Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
CHINAGLIA
Giorgio Carrara (Massa Carrara) 24 gennaio 1947. Ex calciatore. Campione d’Italia con la Lazio nel 1974 (nello stesso anno vinse la classifica cannonieri).
In Nazionale 14 presenze e 4 reti. 18° nella classifica del Pallone d’oro 1972. Concluse la carriera negli Stati Uniti (nei Cosmos di New York al
fianco di Pelé, Franz Beckenbauer ecc.) • «Rissoso, carissimo, irascibile. Amato e odiato, discusso e incensato. Per tutti
Long John. Fu inarrestabile quell’anno Chinaglia. Stagione 1973-74, Lazio campione d’Italia, una fantastica prima volta. Mise 24 timbri su quello scudetto Giorgio
Chinaglia: nove gol nel girone d’andata, 15 in quello di ritorno in cui l’attaccante di punta di Tommaso Maestrelli fece davvero sfracelli» (La Gazzetta dello Sport) • Accusato di aver diffuso false informazioni su un gruppo farmaceutico ungherese
interessato tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006 a rilevare la maggioranza del pacchetto azionario della Lazio, è finito sotto processo a Roma con l’accusa di aggiotaggio. Nel novembre 2007 la Commissione per le società e la Borsa l’ha condannato a pagare una multa di 4,2 milioni di euro per «condotte manipolative in relazione ai titoli della Lazio e per procurato ritardo
all’esercizio delle funzioni di vigilanza della Consob». Sotto processo (insieme ai 4 capi degli Irriducibili) anche per tentata
estorsione ai danni del presidente laziale Claudio Lotito. Nel luglio 2008 il
gip di Roma Guglielmo Muntoni ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare: secondo l’accusa (riciclaggio aggravato) i soldi con cui voleva comprare la Lazio
provenivano dal clan camorristico dei Casalesi. Latitante negli Stati Uniti, si
proclama innocente
• «Che Chinaglia non fosse un esempio di sana conduzione societaria lo si era già visto quando la prima e unica volta che aveva avuto in mano il club da
proprietario e presidente nell’85 aveva effettuato il più convinto tentativo di farlo definitivamente scomparire. Un’epo­pea che è incorniciata dal suo famoso discorso ai giocatori che resistevano nella bufera.
Li lodava, “Siete impagabili” e infatti spesso non li pagava» (Corrado Sannucci).
[aij]