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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CORONA

Fabrizio Catania 29 marzo 1974. Imprenditore. Titolare di una delle più importanti agenzie fotografiche italiane (la Corona’s, fondata nel 2001) e della linea di abbigliamento omonima (fondata mentre era in carcere). «Noi produciamo gossip, non lo aspettiamo» • Il 12 marzo 2007 fu arrestato in seguito all’inchiesta “Vallettopoli” con le accuse di estorsione, associazione a delinquere e sfruttamento della
prostituzione. Il pm di Potenza, Henry John Woodcock, pensava che Corona, dopo aver fotografato i personaggi in situazioni
imbarazzanti, li ricattasse. L’inchiesta si è poi sgonfiata ma, avendo coinvolto decine di vip e occupando le prime pagine
dei giornali per mesi, ha avuto il risultato di far diventare lo stesso
Woodcock un uomo famoso e trasformare Corona - con i completi gessati, gli occhiali neri, la Bentley, i capelli tirati e la coda di cavallo, i tatuaggi e l’abbronzatura, l’aria arrogante e strafottente - nell’icona di questo momento storico in Italia (Diario: «L’ultimo dei supereroi»)
• Dopo la detenzione di quasi tre mesi (prima a Potenza, poi a San Vittore) è stato nuovamente arrestato il 3 marzo 2008 sull’Autostrada del Sole in provincia di Arezzo dopo che a Badia del Pino il suo
autista aveva pagato la benzina per la Bentley con 100 euro falsi (patteggiò una condanna a un anno e mezzo di reclusione). Si parlò di lui anche in seguito a due famosi fatti di cronaca nera: «Dopo la strage di Erba, del dicembre 2006, i due manager Lele Mora e Fabrizio
Corona misero sotto contratto Azuz Marzuk, marito e padre di due delle quattro
vittime. Corona piombò anche a Garlasco, tentando di contrattualizzare le gemelle Cappa, cugine di
Chiara Poggi, assassinata il 13 agosto 2007» (Stefano Nazzi)
• Figlio di Gabriella e del giornalista Vittorio (1947-2007), a 18 anni fu bocciato e il padre lo mandò a lavorare in un’agenzia fotografica: «è l’inizio della sua fortuna, e dei suoi guai. Lì “ho capito tantissime cose e ho visto tutte le possibilità di questo lavoro”. Fabrizio Corona ha stima, affetto filiale e ammirazione per Lele Mora, almeno
quanta sembra averne per se stesso: “Ho sempre detto a mia madre: ‘Sarò uno che a 30 anni avrà un sacco di soldi’”. A 22 incontra il manager dei vip, veri o presunti, che lo fa lavorare, ma lui
vuole di più: “Mora ha creduto in Simona Ventura che quando andò da lui non era nessuno [...] l’ha presa e a poco a poco l’ha costruita, l’ha plasmata, fino a quando è diventata quello che è”. Potrebbe fare lo stesso con lui, che ha “una cultura, un’educazione” perché “sono cresciuto in un certo ambiente della Milano bene, conoscevo tutti gli
stilisti, i giornalisti, i direttori”. “Nell’agenzia di Lele Mora c’era un buco di una parte fotografica e giornalistica” e per riempirlo Corona propone due nuove strutture: una per “le foto ai cento artisti” della Lm, l’altra che gestisca “le ragazze belle, carine, giovani, che partivano dal basso”. Mora declina, ma invita Fabrizio a fare da solo assicurando la propria
collaborazione. Nasce la Corona’s: “La prima ragazza fu Elena Santarelli” che cominciò con
l’Eredità alla Rai “quando ancora non aveva il seno”, “l’ho messa in televisione, l’ho fatta lavorare”. Oltre a gestire i servizi fotografici “posati”, quelli concordati e studiati, avvia gli uffici stampa che comprano la
pubblicità per conto delle ditte. “Se il giornale fa la pubblicità poi ti dà qualcosa in più, se parla di occhiali, ti mette il tuo occhiale, alla copertina con la mia
artista le facevo mettere la giacca del mio cliente”. Per l’ingaggio dei testimonial Corona prendeva una percentuale dalla ditta, un’altra andava a Mora, il resto al personaggio. è a questo punto che nasce il “reparto paparazzate”. “Se io andavo a fare un servizio alla Colombari per la copertina di Max, servizio
posato, mandavo un paparazzo che poi dopo la seguiva, magari faceva foto al
parco col bambino, le vendevamo al giornale, con una differenza: si guadagnava
molto, ma molto di più perché non avevi il costo del trucco, parrucco, styling, robe varie e potevi fare
anche 50 servizi al giorno”. Una catena di montaggio che tutto sfrutta e trasforma in denaro. “Tra il 2003 e il 2006, c’è un cambiamento totale nel mondo della televisione e nel mondo dei giovani”. Nascono le vallette, le veline, le letterine i personaggi dei reality che non
sanno fare niente, ma “sono conosciuti dalla massa”. I settimanali bramano i pettegolezzi su costoro» (Biagio Marsiglia e Giuseppe Guastella citando gli interrogatori al gip Giulia
Turri e al pm Frank Di Maio).
[alw]


