Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
CORDELLI
Franco Roma 1943. Scrittore. Critico teatrale. Tra i suoi libri: Procida (Garzanti, 1973, Rizzoli 2006), Un inchino a terra (Einaudi, 1999), La religione del romanzo (Le Lettere, 2002), Il duca di Mantova (Rizzoli, 2004), Il pubblico della poesia (Castelvecchi, 2004). «Avevo deciso di non lavorare e in effetti ci sono riuscito» • Giovanni Raboni lo definì uno dei pochi scrittori «capaci di esprimere credibilmente e durevolmente il proprio tempo» • «Un giorno mi telefonò Elio Pagliarani, critico teatrale di Paese Sera. Avevo pubblicato qualche
articolo sull’Avanti che gli era piaciuto. Disse: “A me serve un vice”. Accettai, ovviamente. La critica teatrale non è un lavoro. Nell’86 ho avuto il secondo colpo di fortuna. Lanfranco Vaccari, direttore dell’Europeo, mi chiamò al posto di Italo Moscati. Terzo colpo di fortuna: Raboni lasciò il posto di critico teatrale del Corriere. Walter Pedullà divenne presidente Rai. Io lo avevo conosciuto all’università. Mi fece collaborare al Tg2. Poi presidente divenne Enzo Siciliano. Eravamo
amicissimi ma otto mesi prima avevamo litigato ferocemente. Io non gli avevo
perdonato il fatto che mi aveva rubato degli amici. Mi ero ingelosito. Ma perché uno ti deve rubare gli amici? Mi telefona e dice: “Ti va bene vicedirettore della radio?”. Telefonai a qualche amico: “Che significa? Bisogna lavorare?”. Durò un anno e mezzo. Poi cadde il governo Prodi. Mi emarginarono. Divenni
vicedirettore offline. Nel frattempo ero diventato amico di un capostruttura
molto gentile, Sergio Valzania. Tutte le mattine veniva da me e parlavamo. Poi
diventò direttore di RaiDue e di RaiTre e cominciò a farmi fare qualcosa. Gli sono grato» (a Claudio Sabelli Fioretti)
• «Il voto più a destra l’ho dato al Pci, il più a sinistra a Bertinotti» • Tifoso della Lazio («A Roma-Milan tifo per la Roma. Tifare contro il Milan è un obbligo»). [aln]