Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
D’AGOSTINO
Roberto Roma 7 luglio 1948. Giornalista. Inventore e titolare di Dagospia, sito dove i
potenti sono trattati come personaggi da Novella 2000. «Quando il pettegolezzo dura nel tempo, diventa storia» • «Padre saldatore, madre bustaia. Sono nato in via dei Volsci, quella degli
autonomi romani. Ho vissuto in quel quartiere fino a trentasette anni. Sono
andato a lavorare a 18 anni, come ragioniere, alla Breda. Mia madre faceva i
reggiseni su misura all’amante di un leader socialdemocratico. Ottenne una raccomandazione per la Cassa
di Risparmio di Roma. Era il ’68. Avevo 20 anni. L’anno cruciale per me è stato il ’64, Bandiera Gialla, Arbore, Boncompagni, Zaccagnini. Andavamo a via Asiago, nella sede Rai.
Stavamo seduti lì, in studio, accanto a Lucio Battisti, Loredana Bertè, Renato Zero... E la sera andavamo al Piper» (a Claudio Sabelli Fioretti) • Restò in banca 12 anni: «Ma intanto avevo cominciato a scrivere di musica. Ho fatto anche il disc-jockey
al Titan, che era la prima discoteca rock per compagni sbandati (’77). Ho lavorato all’estate romana di Nicolini. Ho scritto per Moda, il giornale di Vittorio Corona,
dove mi inventai l’edonismo reaganiano» • Nell’85 Renzo Arbore lo consacrò come “lookologo” di Quelli della notte, nell’88 partecipò all’edizione di Domenica In firmata da Gianni Boncompagni. Nella storia la rissa con Vittorio Sgarbi (cui
dette uno schiaffo) durante una puntata de L’istruttoria di Giuliano Ferrara (1991) • Sulla nascita di Dagospia: «Scrissi che ad Auckland Bertelli aveva detto che “l’Avvocato porta sfiga”. Se avessi scritto “gufare” non sarebbe successo niente. Ma scrissi “porta sfiga”. La parola sfiga è stata micidiale... Fine della mia rubrica sull’Espresso. Barbara Palombelli mi consigliò: apri un sito, ti sfoghi e scrivi quello che ti pare» • «Io non sapevo nulla di Internet e pensavo solo di aprire uno spazio per un blog,
un diario telematico di costume e società che erano gli argomenti miei, dalle mutande alle feste senza alcuna ambizione.
Di Dagospia avevano bisogno i naviganti, i lettori, che volevano sapere di più e avevano bisogno d’altro. Lo hanno fatto loro. Quando Dagospia è nato ho ricevuto tante di quelle indiscrezioni che riguardavano politica,
finanza, Vaticano, economia. Lo hanno fatto gli altri e io sono diventato il
contenitore»
• Con Dagospia affibbia soprannomi a politici e potenti: Bertinight, Piermanzo
Casini ecc. • «Per essere un prodotto fatto in casa, cioè a casa mia e da me stesso, è davvero un bel successo. è che senza pettegolezzo la gente non vive. Hanno ragione gli americani: il
gossip è un rito collettivo, è un fenomeno antropologico. Poi l’Italia tra piazze e caffè è il luogo del taglia e cuci per eccellenza» • «Da Bertinotti ai radicali, da D’Alema a Rutelli, ho votato tutti… ma sempre a sinistra» • Sposato con Anna Federici, «erede di una dinastia di costruttori» (Panorama). Un figlio, Rocco. [aoj]