Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
CORDERO DI MONTEZEMOLO
Luca Bologna 31 agosto 1947. Manager. Presidente della Fiat (dal 2004), dell’università Luiss (dal 2004), della Ferrari (dal 1991). Ex presidente di Confindustria (2004-2008), della Fiera di Bologna (1998-2008), della Maserati (1997-2005) ecc. Imprenditore. Le due holding di
famiglia, la vecchia Fisvi e la neonata Mcg, controllano le quote di Ntv, Gnv,
fondo Charme, Sigaro Toscano. Nel cda di Poltrona Frau e Tod’s. «A scuola ero campione mondiale di copiatura e questo dimostra che anche chi
copia ha speranza».
Ultime Nel maggio 2007, dopo il lancio del suo “manifesto” all’assemblea di Confindustria, molti lo davano (nuovamente) pronto per la discesa
in politica: «Da 15 anni l’Italia è prigioniera di una transizione che non accenna a finire. Da 15 anni si dibatte
alla ricerca di una via d’uscita dalla crisi politica nella quale è precipitata». Massimo Giannini (la Repubblica): «L’ultima relazione da presidente di Confindustria, la prima prolusione da leader
di partito». Montezemolo: «Se vuole glielo metto anche per iscritto: non entro e non entrerò mai in politica...»
• Caduto il governo Prodi ha respinto le lusinghe sia del centrodestra che del
centrosinistra, fatto gli auguri al nuovo governo («mix di esperienza e novità») e accolto con soddisfazione i provvedimenti sulla detassazione degli
straordinari e dei premi di rendimento. Con Berlusconi i rapporti sono tornati
distesi e il Cavaliere gli ha proposto di diventare ambasciatore del made in
Italy (ma senza formalizzazione di incarichi o nomine governative) ricevendo in
cambio «l’impegno a rappresentare nel mondo le tante eccellenze dell’Italia»
• Il 21 maggio 2008 ha lasciato la carica di presidente di Confindustria a Emma
Marcegaglia. Una gestione (2004-2008) inizialmente terzista, quasi
filo-prodiana poi, soprattutto dopo il famoso congresso di Vicenza 2006 (vedi
sotto), sempre più antipolica e critica con il centrosinistra, i sindacati, il settore pubblico,
caratterizzata dal leit motiv industria-lavoro-sviluppo. Raffaella Polato
(Corriere della Sera): «Sul piano interno: il record storico di imprese associate, l’apertura al mercato anche con Il Sole in Borsa, soprattutto la “lotta al pizzo” e quella grande spinta all’internazionalizzazione tradotta in 21 “missioni di sistema” e in un aumento dell’export del 35,5% in quattro anni. Sul piano di “sindacato delle imprese”: la riduzione del cuneo fiscale e gli interventi su Irap e Ires»
• Nel giugno 2008 ha lasciato anche la carica di presidente delle fiera di
Bologna • A fine 2006 aveva fondato, con Diego Della Valle, Gianni Punzo e Giuseppe Sciarrone (con la partecipazione di Intesa Sanpaolo e Generali), la Nuovo trasporto
viaggiatori (Ntv), in Italia la prima società privata nel trasporto ferroviario che dovrebbe cominciare ad operare nel 2011.
Per 650 milioni di euro la Ntv ha commissionato all’industria francese Alstom 25 esemplari dell’Agv, treno ad altissima velocità di ultima generazione capace di viaggiare fino a 360 km all’ora (100-120 euro la tariffa minima per andare da Roma a Milano in tre ore). Con
Della Valle possiede anche il 13% della Grandi navi veloci (Gnv)
• In Fiat, anche a causa dei molteplici impegni, è stato messo un po’ in ombra da Sergio Marchionne.
