Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
DE LAURENTIIS
Aurelio Roma 24 maggio 1949. Produttore cinematografico. Padrone del Napoli. «Dirigere un club è come fare ogni domenica un film di cui non si conosce il finale...» • «Il produttore italiano più ricco e fortunato. Mister grandi incassi, l’inventore dei “film-panettone” che sbancano i botteghini (qualche titolo: Natale in India, Merry Christmas, Body Guards...). Ha il cinema nel sangue. Non solo perché lo fa con grinta e successo, ma anche perché appartiene a una grande famiglia del settore. è figlio del compianto Luigi e nipote di Dino. Oggi, con la sua società Filmauro, Aurelio garantisce il ciclo completo: produzione, distribuzione,
esercizio, senza dimenticare una partecipazione negli studios di Cinecittà. Dinamico e irruento, aggiornatissimo e portato ad affrontare i problemi di
petto (come la lotta contro la pirateria audiovisuale), Aurelio è un uomo d’azione e ai bizantinismi della diplomazia ha sempre preferito la chiarezza
estrema, anche a costo di scatenare polemiche. Il suo debutto avvenne nel 1977,
con il film
Un borghese piccolo piccolo interpretato da un indimenticabile Alberto Sordi drammatico. Da allora in poi,
la società Filmauro è stata sinonimo di commedie popolari di successo, da Qua la mano a Nessuno è perfetto, Culo e camicia, Amici miei, A spasso nel tempo, la serie Vacanze di Natale, Paparazzi. Le star della casa sono stati Celentano e Pozzetto negli anni Ottanta, poi
sono venuti i Vanzina, quindi la coppia d’oro Boldi-De Sica, Benigni, Albanese. Ma questo non ha impedito a De Laurentiis
di finanziare film d’impegno come Maccheroni di Scola, Codice privato di Maselli, molti titoli di Avati, Matrimoni di Cristina Comencini o di scommettere su registi trasgressivi come Pappi
Corsicato e distribuire Woody Allen, Pedro Almodovar, Coen, Besson, Scott,
Polanski» (Gloria Satta) • Comprò il Napoli all’asta, nel 2004: «Ero in ospedale, operato di menisco e seguivo le vicende di Gaucci e della
società. Avevo provato a comprare il Napoli nel 1999 guardando all’esperienza americana di Murdoch che per far crescere la Fox tv aveva inserito
molto sport insieme al cinema. Ma nel 2004 non ci pensavo più, anzi volevo lasciare l’Italia e lavorare tra Los Angeles e Shanghai. Invece al Quisisana di Capri
studiai la situazione, consultai avvocati, immaginai un progetto. Dopo due
settimane avevo il Napoli, comprato e gestito con i miei capitali». Lo ha portato dalla C alla A
• Superstizioso, ha dei numeri fortunati in cui crede, primo fra tutti il 7 (gli
altri sono il 9, il 14, il 24) • Sposato con Jacqueline Baudit, tre figli (Luigi, Valentina, Edoardo). [arc]