Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
CUPERLO
Gianni (Giovanni) Trieste 3 settembre 1961. Politico. Eletto deputato nel 2006 e nel
2008 (Ulivo, Pd). Ultimo segretario della Figc (poi Sinistra giovanile). «Dalemiano di rito eterodosso» (Maria Teresa Meli), «uno spessore culturale insolito per un politico - dalla comunicazione alla
letteratura - un sito internet e un blog molto letti» (Fabio Martini) • Laureato al Dams di Bologna con una tesi sulle comunicazioni di massa, al
vertice della Figc si fece notare per frasi ad effetto («L’importante non è avere una tradizione, ma cercarla») e slogan astrusi («Benficenti, tolleranti o solidali?») • «è rimasto sempre all’ombra del Palazzo: sia perché non è un tipo che ama sgomitare, sia perché non ha la stoffa del leader» (Guido Quaranta nel 1999) • Alla nascita del Pd si fece promotore di un appello per la laicità. «Se un esponente del mio partito dice che i gay vanno curati credo che sia una
boutade. A pensarla così saranno sì e no in cinque. Ma è un segnale» • Dopo la sconfitta elettorale del 2008 (rifiutò di fare il ministro ombra) sul palco dell’assemblea nazionale del Pd disse a Veltroni e a tutto il gruppo dirigente che
con «i loro grandi meriti e i loro limiti», dovevano prendere atto della situazione e lavorare per «lasciare alle nuove generazioni la leadership» • Ex ghost writer di Massimo D’Alema, del quale disse ad inizio 2008: «Penso, da anni, che sia il capo della sinistra», lo introdusse alla lettura di Rilke • Ha insegnato Teoria e tecnica della comunicazione pubblica e Comunicazione
politica all’Università di Teramo, ha scritto il libro Par condicio? Storia e futuro della politica in televisione (Donzelli 2004). Considera Joe Lansdale «il più grande scrittore contemporaneo». Gira per Roma con una Vespa 300 nera.