Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
CONFALONIERI
Fedele Milano 6 agosto 1937. Manager. Presidente e amministratore delegato della
Fininvest, presidente di Mediaset, consigliere d’amministrazione della Mondadori e del quotidiano Il Giornale, membro del
Consiglio Direttivo e della Giunta di Confindustria, presidente dell’Associazione Televisioni Nazionali. «Sono Fedele di nome e di fatto. Sono fedele a mia moglie, al mio lavoro, al
Milan e al ristorante del mio amico Domenico» • Compagno di studi di Silvio Berlusconi, era lui che lo accompagnava al
pianoforte durante le crociere estive in cui il giovane Silvio cantava. Dal
1973 lo ha affiancato all’interno del gruppo Fininvest. «Bisogna esser belli. Per noi brutti è sempre stata dura» • è nato all’Isola, un quartiere di case di ringhiera a Porta Garibaldi. La mamma era una
Borghi, quelli della Ignis: «Mia mamma Luigia, Gina, classe 1909, era la sorella di Giovanni Borghi, la
secondogenita, aveva un anno più di lui. Lasciammo Milano per andare a Comerio, nel Varesotto, perché eravamo sfollati dopo i bombardamenti del 1943. A Comerio, in località Orocco, il nonno Guido Borghi aveva acquistato una casetta. Io avevo solo sei
anni e osservavo questo zio, grande e possente, severo ma buono, generoso e
geniale, con la venerazione con cui si osserva un mito. Aveva tre fratelli, ma
era lui il leader, l’uomo dalle idee geniali, cui piaceva vivere alla grande» (da un’intervista di Gigi Moncalvo)
• è laureato in Legge, tesi sul Concetto di intesa nelle norme istitutive della Cee, articoli 85 e 86: «Da giovane aveva la sua orchestrina (che si chiamava prima Roxy, poi I cinque
diavoli, che andava in giro per la riviera romagnola e sulle navi da crociera).
Aveva assunto un cantante-intrattenitore che rispondeva al nome di Silvio
Berlusconi. E Silvio racconta: “Qualche volta Fidel si arrabbiava e mi licenziava perché andavo in sala a chiacchierare con le ragazze invece di fare il mio lavoro”. Insomma, il futuro presidente-operaio da giovane era come tutti i giovani.
Poi, le cose si capovolgono. L’orchestrina di Fidel non ha tanto successo, in famiglia c’è qualche rovescio, mentre Berlusconi comincia a farsi strada con le case. Ed è lui a offrire un lavoro all’amico della riviera romagnola. Insieme vanno avanti, fino alla costruzione di
Milano 2, il capolavoro imprenditoriale del Cavaliere. Poi, una mattina,
Berlusconi convoca tutto il suo staff di allora e dice: “Da oggi in avanti ci occuperemo di televisione. Ho studiato bene la cosa ed è un affare”. Tocca proprio a Confalonieri, l’amico più stretto, cercare di gettare un po’ di acqua sul fuoco: “Ma Silvio, non sappiamo niente di televisione, non abbiamo nemmeno una
telecamera”. “Non importa, gli risponde il Cavaliere, impareremo. Intanto tu, e si rivolge a
Galliani, parti per la Sicilia e risali la penisola, comprando tutte le piccole
tv che trovi”. Così nasce Canale5, che poi comprerà da Rusconi Italia1 e da Mondadori Rete4, trasformandosi definitivamente in
Mediaset. In tutta questa storia, Confalonieri è sempre vicino a Berlusconi, una specie di ombra. E svolge tanti mestieri in una
volta. è lui, ad esempio, diplomatico nato, a tenere i rapporti con i politici e con i
palazzi del Potere. è lui che mantiene i rapporti con la stampa. è lui che corteggia un po’ di cultura (ma Mediaset è più un affare di ballerine). Ed è con lui che Silvio si apparta quando c’è da prendere qualche decisione importante. Il vero confidente del Cavaliere, se
ne esiste uno, è proprio questo appassionato di musica classica. è lui, ad esempio, che ancora qualche anno fa, ogni volta che Berlusconi partiva
per andare a Torino a trovare l’Avvocato Agnelli, gli ricordava: “Silvio, non dimenticare che tu sei quello più ricco, ma che lui è il Re”. Insomma, sei già ricco, sei il più giovane di tutti, lasciali vivere nella loro gloria, non disturbarli, sii gene
roso e gentile. E questa è appunto la filosofia di Confalonieri. Quando nel 1993 il Cavaliere decide di
tentare la politica, prima Fidel cerca di dissuaderlo, poi capisce che la
scelta è già fatta. E allora si mette come sempre al lavoro. è ovvio che sarà lui a prendere il posto di Silvio alla testa della Fininvest e di Mediaset. E
lo fa come un buon zio che si siede a capotavola al pranzo della domenica perché il capofamiglia è in trasferta. Non cambia niente, non fa rivoluzioni, non mette una sua impronta
sulle tv. E non gli viene nemmeno in mente. Il genio, nella coppia, è Silvio. In realtà, Confalonieri non eredita da Silvio, nel 1993, una “buona” Mediaset. Anzi, riceve una società quasi sul punto di fallire, piena di debiti e di problemi. Confalonieri, d’accordo con Berlusconi, ovviamente, manda avanti due progetti. Il primo è quello di portare la società in Borsa, in modo da incassare i soldi necessari per mettere tranquille le
banche (e il bilancio della società). Poi comincia un paziente lavoro di controllo e taglio delle spese. Poco a
poco, la società rifiorisce. E diventa quello che è oggi: cioè uno dei migliori affari che ci siano in Italia» (Giuseppe Turani).
