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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CRESPI

Luigi Milano 2 agosto 1962. Imprenditore. Ex presidente di Hdc, cioè patron di Datamedia, società di sondaggi prima in stretti rapporti con Berlusconi, poi da questi affidata
alle cure della Banca Popolare di Lodi e infine strangolata con la richiesta di
rientro immediato dai debiti. «Il sondaggio è sempre fatto bene. I numeri sono quelli. Quando li passi all’ufficio propaganda vengono cucinati meglio, ecco» • «è stato per anni il sondaggista prediletto del Cavaliere. Mutuandolo dal Patto
con gli americani di Ronald Reagan, ha inventato il contratto con gli italiani
siglato da Berlusconi a Porta a Porta e attraverso le sue società ha curato le multimilionarie campagne di pubblicità di Forza Italia. è a quel punto che Crespi pensa di fare il grande passo. Supportata dall’ex amministratore delegato di Mediaset Ubaldo Livolsi, che attraverso la sua
Livolsi and partners svolge la funzione di advisor finanziario e dai
professionisti dello studio Tremonti come consulenti tributari, Hdc sembra andare spedita verso la
quotazione. Sotto il suo controllo finiscono agenzie di pubblicità come la Show up (clienti Birra Peroni, Giochi Preziosi, Milan, Swatch e
Pomellato) di Paolo Spadaccini, case di produzione cinematografica come l’Alto Verbano di Renato Pozzetto e, dopo qualche mese, una serie di istituti
demoscopici tra i quali la Directa di Giorgio Calò, allora braccio destro di Antonio Di Pietro in politica, e il Cirm di Nicola
Piepoli. A completare il quadro si aggiunge anche il 25 per cento circa di
Editing, società editoriale che controlla il quotidiano on line Il Nuovo. Per acquistare quelle
quote vengono versati 3,7 milioni di euro: una cifra spropositata» (Peter Gomez)
• Finito in disgrazia («Ho perso tutto il gruppo, ho ceduto alle banche creditrici le mie aziende. Un
euro e sono andato via») ha rotto con Berlusconi. Nella caduta, ha conosciuto anche il carcere. La
Repubblica: «Secondo la Procura, Luigi Crespi — in concorso con altri — avrebbe distratto qualcosa come 19 milioni di euro. Con un giro di fatture
false e operazioni inesistenti tale da mettere in ginocchio il gruppo. “L’intenzione - hanno scritto i pm - era di ingannare i soci o il pubblico, al fine
di conseguire un ingiusto profitto”»
• L’inchiesta milanese sulla bancarotta della Hdc portò tra giugno 2004 e febbraio 2005 all’intercettazione di trentuno parlamentari innescandone un’altra su un presunto patto di non belligeranza Rai-Mediaset ai tempi del
Berlusconi II e III (vedi BERGAMINI Deborah).