Vita Figlio di Massimo (Rosignano 23 dicembre 1920) e Clotilde Neri (Bologna 26
agosto 1922), che si sposarono il 7 novembre 1946 (nacque giusto nove mesi
dopo). «Ragazzino ossuto, tanto da meritarsi il nomignolo di “Spigolo”, si cimenta nella squadra di calcio del ginnasio. Ruolo: ala destra. “Ero bravino”, ricorda con modestia» (L’espresso) • Liceo classico all’istituto Massimiliano Massimo, la scuola romana dei padri gesuiti erede del
Collegio romano fondato da sant’Ignazio di Loyola nel 1550 e sfrattato dall’Italia unita nel 1870 (vedi ROZZI Franco), fu compagno di classe di Mario Draghi • Laurea in Legge alla Sapienza di Roma (110 e lode), frequentò i corsi di Diritto commerciale internazionale alla Columbia di New York, non
prese il master ma si appassionò ai motori. L’espresso: «Di nascosto dalla famiglia gareggia all’autodromo romano di Vallelunga in coppia con Cristiano Rattazzi, figlio di
Susanna Agnelli. Nome d’arte: Nerone (Montezemolo ha raccontato che anche Cristiano Rattazzi adoperava un nome d’arte: serviva per non farsi ammazzare di botte dai genitori — ndr). Si dà al rally (con una 500 rossa — ndr) e a 22 anni è nella squadra Lancia. “Libero e bello”, come tutti hanno preso a chiamarlo per la chioma fluente, incontra Enzo
Ferrari (è Ferrari che gli telefona perché lo ha sentito alla radio, durante la trasmissione 3131, difendere l’automobilismo — ndr) e decide che il mestiere di avvocato può attendere. Nel 1973 diventa assistente del Drake e responsabile della squadra
corse del Cavallino, che ha la sua punta di diamante nel fuoriclasse austriaco
Niki Lauda. Nel 1975, dopo un digiuno durato 11 anni, il team vince il
campionato di Formula 1» • «Monza, 7 settembre 1975, credo che sia il più bel giorno della mia vita, insieme ai giorni in cui sono nati i miei figli. Il
giorno in cui Regazzoni vinse la gara e Lauda, classificandosi terzo, vinse
matematicamente il campionato del mondo, un titolo che mancava alla Ferrari dal
1964, da 11 anni. E quindi vincere la gara e il Mondiale sulla pista di casa è davvero il massimo. Guardo spesso con nostalgia un filmato che ogni tanto si
vede in tv. Io che invado la pista all’arrivo di Lauda: la macchina non ha ancora finito la parabolica e io sono già lì che festeggio» (nel 1996)
• L’espresso: «Una seconda vittoria arriverà nel 1977. A trent’anni entra nella Fiat guidata da Gianni Agnelli, con cui coltiverà fino alla fine un rapporto di profonda amicizia» • «Aveva conosciuto l’Avvocato molto presto. Studente ventenne, una volta era andato a cena con lui. E
Gianni Agnelli, abitualmente senza soldi in tasca, gli aveva chiesto di pagare
il conto» (Roberto Ippolito) • «Primi anni Settanta, ristorante il Passetto. Lui mandava sempre in avanscoperta
Luca Cordero di Montezemolo che prenotava i tavoli, faceva i sopralluoghi...
Agnelli non entrava mai dalla porta principale. Specialmente se stava con una
tipa come Rossana Podestà. Vengo a sapere che è lì dentro, mi metto in attesa, un’ora, due, finalmente esce, cinque scatti, solita fuga. All’alba del giorno dopo mi squilla il telefono: Montezemolo vuole le foto a
qualunque prezzo. Io gli dico di no: vendo solo a chi pubblica. Non faccio né ricatti né favori: è la mia etica». Soluzione: i cinque scatti vengono acquistati da un giornale «tipo l’Eco dell’Industria, che è roba Fiat». Mai uscite, «ma pagate a prezzo di mercato» (il fotografo Umberto Pizzi a Pino Corrias)
[alp]
L’espresso: «è il periodo dello scontro sindacale. E a Montezemolo tocca (fino all’81) un compito delicato: la responsabilità delle relazioni esterne. Diventa amministratore delegato della Itedi, la
