Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
D’AMATO
Antonio Napoli 16 giugno 1957. Industriale. Guida un gruppo leader in Europa nel
settore dell’imballaggio per alimenti (il suo prodotto più popolare sono i bicchieri di cartone con cui al bar viene servita la Coca
Cola), quartier generale ad Arzano. Nel 2000 divenne presidente della
Confindustria (non gradito a Cgil e Ds) battendo il candidato Fiat Carlo
Callieri. Elezione vista come una svolta a destra dell’associazione che si andava posizionando sull’arrivo di Silvio Berlusconi (vincitore delle elezioni l’anno successivo). Si sgolò in favore dell’innovazione di «processo e di prodotto» e per una politica di liberalizzazioni e maggiore flessibilità del lavoro. Nel 2004 l’elezione al suo posto di Luca Cordero di Montezemolo ne sancì la sconfitta
• «Sono cresciuto in azienda, sotto gli occhi di mio padre. Lui aveva cominciato
dal nulla. Proveniva da una famiglia della media borghesia, ma era rimasto
orfano quando aveva appena sei mesi, nel 1930. La famiglia aveva vissuto di
quello che aveva fino alla guerra, dove poi perse tutto. Papà cominciò a lavorare che aveva appena 15 o 16 anni. Fece molti mestieri finché non provò a vendere bicchieri di carta fabbricati da una piccola azienda napoletana. Era
un prodotto nuovo su un mercato che si apriva e fu la chiave di volta del suo
successo» (a Stefania Rossini)
• «Sono e resto liberale. Lo ero fin da ragazzo quando, al ginnasio, dirsi tali
significava essere guardati come alieni» • Nel 2008 ha rifiutato la candidatura offertagli dal PdL: «Non vedo l’impegno riformista e la determinazione a cambiare» • Molto importante la compagna, Marilù Faraone Mennella (1968), bionda, anche lei imprenditrice, conosciuta nel 1990
proprio in Confindustria. [aoq]