Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
COSTANTINI
Flavio Roma 21 settembre 1926. Pittore e illustratore • «Sembra che come primo quadro abbia dipinto una sogliola: ma tutto finisce lì. In seguito non è certo attratto dalla natura morta del Caravaggio o dalla merenda di Bonnard. La
sua occhiata sul mondo è secca e rapida come una rivoltellata: decoratore di fatti visionario e
raffinato, perfetto ricostruttore di ambienti e dettagli che fanno da cornice
alle azioni dell’anarchia in Europa, ce li restituisce in pittura ai confini della paranoia
ossessiva» (Giorgio Soavi)
• «Prima di dedicarsi all’illustrazione e alla pittura è stato marinaio, allievo ufficiale della Marina Mercantile. è probabilmente l’unico marinaio al mondo che non sa nuotare, totalmente idrofobo: se beve un
bicchier d’acqua si strozza al primo sorso. Ama il mare ma detesta l’acqua. Il suo primo imbarco civile avvenne su una petroliera dell’Agip che si chiamava Rapallo. Dopo la petroliera fu il transatlantico: una nave
svedese del 1900 che dal Mediterraneo faceva rotta verso gli Stati Uniti: “Era un bel giro, ma non apprezzavo, credevo di essere un cameriere. Non fosse
stato per le nascite e le morti, sembrava di viaggiare in un albergo di lusso”. In mare cominciò a leggere: Salgari, Conrad, Stevenson, Kafka, che entrarono quasi senza essere
chiamati nei primi disegni buttati giù in attesa degli imbarchi. Quando arrivò la scelta definitiva di abbandonare il mare, Salgari, Conrad, Stevenson, Kafka
divennero ossessione artistica e ciclo pittorico. Poi è stato il ciclo degli anarchici, nato dalla delusione, anzi dalla crisi di
nervi, provocata da un viaggio in Unione Sovietica. Quei mari striati di
tempera, quei vascelli dalle vele stanche o gonfie d’ardimento, quelle silhouettes di scrittori, o di anarchici, o di eroi
risorgimentali inseriti in un montaggio figurativo che ne rammenta la vita, l’opera, le imprese anche in chiave ironica»
• «Vive a Rapallo in un edificio esternamente anonimo. Ma dentro casa, abbandonato
il comodo salotto borghese, si arriva ad un posto di blocco di due o tre metri
quadri interamente occupato da micidiali collezioni di riviste illustrate
francesi e italiane dell’inizio del secolo. L’unico per il quale senta e provi un brivido minimo e massimo. Lì dentro c’è il letto e lo studio. Vive estate e inverno ricoperto di maglie e sciarponi di
lana, non risponde al telefono perché i viventi lo disturbano con i loro rumori molesti e modesti» (Soavi). [Lauretta Colonnelli]