holding che riunisce tutte le attività editoriali della Fiat (tra cui La Stampa — ndr) e poi, nel 1984, sbarca alla Cinzano, dove cura l’organizzazione di Azzurra Challenge, l’avventura italiana nella coppa America di vela. Nel gioco di squadra ci sa fare. Così, viene chiamato a Roma, dove per cinque anni è general manager dell’organizzazione dei Mondiali di calcio. All’inizio degli anni Novanta è lanciatissimo. Agnelli lo chiama a fare il vice presidente esecutivo della
Juve. Gli affida insomma uno dei suoi gioielli. La stagione va come peggio non
si può. Per la prima volta dopo 28 anni la Signora è fuori da tutte le coppe europee. L’Avvocato non gliela perdona: “Adesso”, scandisce perfido, “voglio vedere cosa farà Luca da grande”. Luca è in difficoltà. Non bastasse la Juventus, ci si mette anche la Rcs Video. Da amministratore
delegato ha comprato una partecipazione nella Carolco, una delle più importanti case cinematografiche del mondo. L’acquisto doveva segnare il ritorno alla grande del gruppo milanese nel mondo dei
film. Finisce invece in un flop. L’Avvocato vuole metterlo alla prova e dargli l’occasione di rifarsi. Nell’inverno del 1991 gli rifila un’autentica patata bollente: la guida della Ferrari, che dopo la scomparsa del
Drake (1988) è finita in cattive acque e non vince un titolo dal lontano 1979. L’inizio non è promettente: nel primo anno le rosse non rimediano neanche un podio. Ma
Montezemolo, che dal 1996 è diventato presidente degli industriali di Modena e dal 1997 guida anche la
Maserati, non si arrende. Ingaggia Michael Schumacher e Jean Todt. Tre anni
dopo, nel 1999, comincia a vincere. E non si ferma più. Il 7 luglio 2000 si sposa: l’Avvocato gli regala una Ferrari 360 Modena grigio argento, commissionata apposta
a Pininfarina. Nel 2001 Berlusconi fa il suo nome come ministro. Non se ne fa
nulla. Ma l’anno dopo conquista la presidenza della Federazione degli editori. Poi, nel
giugno del 2002, arriva uno smacco inatteso. La Fiat vende a Mediobanca il 34
per cento della Ferrari senza neanche avvertire Luca. Montezemolo minaccia il
divorzio. Dalla sua ci sono i risultati. E non solo quelli sportivi: al momento
di vendere a Mediobanca, la Ferrari viene stimata 2,4 miliardi di euro, dieci
volte di più rispetto all’inizio della cura Montezemolo. Il quale nel frattempo è diventato anche imprenditore (Acqua di Parma, Poltrona Frau)»
• «Gli amici, spesso, hanno nomi famosi, come Diego Della Valle, Leonardo Del
Vecchio. Le cose da fare, invece, nascono per caso. O quasi. Come è successo per l’Acqua di Parma, vecchia marca di acqua di colonia. “Quando ero piccolo la usava anche mio padre, la ricordavo benissimo, ma poi era
praticamente sparita dalla circolazione”. Fino a una cena quando lui, Della Valle e Paolo Borgomanero, campo tessile,
tra una chiacchiera e l’altra scoprono di avere anche questa passione in comune. Scatta la ricerca, si
compra il marchio (“pagato pochissimo”) e, dopo qualche altra serata a metà tra il lavoro e l’amicizia, l’Acqua di Parma torna nelle vetrine di lusso» (Sette). Con Luxottica si è lanciato negli occhiali da sole, marchio Web (poi ceduti alla Marcolin).
[alq]
Nel 2004 un gruppo di industriali lo convinse a candidarsi alla presidenza di
Confindustria. «Lucky Luca, o LCdM, o Monteprezzemolo, o ancora, Montezuma secondo il soprannome
(non gradito) che gli ha affibbiato molti anni fa Susanna Agnelli, mutuandolo
da un imperatore degli Aztechi. Ma Suni può permetterselo. Lo conosce fin da quando, adolescente, frequentava il Liceo
Mameli di Roma con suo figlio Cristiano. Anche allora era simpatico, brillante,
divertente. Apprezzato dall’Avvocato, che lui considera un secondo padre; piace a Umberto, che è per Luca una specie di fratello maggiore. La famiglia Agnelli quasi lo adotta.
