mia moglie poi scriveva copioni per la tv dei ragazzi. Quando eravamo
dieci c’erano vincoli di orario mattutino, prima che li accompagnassi a scuola con il
pulmino. Ci si dividevano i compiti. Un gruppo faceva i letti, i grandi
badavano ai piccoli, i medi comperavano la pizza e il latte per la colazione» (ad Alain Elkann).
[ars]