Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
CURZI Sandro (Alessandro) Roma 4 marzo 1930. Giornalista. Dal maggio 2005 consigliere d’amministrazione Rai (in quota Rifondazione-Verdi)
CURZI Sandro (Alessandro) Roma 4 marzo 1930. Giornalista. Dal maggio 2005 consigliere d’amministrazione Rai (in quota Rifondazione-Verdi). Nell’aprile 2008 ha detto che la Rai rischia di finire come l’Alitalia: «Alitalia sta morendo per eccesso di resistenza sindacale al cambiamento. Da noi, e lo dice un vecchio uomo di sinistra innamorato del vero sindacato, la Rai è vittima di piccole corporazioni, microfeudi purtroppo spesso difesi con miopia dalle sigle ufficiali» • è diventato celebre per la direzione, schieratissima, del Tg3 tra il 1987 e il 1993: Giuliano Ferrara, con una punta di disprezzo, ribattezzò quel giornale Telekabul «e arrivò un successo travolgente» (Claudio Sabelli Fioretti). «Facemmo inchieste sulle cooperative rosse. Le dirette da piazza Tienanmen. Scoprimmo e parlammo di Bossi. Il Tg3 era il preferito dai giovani missini. Ho preso il Tg3 al 2% e l’ho portato al 24% di share. Durante la guerra del Golfo una volta superammo il Tg1. Solo l’imbecillità del centro-sinistra smantellò il Tg3». Poi direttore delle news di Telemontecarlo (1993-1996) e infine dell’organo ufficiale di Rifondazione, Liberazione (1998-2004). Prima era stato vicedirettore dell’Unità e di Paese Sera (ai tempi di Arrigo Benedetti, 1975-1976, anno in cui passò in Rai) • «Mi piace la vita e per questo sono un comunista» • «Sono nato nel 1930, da famiglia agiata. Andavo al Tasso, col mio amico Citto Maselli. Lui mi ha portato a certe idee di sinistra. Miti? Silvio Piola. La Lazio. Sono sempre stato laziale nonostante tutto. I comunisti tifavano Roma. La Lazio era la squadra dei fascisti. Nel mio palazzo abitavano tutti fascisti. Il 25 luglio 1943 diventarono tutti antifascisti e buttarono dalla finestra tricolori, quadri di Mussolini, orbaci. Per poco non diventai fascista io. Appena arrivai in Rai mi venne subito in mente quella scena. Quando sembrava che stessimo per vincere venivano da me e mi strizzavano l’occhio» • «Io stavo con Ingrao, ma quando Amendola passava dalla mia stanza, mi dava una scoppola sulla testa, con simpatia: “Ciao, ingraiano di merda”» • Fu espulso dalla sezione Pds del centro storico di Roma quando decise di candidarsi nel Mugello per Rifondazione contro il candidato diessino Antonio Di Pietro • Con la moglie Bruna Bellonzi si conobbero a Praga nel 1949 durante il secondo Festival mondiale della gioventù. Nel 1954 lui la convinse a sposarlo: «Da allora la mia vita è diventata più divertente, anche se campare con lui è una fatica bestiale». I primi dieci anni di matrimonio vissero in case separate («Per salvaguardare ciascuno la propria libertà»). Hanno una figlia, Candida, giornalista come i genitori • Grande fumatore di pipa: «Tutti i miei colpi di tosse li dedico ai giovani, perché smettano di fumare» • Ad inizio 2007, qualche problema di salute: «Ho voluto rispettare la par condicio, no? Prima il cancro al polmone destro tredici anni fa, e mi hanno tolto il lobo superiore. Poi la bella scoperta di un altro cancro. Stavolta però al polmone sinistro. E, zac!, via l’altro lobo». Anni fa ebbe pure un brutto infarto. Nel 2008, uscì vittorioso da un’altra battaglia contro il cancro ai polmoni. [aoc]