Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
COCCIOLONE
Maurizio L’Aquila 22 settembre 1960. Colonnello dell’Aeronautica militare. Il 18 gennaio del 1991, nel corso dell’operazione Desert Storm per la liberazione del Kuwait dall’occupazione irachena, il Tornado sul quale era in missione insieme al maggiore
Gianmarco Bellini (Montagnana, Padova, 15 settembre 1958) fu abbattuto dalla
contraerea irachena. I due rimasero 47 nelle mani delle forze armate di Saddam.
Il 21 gennaio la tv irachena mostrò un gruppo di prigionieri, tra cui Cocciolone che con il volto livido fece un
appello per la soluzione pacifica del conflitto: « La guerra è un male, credo che la soluzione migliore sia quella di trovare dei mezzi
pacifici [...]Bisogna trovare una soluzione politica. Quando l’uomo fa una guerra, deve avere una causa e tu non hai una causa perchè l’Iraq non ha attaccato l’Italia. L’Iraq non è il nemico del tuo popolo, non è tuo nemico». Il video diede luogo a molte polemiche, relative soprattutto alla questione se
Cocciolone, cedendo a Saddam, avesse o meno mancato ai suoi doveri di soldato.
La risposta della maggior parte fu che no, non aveva mancato ai suoi doveri di
soldato. Però una medaglia di riconoscimento venne assegnata solo al maggiore Bellini che in
video non era apparso. Rientrati in Italia, dopo essere tornati liberi il 5 marzo, i due rimasero amici
fino al matrimonio di Cocciolone, quando la vendita dell’esclusiva delle foto a un settimanale li fece litigare. Nel 2005 il rientro per
Cocciolone in una “zona calda”, vicecomandante della Forward support base di Herat in Afghanistan: «Non è possibile dimenticare quei giorni, ma sono troppo orgoglioso per farmi
condizionare». Bellini è adesso comandante della base di Ghedi.