Secondo il gip potentino Alberto Iannuzzi, che ne dispose le misure cautelari su
richiesta del pm Henry John Woodcock, «dietro la già poco rispettabile insegna dell’agenzia “Corona’s” agiva un’associazione a delinquere per lo sfruttamento della prostituzione che spesso
debordava in estorsioni e in riciclaggio. Estorsioni: alcune solo tentate e
molte riuscite. I nomi sono illustri. Gente a cui faceva male finire sui
giornali scandalistici. E dunque si tentò di vendere ai vertici Fiat a carissimo prezzo (duecentomila euro) un’intervista che si minacciava devastante del transessuale che ospitò Lapo Elkann: la Fiat rifiutò il ricatto e Corona ripiegò sul settimanale Chi. Silvio Berlusconi, attraverso la sua fidata manager Miti
Simonetto, ritirò invece dal mercato per ventimila euro alcune fotografie di sua figlia Barbara
pizzicata fuori da una discoteca milanese. Lele Mora ci pensò lui a recuperare certe foto del leghista Roberto Maroni (“Le voglio
in mano io, quelle lì”). Ci furono “compravendite” di servizi fotografici per il campione di motociclismo Marco Melandri, come per
Francesco Totti, Alberto Gilardino, Trezeguet, Adriano, Francesco Coco. Tutti
sportivi che si trovavano in passaggi difficili per la carriera o per la loro
vita privata. Un momento di debolezza ed ecco che piombava Fabrizio Corona e i
fotografi della sua scuderia a immortalare e poi mercanteggiare» (Francesco Grignetti) • Scarcerato il 29 maggio 2007 dopo 80 giorni di galera (prima a Potenza, poi a
San Vittore), disse: «Sono stato vittima di un talebano di nome Woodcock che voleva solo popolarità». Restò agli arresti domiciliari fino al 21 giugno. In quei giorni fu fotografato mentre lanciava slip griffati Corona’s dal balcone di casa ad una gruppo di ammiratrici: «Da quando mi hanno arrestato ho venduto magliette per 500 mila euro, un buon
inizio...» • Il 27 novembre 2007 fu prosciolto a Roma per i 50 mila euro di Totti (il
capitano della Roma pagò per bloccare la pubblicazione di un’intervista su un suo presunto flirt con Flavia Vento, per il giudice fu «un accordo privato, nessun reato»). Prosciolto l’11 gennaio 2008 a Torino anche per la presunta estorsione al calciatore David
Trezeguet (era accusato di aver estorto 25 mila euro all’attaccante francese della Juve per non far pubblicare le foto che lo ritraevano
con una ragazza all’uscita da una discoteca, il gup dispose il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste). Rinviato a giudizio a Milano il 29 febbraio 2008 per le
foto a Lapo Elkann, Gianluca Vacchi, Francesco Coco, Marco Melandri, Alberto
Gilardino (estorsione, in alcuni casi solo tentata)
• «Dice: “Quando becchiamo qualcuno e lo scoop è particolarmente delicato, può succedere che sia il diretto interessato a decidere di togliere le sue foto dal
mercato, acquistandole prima che vengano offerte ai giornali”. Dice: “Le persone che fotografiamo, per me sono fonte di guadagno e basta. Fingono d’arrabbiarsi, ma sanno che dovranno preoccuparsi quando non lo faremo più”. Ecco: la filiera del gossip benissimo spiegata nei luminosi stanzoni dell’agenzia Corona’s, viale Monza a Milano» (Stefania Miretti)
• «La verità è che io sono il prodotto di questa Italia. L’Italia vuole questo. Se la gente, i vip presunti o veri, non avessero qualcosa
da nascondere, il mio lavoro non avrebbe senso. Non tocca a me decidere ciò che è etico e ciò che non lo è. Alla fine credo di essere un povero bullo colpevole solo di fare un mestiere
del cazzo». [alx]


Nel 2007 ha scritto un libro sulla sua vicenda: La mia prigione (Cairo Editore), nel 2008 ha annunciato l’apertura di un sito di gossip («Quello vero») • Sposato dal 2001 con la modella Nina Moric, hanno un figlio, Carlos Maria, nato
nel 2003. I due si sono separati ufficialmente il 20 giugno 2007: «A modo suo mi avrà anche amata. Ma è troppo innamorato di sé per amare un’altra». Corona poi riprese con una telecamera nascosta in tribunale alcune fasi dell’udienza per la separazione e le vendette a Lucignolo (Italia1): «Questo povero Corona deve odiarsi profondamente per fare di se stesso il kapò televisivo del proprio matrimonio» (Michele Serra).