Così, molti anni dopo quando Gianni e Umberto muoiono e Jaki è ancora troppo giovane per prendere il posto dello zio e del nonno, è proprio a Montezuma che gli Agnelli pensano e, dopo varie controversie e
peripezie, gli affidano il gruppo. Luca apprende il mandato domenica mattina,
30 maggio, nella sua tenuta sulle colline bolognesi. L’indomani, per la prima volta, avrebbe partecipato all’assemblea della Banca d’Italia come presidente della Confindustria. Ci andrà invece anche come presidente della Fiat» (Elena Polidori)
• La proposta di ricoprire la carica di presidente della Fiat, a pochi giorni
dalla morte di Umberto Agnelli, gli fu comunicata dal presidente dell’Ifil, Gabetti, con una telefonata: «Luca, adesso tocca a te». E lui: «Ci avete pensato bene?». E dall’altra parte arrivò l’applauso della famiglia ancora riunita in assemblea • Eletto alla guida di Confindustria alleggerì gli incarichi minori lasciando la presidenza della Federazione editori, il cda
di Rcs e, in seguito, anche Indesit (mantenendoli in Poltrona Frau, Tod’s, Editrice la Stampa). Da presidente di Confindustria accompagnò la caduta di Berlusconi scommettendo sul governo Prodi. L’atteggiamento sottilmente ostile verso il centrodestra provocò un clamoroso exploit di Silvio Berlusconi nel marzo 2006 a Vicenza (che attaccò i vertici, in particolare Diego Della Valle, e riscosse gli applausi della
platea) e l’opposizione interna degli imprenditori del nord-est e dell’Assolombarda guidata da Diana Bracco. Passato al potere il centrosinistra (maggio 2006), tenne ancora un atteggiamento critico e paragonò il governo Prodi a « una vettura così pesante, così costosa, così difficile da manovrare, così obsoleta, che per quanto bravo possa essere il pilota non riesce a vincere»
• Stipendio Fiat del 2007: 7,083 milioni di euro lordi (550 mila per la carica, 10 mila di benefici non monetari, 6.523.000 di altri
compensi, tra cui la presidenza Ferrari) • Sposato con Ludovica Andreoni (stilista con laurea in Economia di 23 anni più giovane, vedi scheda), dalla quale ha avuto le figlie Guia (2001) e Maria
(2003). Se ne innamorò quand’era ancora fidanzato con Edwige Fenech (1983-1999), che però non gli serba rancore («Luca resterà nel mio cuore come un bel ricordo») e gli mandò un telegramma di felicitazioni il giorno delle nozze, celebrate nella chiesetta
romanica di San Bartolomeo di Musiano sui colli di Pianoro, poco distante da
Bologna. Testimoni per lui, l’Avvocato e Diego Della Valle; per lei Giovanni Malagò (che ha fatto conoscere la coppia) e Flavia Rebecchini. Tra gli invitati (in
tight gli uomini, con gardenia bianca all’occhiello; in lungo le donne) Enrico Mentana, Carlo Rossella, Candido Cannavò, Paolo Fresco, Paolo Cantarella, Susanna Agnelli col figlio Cristiano Rattazzi,
i fratelli Vanzina e Michael Schumacher (solo per la cena)
• Nel 1975 aveva sposato la regista Sandra Monteleoni (vedi scheda), da cui ha
avuto il figlio Matteo (vedi scheda), nozze annullate dalla Sacra Rota: «Luca è l’uomo a cui ho voluto più bene, la persona più importante. Abbiamo molte affinità e abbiamo anche vissuto momenti meravigliosi. E mi ha dato uno splendido
figlio. Il matrimonio è stato breve, ma ci eravamo conosciuti quando avevo 14 anni... è stato il mio primo ragazzo, appena arrivata a Roma da New York»
• Dalla relazione con la giornalista Barbara Parodi Delfino (Versailles 15 aprile
1959) è nata Clementina (1981) • Nel 2008 è diventato il nonno di Massimo, figlio del primogenito Matteo. [alr]
Frasi «è il mio settimo successo costruttori e il sesto piloti. Negli ultimi 10 anni la
Ferrari ha vinto più di quanto avesse vinto nei precedenti 50» (nel 2007 festeggiando il successo di Raikkonen nel mondiale di Formula 1) • «Io ho sempre avuto una grande passione per il marketing e la comunicazione.
