Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
DANIELE
Pino (Giuseppe) Napoli 19 marzo 1955. Cantante. Autore. «Sono un napoletano antipatico. I napoletani devono essere per forza simpatici?».
Ultime Ha pubblicato il cd Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui. Ha girato l’Italia con un tour che sintetizzava trent’anni di carriera in un’ora e mezzo di show, dalle prime ballate ai furori funk-rhythm’n’blues dei primi anni ’80 fino al suono sofisticato delle ultime produzioni. Ha scritto la colonna
sonora del film di Alessandro Siani La seconda volta non si scorda mai. L’8 luglio 2008, concerto Vai mo’ 2008, ha suonato allo stadio San Paolo di Napoli con il gruppo che nel 1981 radunò in piazza del Plebiscito circa duecentomila persone: Tullio De Piscopo, Tony
Esposito, James Senese, Rino Zurzolo, Joe Amoruso. Con gli stessi ha inciso tre
cd col meglio della sua storia musicale usciti a maggio 2008 per festeggiare
trent’anni di carriera (Ricomincio da 30).
Vita Primo dei sei figli di un lavoratore portuale, è nato in un vicolo a ridosso del monastero di Santa Chiara: «Vivevamo in un “basso”». Le precarie condizioni economiche della famiglia e la disponibilità delle “ziette”, due anziane signorine che già avevano cresciuto la madre, fecero sì che il piccolo Pino si trasferisse a poche centinaia di metri di distanza dai
suoi, in un bell’appartamento al terzo piano di un antico palazzo. «Studia da ragioniere e poi si iscrive all’Orientale, ma presto il ragazzo capisce che la sua vocazione è un’altra. Nella Napoli degli anni Settanta, ricca di fermenti musicali, le nuove
istanze metropolitane hanno il suono del sax tenore di James Senese, il figlio
della guerra, il nero napoletano che della contaminazione è stato il primo interprete. In questo clima cresce Pino Daniele che esordisce
nel 1977 con
Terra mia. La scelta del titolo non è casuale e delinea subito l’ambito in cui il musicista intende muoversi recuperando la tradizione popolare
attraverso nuove sonorità» (Goffredo De Pascale) • Chitarrista autodidatta, ha caratterizzato il proprio stile con la fusione fra
blues e melodia napoletana che, con il tempo, si è aperta alle contaminazioni con la world music. Fra le collaborazioni di maggior
rilievo quelle con Wayne Shorter, Richie Heavans, Chick Corea, Pat Metheny,
Salif Keita. Altri dischi: Pino Daniele (1979), Vai mo’ (1981), Bella ’mbriana (1982), Musicante (1984), Le vie del signore sono finite (1988), Mascalzone latino (1989), Un uomo in blues (1991), Sotto o’ sole (1991), Che dio ti benedica (1993), Non calpestare i fiori nel deserto (1995), Come un gelato all’equatore (1999), Passi d’autore (2004), Iguana cafè (2005) • Sposato con Fabiola Sciabbarasi (si conobbero nel 1992 a casa di Massimo
Troisi, lei all’epoca aveva 24 anni e faceva la modella), dalla quale ha avuto i figli Sara,
Sofia, Francesco. Dalla prima moglie Dorina Giangrande ha avuto Alessandro e
Cristina. La Sciarabassi sul marito: «Pino è pigro, un orso buono […] Fosse per lui, la sera starebbe sempre a casa. Di giorno però segue molto i figli. E poi, di solito, il pomeriggio va in un negozio di
strumenti dove si sente a suo agio e prova tutto quello che vuole». In questi anni è stata lei a rifargli il look («dai capelli a tutto il resto, sono stata io farlo diventare più sobrio»). Lui di carattere è «buono ma anche impulsivo, scontroso, passionale»: «Spesso mi dice: “Tu sei la parte gentile di me. Tu mi addomestichi”». Quando deve fare una conferenza stampa, lei poco prima gli fa «una specie di ipnosi»: «Buono, tu sei buono, tu sei buono e non ti arrabbi». Funziona? «Insomma...» (ad Andrea Scarpa).
[apr]
Critica «Si capì subito che Daniele, napoletano di via Mezzocannone, oltre a un fortissimo
legame con la tradizione canzonettistica cittadina aveva dalla sua una tecnica
chitarristica sopraffina, poi ancora perfezionata negli anni» (Paolo Zaccagnini).
Frasi «Sono un chitarrista che, a un certo punto, si è messo a cantare» • «Faccio tutto da me, quattro lavori insieme, il chitarrista, l’autore, l’arrangiatore, il produttore, qualche volta addirittura il discografico, così sono finalmente libero» • «Io cerco di fare cose diverse, cerco di restare attaccato ai miei punti fermi.
Un punto fermo è Paolo Conte, è Fossati, è stato Sinopoli, lo sono Muti, Eduardo, Django Reinhardt» • «Sono intollerante, mi danno fastidio un sacco di cose, io rispetto tutti, ma è vero, sono una persona strana, cambio umore ogni dieci minuti, e un po’ ci sono diventato perché ho sempre incontrato grandi cialtroni che mi hanno rubato soldi».
Politica «Di certo non mi sento un comunista. Mi definirei un socialista che non guarda più ai partiti ma alle persone» • Amico di Bassolino, nel settembre 2007 lo salutò dal palco della Certosa di San Giacomo a Capri dicendo: «I napoletani prima vogliono il re, poi dimenticano quelli che incoronano. Anche
i re che hanno fatto delle cose buone, e qui ce n’è uno seduto nelle prime file» • Nell’ottobre del 2007 fu rinviato a giudizio per diffamazione nei confronti di
Umberto Bossi: ospite d’onore al Festival di Sanremo del 2001, durante una conferenza stampa aveva
detto: «Bossi che canta Maruzzella? è un uomo di merda. Mi fa schifo» (chiesto un risarcimento di 500.000 euro) • A febbraio 2008 manifestò simpatia per Bobo Craxi: «Ogni tanto ci vediamo, è un grande intenditore di musica. Lo vedrei bene come ministro della cultura» • Ha pubblicamente appoggiato Berlusconi sulla questione dei rifiuti.
Vizi «Debbo mantenermi in forma. Poco cibo, niente vino e sigarette. Ho tanti bambini
da tirar su» • Una delle cose a cui tiene di più: «Un ritaglio di Repubblica nella custodia della chitarra, un’intervista nella quale Eric Clapton dice che apprezza la mia musica» (Gino Castaldo). [aps]