[aks]
Per anni ha avuto un grande rimpianto: quello di non aver portato a termine gli
studi di pianoforte iniziati in gioventù: «Ho cominciato a suonare il pianoforte verso i cinque anni. Ho studiato musica
classica; ho fatto anche l’esame di ottavo anno di Conservatorio per il pianoforte, mentre frequentavo il
liceo. Beethoven, Mozart, Chopin, Bach hanno accompagnato la mia giovinezza». L’8 ottobre 2007 si diplomò al Conservatorio di Milano al decimo e ultimo anno in Pianoforte: «Un paio d’anni fa mi sono deciso a concludere gli studi al conservatorio. Ho trovato un
bravo maestro, Tiziano Poli, e mi son messo a studiare di sera, sabato e
domenica e quest’estate». Dopo aver tenuto ostinatamente in piedi l’unico appuntamento con la classica a
M
ediaset, la domenica mattina su Rete4, ha dovuto rinunciare a partire dalla
stagione 2007-2008, non riuscendo più a trovare chi si accontentasse di quegli spazi pubblicitari. • Ha commentato così il discorso dal predellinino del novembre 2007: «Le immagini di piazza San Babila stracolma di gente che lo circonda, e lui che
sale sul predellino dell’auto per salutare, mi ricordano l’arrivo di Lenin in
Russia a bordo del treno piombato [...] la dimostrazione che Berlusconi, oltre
i contenuti, ha la potenza della fisicità» • Il primo febbraio 2008 ha incontrato a Milano, nella sede legale di Mediaset,
Piero Ricca, il giornalista diventato famoso nel 2003 per aver dato del buffone
a Berlusconi, col quale aveva battibeccato più volte. Hanno parlato di conflitto di interessi, Craxi, mafia, Mangano, Dell’Utri, politica, frequenze di Europa 7, All Iberian, Mani pulite. Confalonieri: «Amo guardare in faccia le persone, capire cosa bolle in pentola. Per esempio io
la domenica, verso mezzogiorno l’una, faccio un giro al parco a vedere russi e russe che fanno il picnic. Si
capisce di più della realtà così, che con i trattati di sociologia». Nell’aprile 2008 è stato rinviato a giudizio per frode fiscale dal tribunale di Milano per
presunti reati commessi tra il 2001 e il 2003. Nel luglio 2008 Mediaset ha
intentato una causa contro You Tube per 550 milioni di euro: «Alla data del 10 giugno 2008 sono stati individuati su YouTube almeno 4.643
filmati di nostra proprietà, pari a oltre 325 ore di materiale emesso senza possedere i diritti»
• è sposato con la francese Annick Cornet: «Hymne à l’amour cantato da Edith Piaf era una delle nostre canzoni, insieme a quelle di
Juliette Greco, Mouloudji, Brassens, Yves Montand, Charles Trenet». Due figli, Aline e Yves • «Io credo che la parte più bella della vita sia quando tu sei così rincoglionito che credi di avere vinto ad Austerlitz, di essere stato Coppi sul
Pordoi e di avere scritto Emozioni. Probabilmente il paradiso è quello».