Giro, guardo. E applico le cose che ho capito» • «Il fatto è che sono curioso. Ho voglia di occuparmi di tutto. Il mondo cambia in fretta:
chi se ne sta chiuso nel suo recinto fa un errore madornale» • «Le aziende pubbliche sono discariche di politici trombati».
Critica «Agnelli adottivo» (Giancarlo Perna) • «Più che rappresentare tutto ciò che gli italiani vorrebbero essere, è tutto ciò che gli italiani “vorrebbero avere”» (Pietrangelo Buttafuoco) • «Lo vedi quando entra in fabbrica, parla con l’ultimo operaio e lo chiama per nome e cognome. Ha una capacità di ricordare facce, nomi, ruoli e mansioni che ho visto solo in un’altra persona: Berlusconi» (Carlo Rossella) • «è sempre stato un uomo affabile, sveglio e pratico. è cresciuto all’ombra di Agnelli. Fin troppo. Una decina d’anni più tardi, nella seconda metà degli anni Ottanta, l’allora amministratore delegato, un Cesare della finanza, il gladiatore Romiti,
disse a proposito di poco edificanti avventure in Fiat: “Abbiamo pescato un paio di persone che pretendevano denaro per presentare
qualcuno all’Avvocato. Uno dei due l’abbiamo mandato in galera, l’altro alla Cinzano”. Queste dichiarazioni erano in prima pagina su un quotidiano non del tutto
clandestino, la Repubblica. Montezemolo, già dirottato alla Cinzano, con franchezza ammise: “è vero, ho sbagliato, per favorire il contatto con Gianni Agnelli mi son fatto
dare 80 milioni nel cofanetto di un libro vuoto di Enzo Biagi”, formula quest’ultima che qualcuno definì “prettamente tautologica”» (Oliviero Beha)
• «Ha messo la faccia su una partita perduta, quando morto Umberto Agnelli, nessuno
avrebbe scommesso un soldo su un titolo che andava precipitando sotto il suo
valore nominale, e ha contribuito a tenere in piedi una famiglia di azionisti
(gli Agnelli-Nasi) decisamente allargata. Certo, Montezemolo è un uomo molto pagato, ma se la Fiat fosse caduta, anche lui ne sarebbe stato
investito. Nel suo genere — il consensus manager, l’organizzatore di sinergie — Montezemolo, pur con i suoi punti deboli, per esempio il suo tratto di
comunicatore a volte troppo schematico, è uno che quando arriva il momento di pesare, di verificare il suo consenso, lo
fa» (Il Foglio)
• «Conosco Luca da quand’era un bambino. è un uomo intelligente, colto, professionalmente preparato, sintetico. Poi, ha un’ultima grandissima qualità, è anche un uomo fortunato» (Maria Sole Agnelli).
Tifo Bologna: «Ricordo come fosse ieri lo spareggio vinto contro l’Inter»; Lazio: «Andai a vivere a Roma dove tutti tifavano per la Roma, io per andare un po’ contro simpatizzai per la Lazio»; Juventus: «Prima quella di Sivori, Charles e Boniperti e poi quella di Platini, Scirea,
Gentile, Tardelli, Zoff e Trapattoni».
Religione Cattolico. Nel dicembre 2005 portò in dono a Benedetto XVI un volante della F2004 di Schumacher con la dedica: «Il volante della F1 Campione del Mondo a Sua Santità Benedetto XVI, pilota della cristianità».
Vizi I fazzoletti di lino, sempre al taschino. Porta spesso indietro i capelli (da
qui il nomignolo “libera e bella”) • Nell’estate 2007 Eva Tremila lo ha fotografato nudo mentre era in barca: «Chi si domandava come mai Luca di Montezemolo, nella sua posizione e alla sua età, portasse ancora quel ciuffo lì, ha trovato la risposta sulle pagine di un giornale di gossip che ne ha
pubblicato le foto in costume adamitico. Ecco a cosa faceva pubblicità, ci siamo dette in molte» (Paola Tavella sul Magazine del Corriere). [als]