Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
COLOMBO
Gherardo Briosco (Milano) 23 giugno 1946. Vicepresidente della Garzanti. Magistrato per
33 anni e 4 mesi, fu «con Turone il giudice della scoperta della loggia P2 e del delitto Ambrosoli,
con Di Pietro il pm di Mani pulite, con Boccassini il pm dei processi
Imi-Sir/Lodo Mondadori/Sme ai giudici corrotti da Previti» (Luigi Ferrarella). Nel novembre 2006 con Turone vinse una causa per calunnia
contro Licio Gelli: risarcimento in lingotti d’oro (26 pezzi da 1300 grammi) devoluti in beneficenza alle Nonne argentine di
Plaza de Mayo e all’ Associazione familiari delle vittime alla stazione di Bologna. Da ultimo
consigliere di Cassazione, si dimise a marzo 2007 con una quindicina d’anni d’anticipo sulla pensione. «Sono stato un bravo ragazzo fino al 1994. Poi ho subìto cinque procedimenti disciplinari e una discreta quantità di imputazioni. Nessuna di queste iniziative ha avuto effetto, sono stato
sempre assolto. Ho presentato le mie dimissioni quando i processi a mio carico
erano terminati». Adesso gira l’Italia per parlare ai giovani di legalità
• Componente del nucleo storico di Mani Pulite: «Ad affiancarlo a Di Pietro era stato Borrelli in occasione del primo
interrogatorio di Mario Chiesa fuori dal carcere: era il 27 aprile 1992, un lungo e duro
interrogatorio di cui i cronisti assiepati all’esterno percepivano le urla (“Io quel nome non lo farò mai!”). Era l’inizio di Mani pulite. Del pool, Colombo sarebbe diventato la coscienza critica,
il più attento nel cogliere i rischi cui l’inchiesta andava incontro, il primo a lanciare una proposta di “soluzione politica” rimasta inascoltata. Il suo bilancio, alla fine, non era trionfale. “È servito investigare sulla corruzione?” gli chiese un giorno un amico giornalista. “Dal punto di vista giudiziario no - gli rispose - non solo non È servito, ma, paradossalmente, È stato un danno. Certi settori sono rimasti totalmente impuniti. La prescrizione
e la lentezza nel ricevere le risposte delle rogatorie internazionali sono
stati grossi ostacoli. Invece, dal punto di vista dell’informazione, Mani pulite È stata importantissima perché ha svelato a tutti che la corruzione era un sistema”» (Annalisa Camorani)
• Si oppose alla Bicamerale e alle sue intenzioni relativamente alla giustizia
(vedi BOATO Marco) con un’intervista a Giuseppe D’Avanzo (in quel momento al Corriere): «Nel metabolismo politico-sociale del Paese ci sono ancora le tossine che
consigliano di realizzare le nuove regole non intorno al conflitto trasparente,
ma al compromesso opaco. E un passaggio chiave È la Bicamerale... Chi non È stato tocato dalla magistratura ha scheletri nell’armadio e si sente non protetto, debole perché ricattabile. La società del ricatto trova la sua forza, appunto, su ciò che non È stato scoperto» (1998)
• Al momento delle dimissioni: «Abusi e illeciti sono vissuti come espressione di abilità e furbizia. Posso ricorrere a un’immagine? È come se dinanzi al rubinetto della cucina da cui esce solo un filo d’acqua provassi a smontare il tubo e a cambiarne qualche pezzo: esce sempre un
filo d’acqua. Allora mi viene in mente che posso andare a guardare il rubinetto
centrale, e la portata dell’acqua cambia. Sono nella fase in cui ho lasciato la cucina e mi sto avvicinando
all’impianto centrale»
• Ernesto Galli della Loggia, saputo del passaggio in Garzanti: «Cosa diavolo garantirà il dottor Colombo? Libri puliti? Eticamente corretti? Ligi ai principi della
Costituzione?» • Prolifico scrittore. Tra i suoi saggi Il vizio della memoria (Feltrinelli 1996) e Ameni inganni (Garzanti 2000). Da ultimo Sulle regole (Feltrinelli 2008), «una sorta di breviario laico di educazione civica» (Vittorio Grevi). Dal gennaio 2008 spiega la giustizia ai giovani su la Gazzetta dello Sport. [aki]